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Harley-Davidson: intervista a Willie G. Davidson

Abbiamo incontrato Mr. Davidson: che esperienza!

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Quando una persona ha un nome così importante (almeno per il mondo del motociclismo), la sera prima, mentre sei a letto le pensi tutte: "Lui, è il "pezzo grosso". Ha un cognome unico. Cosa gli chiedo? E... se mi blocco? E se ad un certo punto mi si resetta il cervello e dimentico l'inglese?", e molte altre domande. Un po' come un bambino hai quasi timore ad avvicinartici, poi, come tutte le cose, hai la sorpresa. Ci capita spesso di incontrare piloti della MotoGP o della SBK, direttori di aziende, ma qui siamo di fronte alla storia della moto.

Insomma, tutto questo, per incontrare un "certo" Willie G. Davidson, attualmente "ambasciatore" (è stato per tanto tempo Senior Vice President & Chief Styling Officer) di Harley-Davidson Motor Company. Solo scriverlo mi fa tornare in mente la nostra chiacchierata nella sua lingua. Ma, chi è questo signore? Iniziamo con il dire che William Godfrey Davidson nacque nel 1933 (si, ha quasi 80 anni, anche se non li dimostra per nulla!). Mr. Willie G. è il nipote del cofondatore di Harley-Davidson, William A. Davidson nonché figlio di William Herbert Davidson (secondo presidente di H-D). E' naturalmente "nato e vissuto" nell'ambiente delle più vendute bicilindriche americane, si è laureato presso la University of Wisconsin e successivamente ha studiato presso uno dei migliori istituti al mondo di design: l'Art Center College of Desing di Pasadena, California. Prima di disegnare moto in H-D ha lavorato nel dipartimento del design di Ford Motor Company. Nel 1963 entrò nel dipartimento del design di Harley-Davidson e sei anni dopo fu promosso a Vice-Presidente del reparto. La FX Super Glide del 1971, la FXS Low Rider del 1977, la XLCR Sportster del 1977... sono tutte uscite dalla sua creatività (e tante altre moto ovviamente). Nel 1981, insieme a Vaughn Beals ed altri 11 investitori ha ricomprato il brand H-D (nel '69 H-D fu venduta, per la crisi, alla compagnia metallurgica American Machine and Foundry AMF N.d.R.) e da allora l'azienda di Milwaukee ha fatto passi da gigante.

L'occasione per parlare con questo personaggio carismatico, l'abbiamo avuta in occasione della Conferenza Stampa di presentazione a Roma, presso i Musei Capitolini, per mostrare il programma ufficioso dei 110 anni di Harley-Davidson che si festeggeranno proprio nella Capitale. Dopo la conferenza, le domande dei colleghi (con purtroppo, tante domande inutili), siamo riusciti a "rubare" cinque minuti di chiacchiere in relax a Mr. Davidon, con al suo fianco il figlio Bill. Sicuramente ognuno di voi ha in famiglia uno zio anziano, un nonno, insomma una figura d'esperienza che ha da raccontare... i suoi passati 50/60 anni. E' così che desidero presentarvi la cosa, come un "discorso" di uno zio anziano che parla con il giovane (io), con una disponibilità inimmaginabile. Ed il giovane che ascolta, e non resta a bocca aperta solo per... "decenza". Lui è vestito "all black". T-shirt Harley-Davidson, camicia e pantaloni Harley-Davisons, bracciale e anello Harley-Davidson, fibbia Harley-Davidsons, coppola con spilla... Harley-Davidson. Sì, deve essere proprio lui, il Signor Davidson.

Mr. Davidson, mi piacerebbe farle un milione di domande su di lei. Da dove iniziamo?
"Iniziamo con il dire che sono un artista di natura e Roma è arte. Per i 110 anni di Harley-Davidson voglio portare qui tanti, ma proprio tanti bikers! Stamane ho incontrato il Papa, è stato emozionante. Ha parlato con tutti noi e sembra una persona sensibile. Ha benedetto i due serbatoi e abbiamo scambiato due parole".

Qual è il segreto di Harley-Davidson?
"Che siamo su piazza da 110 anni, mentre altre aziende non hanno nemmeno la metà dei nostri anni. E poi la passione, sicuramente la passione. Gli harleyisti sono orgogliosi della loro moto, sono rumorosi e gli piace girare la manopola del gas! - mima il movimento mentre sorride e stringe gli occhi sotto gli occhiali da sole scuri – "Vedi, il design... va maneggiato con cura. Look, sound and feeling sono i nostri tre punti di riferimento. Siamo orientati sul cliente, su quello che desidera, che vorrebbe... e soprattutto, noi stessi, siamo bikers!".

Design... a volte bisogna azzardare...
"A volte sì. Pensiamo al luglio del 2001, con la V-Rod. Un successo, nonostante sia un prodotto differente dal classico H-D. E' stata una sorpresa per tutti e siamo riusciti ad attrarre persone diverse che volevano qualcosa di diverso dal classico".

Bill, la passione viene da tuo padre Willie?
"Beh, da piccolo toccavo le moto di mio padre e mi emozionavo. Mia figlia quando torno a casa fa lo stesso con me e spero che i miei nipoti replichino tutto questo in futuro. Insomma, la passione per la moto e le Harley-Davidson sono... come un virus, sì, sono come un virus infettivo!".

Mr. Willie Davidson, 110 anni di storia. Limitiamoci alla metà. Come è cambiata Harley-Davidson negli ultimi 50 anni?
Mr. Davidson fa un sorso della sua diet coke (soffre di diabete), sorride ed esclama: "Ragazzo, vuoi scrivere un libro stasera? Mi ci vorrebbero ore ed ore!". Sulla terrazza dove parliamo, c'è alle sue spalle il retro del Vittoriano (l'Altare della Patria) e dietro la sua spalla destra la Cupola di San Pietro. La storia della moto, tra la storia della Chiesa e quella dell'ultimo Re di Sardegna e primo Re d'Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia. "Diciamo che il cambiamento è stato... non cambiare! Piuttosto direi che si è passato dalla passione per i "soli" States, a... ogni angolo della Terra! Solo l'HOG (Harley Owners Group N.d.R.), conta in tutto il Mondo oltre un milione di iscritti".

Quando gli abbiamo poi chiesto di fare una foto accanto alla Road King® 110th Anniversary Edition (quantità limitata a 1.750 esemplari) la sua risposta è stata: "Devo passare sul telo, è bianco, lo sporco con le scarpe!". "Lei è Mr. Davidson, quel telo è suo!", è stata la nostra risposta che ha scatenato una risata generale dei presenti.

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