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BMW GS Trophy 2012: il racconto del nostro inviato - SECONDA PARTE

Ecco la seconda puntata dell'avvincente racconto di Carlo Morini al GS Trophy

Moto - News: BMW GS Trophy 2012: il racconto del nostro inviato - SECONDA PARTE

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Ieri vi abbiamo proposto la prima parte del racconto che Carlo Morini, uno dei tre piloti della squadra italiana al BMW Motorrad GS Trophy 2012, ha scritto per OmniMoto.it e vi abbiamo mostrato tutte le foto che i compagni di squadra di Carlo, Alessandro Bottani e Andrea Rossi ci hanno mandato.
Eccoci qui, quindi, con il prosieguo della storia, divertente, avvincente e davvero emozionante che racconta giorno per giorno le vicende dei tre italiani al trofeo promozionale che la BMW indice ogni due anni.

28 NOVEMBRE: GIORNO "4" - QUANDO IL GIOCO SI FA DURO
Oggi tappa a margherita, Bariloche/Bariloche, quindi per una volta, niente smontaggio tenda e dieci minuti in più di sonno, con la sveglia alle 6.45. Si parte in direzione ghiacciaio Negro, sotto l’imponente Cerro Tronador. Oggi gli occhi sono sempre al cielo, dopo poco l’asfalto lascia il posto a una bella sterrata e, dopo qualche curva, appare un pista da cross… gulp!
Special stage di oggi: ci vogliono fiaccare, ho capito la difficoltà di questo Trophy. Non vogliono il più veloce, ma la squadra che in un avventura a diecimila km da casa "risponde" meglio. Anche questa prova non è a tempo: ogni membro deve percorrere almeno 20 giri di pista, polverosissima e bucatissima, in un certo tempo stabilito. Vietato fare danni pena punti preziosi.
Ovviamente ci si ingarella di brutto, ma i doppi non sono adatti a una moto da 200 kg e 230 mm di escursione. Il risultato è: un ferito grave, il canadese, scapola rotta e una settimana di ospedale, una ragazzo del team Alps che dà una facciata mica da ridere e il nostro Ale, che si prende una sassata sullo zigomo. Si ferma, due punti al volo e riparte, completando la prova. Standing ovation per Ale!

Ripartiamo con le braccia già molli e saliamo di quota, in direzione ghiacciaio, puntando il Tronador a vista. Qui è divertimento puro: 50km di "linea", incollato al Marshall che guida di brutto, ma non lo mollo. Gli altri sono partiti più distanziati, quindi siamo io lui. Divertimento puro: quando non ce la faccio più fortunatamente si ferma per una sosta, si volta e mi regala un pollice in alto che incide sul mio morale come un podio in gara!
La strada verso il ghiacciaio continua: mille parole non bastano, uno scenario che nella vita va visto almeno una volta.

Rientriamo al campeggio, 260 km anche oggi, e la tenda già montata ci sembra un lusso esagerato, ma prima della doccia ci aspetta un’altra prova.
Test di meccanica: un video e diverse domande di tecnica e poi pratica. Scambio di batteria tra due F 800 GS: è nascosta dove nelle moto normali c’è il serbatoio e quindi ci vuole un minimo di pratica, manualità e velocità. La superiamo brillantemente e speriamo di avanzare in classifica.
Dopo cena ogni team deve presentare la sua nazione: noi italiani ripeschiamo una vecchia scenetta e spacchiamo di brutto! Tutti giù a ridere come matti! Non conta ovviamente per il punteggio ma guadagniamo simpatie e pacche sulle spalle da tutti. Anche stasera vado in tenda cotto a puntino.

29 NOVEMBRE, GIORNO "5" - PROVA SPECIALE
Da oggi in avanti si fa dura. Lo dico adesso a posteriori, perché quella mattina non sapevo cosa mi aspettava per i giorni seguenti: in sintesi, tanti km, acqua, freddo… e ancora acqua.
Ora mi gaso a pensare quello che ho affrontato, però è stata dura, lì per lì a volte pensi anche a chi te lo fa fare, ma dura una frazione di secondo.

