La CBR600F 2011 celebra il ritorno di una sigla storica per il marchio Honda, in un mercato in cui le supersportive stanno diventando sempre più specialistiche. La storia della Honda CBR600F è costellata di enormi successi, sia di vendite che sportivi. Per quasi vent’anni, infatti, la sportiva giapponese è stata una vera icona del mercato, lodata da più parti per il suo straordinario equilibrio tra prestazioni e comfort. All’inizio degli anni 2000, però, le esigenze del mondo sportivo e di quello turistico si facevano via via più lontane e la Honda iniziò a pensare a due diverse strade per la sua CBR.
La prima avvisaglia di una rivoluzione fu la CBR 600F Sport del 2001 che si differenziava dal modello base esclusivamente a livello estetico. Nel 2003 arrivò la "rivoluzione copernicana" causata dalla CBR600RR, moto che ha sbancato tutti i campionati Supersport cui ha partecipato, e lo sviluppo della CBR600F venne arrestato, fino alla definitiva uscita di scena di qualche stagione addietro.
La nuova CBR600F, svelata ad EICMA 2010, è dedicata ai clienti che vogliono una moto dal look sportivo ma versatile e poco impegnativa e condivide con la Hornet 2011 la base telaistica e motoristica. Il design della CBR600F è stato sviluppato nel centro R&D della Honda Italia a Roma, per mano del designer Valerio Aiello che ha realizzato un’estetica elegantemente sportiva che punta però a non perdere appeal dopo una o due stagioni.
Il motore che spinge la CBR600F è discendente diretto di quello della CBR600RR del 2007 e garantisce 102 CV, con un’erogazione gestibile anche dai piloti meno esperti. La ciclistica è comune in tutto alla Hornet, quindi ritroviamo il valido telaio monotrave centrale in lega leggera, dotato di forcella Showa a steli rovesciati da 41 mm, regolabile nel precarico e nel freno in estensione. Il retrotreno ha un robusto forcellone in lega leggera a due bracci che aziona in via diretta il monoammortizzatore, anch’esso regolabile nel precarico della molla (progressiva) e nel freno in estensione.
L’impianto frenante prevede una coppia di dischi flottanti anteriori da 296 mm con pinze flottanti a due pistoni e un disco singolo da 240 mm al posteriore. Vista l’immagine sportiva della moto, a nostro avviso avrebbe meritato un impianto frenante con pinze di qualità superiore. Fortunatamente è disponibile in optional l’impianto ABS, che prevede una componentistica più raffinata per le pinze anteriori.