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Moto Guzzi V7 Cafè Classic: primo contatto

Su strada con la nuova "regina di cuori" di Mandello...

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Ispirata alla celebre V7 Sport dei primi anni Settanta, nasce la V7 Café Classic. Della celebre antenata ricalca lo stile di sportiva all’italiana, ma a differenza di essa si trasforma da veloce purosangue in stradale dal gusto "café", divertente e sempre piacevole da guidare ma mai estrema nelle prestazioni.

INCONFONDIBILE GUZZI
La vista frontale è particolarmente raccolta grazie dalla presenza dei semimanubri che determinano una posizione di guida aerodinamica con lo sguardo sugli strumenti e il busto a pochi centimetri dal serbatoio, verniciato nella livrea "Legnano" , la tonalità di verde–oro metallizzato e satinato che rievoca il colore delle Moto Guzzi sportive di un tempo. Lo stile anni Settanta traspare anche dalla profusione di cromature, dalle ruote a raggi, dai silenziatori rialzati, dalla strumentazione ispirata ai celebri quadranti Veglia-Borletti e dalla sella con codino integrato che segue la linea del parafango posteriore, di colore scuro come l’anteriore.

COMPAGNA DI TUTTI I GIORNI
Leggera e compatta, in sella alla V7 Café Classic ci si sente subito padroni della situazione. La triangolazione pedane, sella e manubrio è pensata per trasferire la maggior parte del peso del pilota sull’avantreno ma senza affaticare la conduzione grazie all’inclinazione dei semi manubri, regolabili in altezza, delle pedane leggermente avanzate e della generosa imbottitura della sella.

SANA SENZA EFFETTI SPECIALI
Obiettivo dei progettisti Guzzi nella realizzazione della V7 Cafè Classic è stato creare una moto dalla ciclistica adatta sia agli slalom cittadini che ai tornanti di un passo di montagna, senza rinunciare alla vocazione turistica delle moto di Mandello.
L’elemento chiave della ciclistica è il telaio a doppia culla, con elementi inferiori imbullonati. Per la geometria dello sterzo è stata scelta un’inclinazione del cannotto di 27°50’, per assicurare una rassicurante stabilità in curva, risultato a cui contribuiscono i valori di interasse, 1.449 mm, e avancorsa, da 109 mm. Le sospensioni sono di intonazione turistica; la forcella telescopica, non regolabile, ha steli da 40 mm mentre gli ammortizzatori posteriori sono regolabili nel precarico delle molle. Alla frenata provvede il disco anteriore flottante da 320 mm, morso da una pinza a 4 pistoncini, e il disco posteriore da 260 mm con pinza a 2 pistoncini. La sezione delle ruote è stata studiata per prediligere l’agilità e la maneggevolezza, l’anteriore infatti è da 18 pollici con pneumatico 100/90, il posteriore invece è da 17 pollici con pneumatico 130/80.

TRADIZIONALE E INFATICABILE
A spingere la V7 Café Classic è l’intramontabile motore bicilindrico trasversale a V di 90° da 744 cc, con alesaggio di 80 mm e corsa di 74, alimentato dal sistema d’iniezione elettronica Weber Marelli con corpi farfallati da 36 mm e dotato di cambio a 5 rapporti con frizione monodico a secco collegata alla trasmissione finale a cardano. I valori di potenza e coppia massima, rispettivamente di 48,8 CV a 6.800 giri e 54,7 Nm a soli 3.600 giri, fanno intuire che questa nuova Guzzi classica non nasce certo per la ricerca delle massime prestazioni bensì per divertire nella guida di tutti i giorni, grazie anche al peso non troppo elevato, 198 kg in ordine di marcia, e alla sella posta a 805 mm da terra, un’altezza in grado di mettere a proprio agio anche piloti di statura non elevata. E con il serbatoio da 17 litri anche le gite fuoriporta non sono un problema.

AMARCORD
La sella monoposto (sostituibile con la biposto della Classic) è comoda e accoglie bene il pilota che, contrariamente a quello che accade nella stragrande maggioranza delle moto in commercio oggi, si trova a stringere fra le gambe un ingombro ridotto, esile, ma comunque rassicurante. L'impostazione di guida è sportiva, ma non estrema; i semimanubri ribassati non causano troppo stress ai polsi, consentendo al contempo un buon angolo di sterzo. Perfetta per i centauri di statura media, la V7 risulta essere molto... "compatta" per i piloti più alti i quali devono anche prestare attenzione al calore dei cilindri, molto vicini alle ginocchia.
Sportiva, dunque, ma assolutamente godibile anche nei percorsi urbani con fondo stradale malandato. L'avantreno è preciso al punto giusto e assorbe bene le asperità, i due ammortizzatori posteriori sono un giusto compromesso tra l'utilizzo in passeggiata e la scampagnata ad andatura brillante.
Per quanto riguarda la frenata, di sicuro i cordoli dei circuiti non sono il suo pane quotidiano come lo erano per la sua gloriosa antenata, e forse per rispettare una storia così gloriosa nulla è cambiato, ma oggi un bel doppio disco anteriore sarebbe stato preferibile, almeno come optional, non tanto per le prestazioni di cui la moto è capace, quanto per il peso da rallentare, prossimo ai 200 kg.
Il bicilindrico 2 valvole ad aste e bilancieri è corposo ai regimi bassi e ha una buona progressione nel salire di giri, anche se arrivati nella zona alta del contagiri le vibrazioni si fanno sentire, molto avvertibili sulle pedane, meno sul manubrio. Difettucci che le perdoniamo volentieri, specie considerando il sound prodotto dagli scarichi, di quelli che commuovono...

La nuova Moto Guzzi V7 Cafè Classic sarà diponibile presso la rete vendita ufficiale al prezzo di 7.860 euro f.c. .

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