Partiamo sapendo che ci sono 440 km da percorrere, ma piove da subito. 160 km di asfalto fino a S.Martin de Los Andes, un posto incantevole, ci fermiamo in un bar per scaldarci e per un caffè. Ripartiamo senza perdere tempo; subito la strada sterrata sale per scavalcare le Ande, diluvia ma la guida copre freddo e stanchezza. Superata la remota frontiera Argentina/Chile, percorriamo i 60 km più entusiasmanti del viaggio: una lunghissima prova speciale, tormentata e piena di dislivelli, che corre tra le rive di un lago di cui non ricordo il nome e il pendio della montagna. All’interno di una foresta di Araucarie alte almeno 20/30 metri. Il fondo umido tiene di brutto e percorro questo tratto da solo, dando gas senza riserve.

Sono fradicio ma appagato come non mai. Arriviamo nel campeggio adiacente al lussuoso Hotel Huilo Huilo dove dorme al calduccio il management BMW. Noi piantiamo la tenda sotto l’acqua, facciamo la doccia nei bagni all’aperto con 12 gradi, sotto l’acqua e dormiremo sotto un diluvio. Fortunatamente l’abbigliamento da moto è sotto un’enorme capanna col fuoco acceso che ci è stata messa a disposizione per la notte. Insieme ad altri 59 completi esattamente identici al mio, ritrovarlo al mattino sarà come vincere al lotto….
Oggi niente special stage, manteniamo quindi la quarta posizione. Ceniamo nel lussuoso hotel e ritempriamo lo spirito con l’ormai conosciuto rosso cileno.

30 NOVEMBRE: GIORNO "6" - RUNNING IN THE RAIN
Diluvia tutta la notte. Fortunatamente il materiale tecnico in dotazione è ottimo e trascorriamo una notte tranquilla. Ci svegliamo che diluvia e smontare il tutto e vestirci sotto l’acqua è molto gradevole…
Dopo colazione continua a diluviare. Viene annullata la prova di orienteering in moto prevista, a favore di una massacrante prova a piedi. Dobbiamo trovare sei way point, disseminati a distanze variabili dai 300 ai 900 metri nella foresta, da toccare a margherita, cioè rientrando dopo ognuno al campo base.
Percorriamo una distanza totale di quasi 5 km, con stivali e abbigliamento da moto, sotto il diluvio. Grazie a una prestazione maiuscola di Alessandro concludiamo in 3° posizione ma l’entusiasmo è frenato dal nostro stato fisico: siamo bagnati fradici fino alle mutande, e stanchissimi per la corsa e il dislivello percorso.

Dopo trenta minuti si salta in moto e si percorrono circa 180 km bellissimi misti asfalto/sterrato per giungere in un bel campeggio sulle rive del lago Pucon, con il maestoso vulcano Villarica e coprirci le spalle. Ma subito dopo pranzo, ecco lo special stage in moto: una staffetta di velocità su sabbia. Siamo su una spiaggia vulcanica su un lago celestiale, ma da lì a poco si scatenerà l’inferno… La staffetta si fa con tutte e tre le moto, un avanti e indietro curvando intorno a un paletto, da percorrere nel minor tempo possibile.
Ovviamente sorteggiamo l’ultima posizione di partenza, la quindicesima, ottimo sulla sabbia dopo il passaggio di altre 42 moto. Guardiamo le altre squadre e siamo sicuri di far bene. Andrea e Alessandro sono due gran manici e io su sabbia ho tanta esperienza, per cui sono abbastanza tranquillo: Ale non ci ha mai guidato ma è bravo e quindi siamo ottimisti. Decidiamo di partire distanziati per non darci fastidio e si rivela la tecnica vincente: parte Andrea, poi dopo un secondo io, poi Ale.
Io e Andrea tagliamo il traguardo con un intertempo da primo posto, ma accade l’imponderabile: Alessandro che stava andando alla grande, vede una mia sbandata e chiude il gas di colpo finendo a terra. Quando io e Andrea tagliamo il traguardo vediamo Ale che non riesce a rialzare la moto, che è caduta in contropendenza in 30 cm di sabbione molle. Lo aiutiamo a ripartire ma ormai l’ultima posizione è nostra.

