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Ferrari: "È più dura guidare una Moto2 che una Superbike"

Parla Matteo: “Con una Superbike arrivi subito al limite mentre con la Moto2 non sai mai dove sia e non c’è un Piano B. Aldeguer basta vederlo, è già pronto per la MotoGP”

Moto2: Ferrari:

Tra i piloti scesi in pista lo scorso weekend a Jerez c’era anche Matteo Ferrari. Il romagnolo ha infatti tenuto alti i colori Gresini affiancando Arenas e Gonzalez nella wildcard in terra andalusa. Per lui è stato un fine settimana tutto da scoprire quello in sella alla Kalex tra gomme nuove, motore, format e tutte le dinamiche che concerne la categoria di mezzo.

Per l’occasione Matteo ha concluso la gara raccogliendo il primo punto iridato. È stata l’occasione per fare esperienza, macinare chilometri e prepararsi in vista dei prossimi appuntamenti. Di questo e molto altro ne abbiamo parlato proprio con lui nei giorni scorsi.

“Il bilancio del mio fine settimana a Jerez lo considero positivo – ha esordito – purtroppo il meteo ha condizionato i piani e di conseguenza non è stato facile adattarsi velocemente alla moto. Tra l’altro, il motore della Kalex utilizzato in gara a Jerez è ben diverso rispetto a quello dei test, dato che il carattere cambia molto e di conseguenza ho dovuto dedicare parte delle sessioni nel prendere confidenza con il freno motore. Personalmente però sono soddisfatto, perché ho raccolto un punto e sono dell’idea che non siamo più di tanto lontani dai primi dieci, che alla fine è il mio obiettivo”.

In questi anni ti abbiamo visto guidare diverse moto. Quanto è grande il salto dalla Superbike alla Moto2?
“A mio avviso è più dura guidare una Moto2 che una  Superbike. Con una derivata di serie arrivi molto più facilmente al limite e hai più sensazioni. La Moto2 invece è rigida, tende a impennarsi e di conseguenza devi fare un lavoro più di gestione per essere efficace. Poi da quest’anno sono cambiate anche le gomme e questo incide parecchio”.

Si parla tanto di queste Pirelli. Cosa cambia rispetto alle Dunlop?
“Con le Dunlop potevi affrontare una gara facendo anche 50 giri. Le Pirelli invece sono diverse, di sicuro sono più prestazionali, ma è fondamentale fare un lavoro di gestione. Lo vedi spesso in gara, dove non è consentito avere un Piano B perché se no dopo pochi giri hai finito. Inoltre sono dell’idea che al momento non tutte le moto siano  assettate per sfruttarne al massimo il loro potenziale. Penso ad esempio ad Arbolino, un pilota che lo scorso anno si giocava il titolo mentre al momento sta faticando molto nel trovare la giusta messa a punto con le nuove gomme”.

Parliamo un attimo di piloti. Cosa ci dici di questo Aldeguer, pronto al salto di categoria?
“Fermin basta vederlo, è già pronto per la MotoGP. È un pilota che non lascia mai nulla di intentato, in ogni sessione di prove non si tira mai indietro, mettendoci sempre il 110%. A parte il modo in cui approccia il weekend di gara, sono stupito dalla sua frenata e dall’ingresso curva, perché è davvero impressionante. Se Ducati lo ha messo sotto contratto già un anno prima, il motivo è chiaro”.

A Jerez hai corso portando il numero di Fausto Gresini. Un bellissimo messaggio, a cui tutto il paddock ha applaudito.
“Mi sembrava giusto fare così e sono contento che tutta Gresini, la gente del paddock e gli appassionati abbiano apprezzato l’ìdea.  Con Fausto c’è sempre stato un rapporto speciale e spesso abbiamo parlato della Moto2 oltre che la MotoE. Correre in questa categoria mi piace e non sarebbe male poter disputare un intero Campionato anche se la priorità è vincere il titolo nell’elettrico. Di sicuro quella di Jerez non sarà una toccata e fuga, perché correrò anche a Silverstone con la Kalex e vorrei fare meglio”.    

 

 

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