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Triumph gamma Cruiser 2014 – TEST

Abbiamo provato le quattro cruiser inglesi: America, Speedmaster, Rocket III ma soprattutto la nuova Thunderbird Commander. A ognuno la sua

Moto - Test: Triumph gamma Cruiser 2014 – TEST

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La tradizione di Triumph nel mondo delle Cruiser è più radicata di quanto si possa comunemente pensare, visto che può essere riportata indietro nel tempo addirittura all’immediato dopoguerra. Il modello più rappresentativo per Triumph in questo settore, infatti, fu proprio la Thunderbird voluta nel 1949 da Edward Turner, all’epoca il General Manager del marchio britannico. Per la prima volta Triumph realizzò una moto pensata specificamente per il mercato Usa, derivandola dalla Speed Twin 500, presto diventata la Triumph più venduta negli Stati Uniti. Il nome Thunderbird, poi, è tornato nei listini della casa inglese a più riprese, con la Thunderbird 900 a metà anni novanta e ancora nel 2009 con il lancio della serie che oggi conosciamo.
Oggi Cruiser per Triumph non è solo la Thunderbird, ma una vera e propria famiglia che ammonta a quattro modelli di cui due costruiti su telaio e motore delle bicilindriche 865 cc della famiglia Bonneville, uno attorno al possente motore T-16, bicilindrico parallelo da ben 1.699 cc, la Thunderbird, e uno è costituito dalla nerboruta Rocket III, spinta dall’enorme 2.294 cc a tre cilindri disposto longitudinalmente.

2014: LA NUOVA THUNDERBIRD COMMANDER
La gamma Cruiser di Triumph 2014 prevede alcuni aggiornamenti per America e Speedmaster e una versione tutta nuova per la Thunderbird, la Commander, mentre l’ormai mitica Rocket III è rimasta invariata.
Partiamo proprio dalla Commander che è stata svelata in occasione di Eicma 2013. La moto può essere considerata nuova, visto che Triumph ha messo mano un po’ a tutto, per garantire al cliente un maggior comfort, migliorare il look e la dinamica di guida. Il telaio è stato modificato nella sezione centrale sotto alla sella del pilota, abbassando il giro tubi per creare lo spazio necessario a aumentare l’imbottitura del sedile di 30 mm. Ora la sella ha ben 95 mm di imbottitura ed è stata realizzata con schiume di tre densità diverse e rivestita con un nuovo materiale più elastico. Rinnovata anche la sella del passeggero, utilizzando schiume di due densità.

Per migliorare maneggevolezza e guidabilità, la Commander ha un angolo del cannotto di sterzo più ampio rispetto alla Thunderbird precedente, mentre al posteriore le sospensioni hanno escursione maggiore. L’impianto frenante è stato rivisto nelle tubazioni ed ha ricevuto una nuova mescola per le pastiglie.
La meccanica è stata modificata leggermente nel motore, che è stato rivisto in alcuni dettagli per migliorare lo smaltimento del calore e per deviarlo dalle gambe del pilota. Per la Commander (ma anche per la versione Turistica LT disponibile solo su richiesta) la Triumph ha progettato un nuovo scarico con due terminali cilindrici che si prolungano fin quasi l’estremità del pneumatico posteriore, un notevole 200/50 17", che si accoppia a un altrettanto abbondante 140/75 17" anteriore. La Thunderbird Commander è accreditata di ben 94 CV a 5.400 giri/min, e una coppia massima esagerata che vale 151 Nm a 3.350 giri/min.

AMERICA E SPEEDMASTER

Le novità 2014 che Triumph ha regalato alle "piccole" America e Speedmaster riguardano per entrambe una nuova lavorazione del blocco cilindri e delle alette di raffreddamento della testata. La America, poi, ha ricevuto coperchio frizione e paracatena cromati, coperchio batteria lucidato, pedale del freno più largo e comando del cambio a bilanciere, protezioni in gomma sul serbatoio, alette del radiatore olio in nero, nuovi scarichi con un sound più vigoroso e, ovviamente, grafiche nuove con in particolare una tono su tono in rosso, oltre al classico Phantom Black.