Alessandro è molto avvilito, lo consoliamo, sapendo bene che poteva capitare a ognuno di noi e ripartiamo. Forse l’ultima possibilità di agguantare il podio, o anche più è sfumata…
Arrivati in campeggio fortunatamente non piove, si alza un bel vento e possiamo asciugare il tutto. Ma è solo un piacere momentaneo, dopo la prova teorica della sera, manteniamo ancora la quarta posizione, ma i primi tre team sono lì vicini. Sappiamo che dobbiamo sbagliare poco e possiamo sperare di fare meglio.

1 DICEMBRE: GIORNO "7" - THE FINAL COUNTDOWN
La notte pioviggina, partiamo subito in direzione delle pendici del Villarica. Non ci sono parole, siamo al limite delle nevi perenni, e si gode di un panorama a 270° e la cima a cono coperta di neve incombe alle nostre spalle. L’ambientazione è da film fantasy, facciamo una foto di rito e via! Qua non si perde certo tempo!
Attraversiamo una vasta zona rurale di montagna, bellissima, sempre sotto una leggerissima pioggia. 220 km assolutamente da ricordare, pranzo al sacco come ogni giorno e arriviamo al resort da dove siamo partiti il primo giorno, senza sapere cosa ci aspetta...

Mentre aspettiamo la preparazione delle prove finali piantiamo la tenda e scarichiamo i bagagli nella stessa piazzola che ci aveva accolti sette giorni prima. Ovviamente inizia a diluviare.
Attendiamo le decisioni dello staff: la prima prova è il traino di un carretto tirato da un R 1200 GS, ma serve soprattutto per esigenze fotografiche e niente più. La seconda prova è invece un percorso a ostacoli in stile trialistico (tronchi, sassi, slalom,terra) da effettuare con una R 1200 GS gommata nuova uguale per tutti.
Ovviamente anche qui la sfiga ci mette del suo e sorteggiamo il numero di partenza 15. Il tracciato è distrutto e i nostri diretti avversari in classifica, Argentini e Francesi sorteggiano la seconda e terza posizione. Grrrrr…

Andrea però è un gran manico (partecipa un solo pilota per nazione…), ci mette una pezza e con una gran abilità si piazza sesto. Non conoscendo esattamente le regole di attribuzione dei punteggi non riusciamo a calcolare la nostra posizione finale e aspettiamo con ansia la premiazione dopo cena.
Sempre sotto il diluvio (che durerà tutta notte e darà tregua solo la mattina successiva) ci docciamo e ci dirigiamo al ristorante silenziosi… ci abbuffiamo senza ritegno, la tensione si scarica e forse va giù anche qualche bicchiere di troppo, ma il clima cameratesco con le altre nazioni è ormai forte e si intonano inni e canzoni tipiche durante tutta la serata.

L'EPILOGO: SIAMO TERZI!
Ma quando Michael Trammer ha chiamato l’Italia al terzo posto lì ci siamo lasciati andare in un abbraccio forte con in miei compagni di avventura. L’Italia è sul podio, per il miglior risultato da quando esiste il GS Trophy, con un pizzico di rimpianto che si sarebbe potuto fare meglio, molto meglio. Ma va bene così: ho conosciuto due ragazzi straordinari, estranei fino a sette giorni fa, amici per la pelle oggi. In Sud America non abbiamo mai avuto uno screzio, mai un battibecco.

Ho visto i posti più belli che un motociclista possa sognare (ma che tornerò a visitare con più calma), mi sono divertito a derapare per 1.500 km di sterrato, ho avuto freddo, ho avuto caldo: ho sognato di essere a casa con Chiara e con mia figlia, ho sognato di stare via per sei mesi. Il GS Trophy, un’esperienza indimenticabile.
E un grazie spaciale a lei che mi ha "sopportato" per sette giorni: mai un sussulto, mai un incertezza. Pregi molti, difetti pochi. Sempre a fuoco e ogni tanto a passeggio… Le gomme sono demolite ma la soddisfazione è al vertice! Grazie piccola GS!

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