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La Dakar secondo Manuel Lucchese: il punto al “giro di boa”

Il rally più difficile e famoso del mondo arriva al giro di boa, tra colpi di scena e grandi esclusioni

Moto - News: La Dakar secondo Manuel Lucchese: il punto al “giro di boa”

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La Dakar 2019 sulla carta sembrava essere sottotono, o comunque una Dakar “facile” per via della riduzione a 10 tappe (solitamente erano sempre 13-14) e per il chilometraggio dimezzato, si sta invece rivelando una gara degna del suo nome. Molti piloti temevano le dune del Perù ma non sono state le dune a creare difficoltà, bensì il terreno trasformato in borotalco, conosciuto dai dakariani con il termine Fesh-Fesh, che ha letteralmente inghiottito e fatto cadere moltissimi piloti e recando danni ai motori che in alcuni casi si sono rotti. Giunti alla tappa di riposo sono già 41 i ritirati nella categoria moto-quad e la maggior parte a causa di problemi meccanici.


Griglia caotica


A rendere ancora più imprevedibile questa Dakar ci si è messa anche la variazione dell’ordine di partenza nelle tappe. Nella prima i piloti sono partiti al contrario, ossia i numeri più alti per primi ed i top rider per ultimi, mentre la seconda tappa ha visto le moto partire in coda a tutte la auto e camion facendo trovare cosi ai motociclisti un terreno estremamente scavato ed insidioso. Per finire in questa prima settimana di gara c’è stata la tappa Marathon il 4° giorno, dove tutti i piloti sono costretti a farsi assistenza da soli senza la possibilità di aiuti, e la partenza in stile motocross nella 5° tappa, con i piloti che partivano insieme, 10 ogni 5 minuti, creando bagarre tra i contendenti per la vittoria.


La classifica


Passando alla classifica abbiamo visto dei gran colpi di scena: il vincitore della prima tappa e diretto contendente per la vittoria, Joan Barreda su Honda è stato incredibilmente costretto al ritiro durante la 3° tappa dopo essere finito in un burrone dal quale non è più riuscito a risalire nonostante non fosse fortunatamente caduto. Con Barreda fuori la leadership è passata al cileno Pablo Quintanilla (Husqvarna) che, seppur non vincendo nessuna tappa, è rimasto in testa fino alla 4° tappa dove per un’errore di navigazione ha perso oltre 20 minuti lasciando prendere il comando inaspettatamente al pilota americano della Honda Ricky Brabec che tutt’ora partirà per la sesta tappa come leader della classifica generale, ma con soli 59 secondi di vantaggio sull’inglese Sam Sunderland (KTM) vincitore della Dakar 2017. A rendere la Dakar ancora più interessante per gli spettatori è la classifica con ben 7 piloti appaiati a meno di 10 minuti da Brabec. Dal nostro punto di vista sembra che Price, Sunderland e Walkner rispettivamente vincitori delle Dakar 2016,2017 e 2018 stiano tutti e 3 correndo in attesa dell’errore degli avversari, e probabilmente la loro strategia e quella di KTM, team al quale appartengono tutti e 3, è quella di lasciar sfogare gli altri per poi attaccare nelle ultime 3 tappe. Da non sottovalutare però anche l’ottima gara del team Yamaha che vede Van Beveren e De Soultrait in quinta ed ottava posizione, pronti anche loro a trarre vantaggio da eventuali errori del leader Brabec.


Gli italiani


Guardando al tricolore siamo rimasti con solo 3 piloti ancora in gara: Maurizio Gerini che attualmente alla sua seconda Dakar è tra i primi 20 a battagliare con i top rider nonostante sia su una Husqvarna di serie, ed infatti è al comando della classifica Marathon (categoria riservata a chi corre con moto di serie e nella quale non sono concessi cambi di motore). Il secondo italiano è il trevigiano Mirko Pavan, in sella ad una Beta RR430. Nonostante Mirko sia alla sua prima Dakar ha avuto la coraggiosa idea di correre nella categoria Original by Motul, la categoria riservata ai piloti che corrono senza assistenza, senza meccanico e con solo una cassa per i ricambi e gli attrezzi delle dimensioni 80cm x 45cm x 35cm. La sua Beta RR430 è stata sviluppata ed allestita interamente in Italia dall’azienda Rebel X Sports Srl che si è occupata dello sviluppo dei componenti per la trasformazione in Rally, mentre il montaggio e la preparazione è stata fatta da un meccanico ben noto nel panorama dei rally, Mauro Sant (Ex Meccanico di Edi Orioli, Richard Sainct, Joan Barreda e Alessandro Botturi). Mirko Pavan è attualmente in 79° posizione assoluta e 11esima posizione nella categoria Malles Moto. Il terzo pilota italiano in gara è invece Gabriele Minelli. Come Gerini, anche lui alla sua seconda Dakar e attualmente in 101° posizione. Degna di nota l’impresa incredibile di Nicola Dutto, il primo pilota paraplegico nella storia della Dakar, che dopo aver terminato con successo le prime difficilissime tappe si è visto escluso dalla gara al termine della 4° tappa per una decisione dell’organizzazione. Dopo che la stessa aveva comunicato al pilota italiano di poter saltare l’ultima parte di percorso per poter arrivare con la luce al bivacco della tappa marathon, a Dutto è stata comunicata l'esclusione. Non conosciamo le esatte dinamiche della situazione pertanto ci attingiamo al video esplicativo pubblicato da Nicola sul suo profilo Facebook. Un peccato per il rally, che perde uno dei suoi indiscutibili protagonisti, e un sintomo di disorganizzazione per il board della Dakar. 

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