La Speedmaster, dal canto suo, ha nuovo alloggiamento e cornice faro in nero, manubrio, cerchioni e corona neri, tappi manubrio anodizzati neri e lavorati alle macchine: quindi una completa "cura del nero" che ha interessato anche pedale del freno, del cambio e piastre dei comandi, oltre alle molle degli ammortizzatori, i supporti del parafango posteriore, il coperchio dell’airbox, la cinghia batteria e il radiatore dell’olio. Anche per la Speedmaster arrivano nuovi silenziatori più vigorosi nel sound e dalle estremità tagliate a fetta di salame.

IL TEST

Iniziamo il nostro test proprio dalla Thunderbird Commander. Appena partiti si apprezza subito lo sforzo fatto da Triumph per rendere la moto più confortevole; la sensazione che si riceve è di essere accolti su una poltrona studiata ergonomicamente con la sella che fascia bene il bacino e assorbe alla grande le asperità stradali. Il manubrio è ben a portata di mano, ma i comandi risultano un po’ distanti se non si hanno mani grosse. La mole del mezzo è notevole e i 348 kg in ordine di marcia rendono la moto non facilissima da gestire in manovra. In movimento tutto cambia, la Commander si alleggerisce e il buon equilibrio tra baricentro basso e le ampie leve offerte dal manubrio permettono al pilota di condurre la moto con facilità. Il motore è extra gustoso: l’erogazione è pressoché ugualmente vigorosa a qualsiasi regime e la Commander accelera con brio inaspettato per un mezzo di questa mole. La maneggevolezza è nella media e le capacità di inclinazione in curva sicuramente superiori rispetto a buona parte della concorrenza. Ottimi i freni, in grado di arrestare la Commander in poco spazio e con l’ABS sempre pronto a intervenire in caso di bisogno.

Scendiamo dalla Commander per salire sulla Rocket III: la sensazione è quella di passare da una comoda poltrona alla schiena di un bisonte… la Rocket III è dura, grossa, anzi enorme e fa il rumore di un’auto. Sì, il sound del tre cilindri in linea di 2,3 litri è davvero entusiasmante, perché si avverte che si ha a disposizione una cubatura smisurata per una moto. La Rocket III resta una macho bike destinata ad apparire, visto che guidarla su una strada di montagna richiede braccia forti e un pizzico di conoscenza reciproca, perché le reazioni della ciclistica sono diverse da quelle di qualsiasi altra moto. Il motore resta la parte più coinvolgente della moto, spinge da far paura e fa accelerare la Rocket come un missile… per l’appunto. In partenza è facile sentire il pneumatico posteriore sgommare sotto il carico imposto dai 221 Nm di coppia, che sono anche in grado di far sollevare leggermente la ruota anteriore!

Dulcis in fundo le due piccole di casa Triumph: in sella ad America e Speedmaster si ritrova il custom nella sua forma più pura. Semplice, spartana ma agile e divertente la Speedmaster, grazie alla ruota anteriore da 19 pollici, e più confortevole e rilassante la America, pronta per viaggiare in tutta tranquillità anche per lunghi tragitti.
Chiudiamo con i prezzi: la America costa da 9.490 a 10.590 euro a seconda dell’allestimento scelto. La Speedmaster è proposta a 9.290 euro e la Rocket III ABS a 17.190 euro.
La nuova famiglia Thunderbird prevede la Commander proposta a 17.590 euro e la Thunderbird LT ABS (disponibile su ordinazione) a 18.530 euro, oltre alle Thunderbird base e alla Storm.

In questo test abbiamo utilizzato:
Casco: Shark
Giacca, pantaloni, paraschiena: Dainese
Scarpe: TCX
Guanti: OJ

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