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Dovizioso: "Il vero mondiale MotoGP lo vedremo da Jerez"

VIDEO - "E’ un peccato perché il livello dei piloti e delle moto, darebbe la possibilità di fare una lotta spietata e bellissima che però non è possibile. Si potrebbe fare più spettacolo dal punto di vista del puro combattimento e l’aerodinamica di certo ha condizionato questo aspetto."

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Andrea Dovizioso era presente a Misano per partecipare al Blue Racing Day, la giornata in cui la Casa di Iwata presente tutti i programmi sportivi dedicati alla pista, scegliendo quest'anno come cornice per la conferenza di presentazione il nuovo Yamaha GYTR Pro Shop presente nel paddock del circuito e gestito dai ragazzi di GRT, la stessa squadra che fa correre in SBK Aegerter e Gardner. 

Ma Dovizioso ormai ha appeso il casco al chiodo per quanto riguarda il racing in pista, solo che la sua enorme esperienza non poteva essere sprecata e Yamaha già dalla scorsa stagione ha dato vita ad un programma dedicato alla formazioni di meccanici e ingegneri per il mondo racing. Il ruolo di Andrea in questo progetto? Essere una sorta di coach per questi ragazzi, spiegargli come si lavora in un box, come si interpretano le indicazioni di un pilota per poi applicare modifiche all'assetto di una moto in pista. 

Abbiamo anche avuto la fortuna di beccare Andrea tra i cordoli, giusto il tempo di lasciare il box, entrare in pitlane e poi vederlo svanire tra i cordoli di Misano, semplicemente troppo veloce anche solo per pensare di tenere il passo. E lui dice pure di essere andato piano...

Ormai sei un uomo Yamaha a tutto tondo. Come ti senti in questo ruolo di coach per i giovani meccanici e ingegneri?
"E’ bello che Yamaha pensi a me, mi fa piacere questa cosa. La mia esperienza ed il mio metodo di lavoro si conoscono, sono sempre stato molto puntiglioso, quindi direi che è ben collegato a questo tipo di giornate. Bello vedere questi ragazzi che sono quasi impauriti, che hanno questa passione negli occhi e vogliono arrivare in alto. E’ una strada molto lunga, oggi è il primo shock per loro, ma cerco di farglielo vivere più serenamente possibile. C’è tanta strada, ma penso sia una bellissima esperienza per loro ed anche per me".

Come procede invece la tua avventura da imprenditore al Monte Coralli Park?
"A Monte Coralli c’è ancora tanto lavoro da fare, fino a che non finiscono il cantiere grosso, che non è il mio ma quello comunale, io cercherò di aprire e sfruttare il parco, ma sarà complicato. Quando invece questo cantiere finirà, potremo sfruttare questo parco a 360 gradi e poi in inverno si farà anche il ristorante. Cambierà totalmente, si potranno fare tante cose. Non voglio parlare troppo ancora perché siamo ancora in via di definizione di tanti particolari. Ma il bello di avere a disposizione uno spazio del genere è proprio che puoi fare tantissime cose diverse".

Ma quando torni nel paddock di una pista come ti senti, senti ancora che è il tuo mondo?
"L’anno scorso onestamente no, mi sono sentito lontano. Quest’anno ci sono arrivato con la stessa mentalità, vivendo tanto l’off road, facendo tre allenamenti a settimana in cross, vivi un’altra situazione mentale oltre che fisica. Però oggi ho trovato qualcun'altropilota in pista, mi sono ingarellato un po’! Sto provando certe emozioni".

Abbiamo visto un bel duello con Melandri!
"Ho trovato Marco in pitlane, non ci credevo. Allora gli ho detto di fare due giri assieme, logicamente nessuno dei due ha mollato! Andavamo pianissimo, dovevamo andare assieme ed è stato bello. Io ho corso con Marco tanto tempo, quindi vederlo da dietro in pista, indipendentemente dal ritmo, mi ha fatto riconoscere il suo stile, il suo approccio alla curva. Mi ha fatto effetto! Poi ho fatto anche qualche altro turno con altri piloti, ho tirato giù dei secondi, ma sempre con tempi imbarazzanti, non tiro fuori i tempi! Però ho ritrovato delle buone sensazioni con moto che non conosco bene. Io non mi sono mai trovato particolarmente bene con le moto stradali, le MotoGP sono più strette. Uno basso come me fra veramente tanta fatica su queste".

Parliamo di MotoGP, ti piace o secondo te serve un regolamento che cambi davvero tutto dal 2027?
"Mi fai passare per polemico! Per me la MotoGP è bellissima perché è tutto spremuto al limite, tirano giù secondi su secondi, quindi è bello per un appassionato di moto. Soprattutto quando uno capisce qualcosa di tecnica e vede queste evoluzioni è splendido. Però c’è sempre lo stesso discorso, si va più forte di qualche anno fa ma con molta meno lotta".

Però qualche bel duello lo abbiamo visto. 
"La lotta in pista quando c’è, ma è solo perché c’è una gestione di gomma. Altrimenti la moto non ti permette di fare combattimento. E’ un peccato perché il livello dei piloti e delle moto, darebbe la possibilità di fare una lotta spietata e bellissima che però non è possibile. Si potrebbe fare più spettacolo dal punto di vista del puro combattimento e l’aerodinamica di certo ha condizionato questo aspetto. Ma è sempre il solito discorso, gli ingegneri cercano di sviluppare per andare più forte. Loro non si preoccupano dello spettacolo, ma solo di andare più forte. Poi sarà sempre l’organizzatore, assieme alle Case, a poter prendere queste decisioni per il futuro. Però sono sempre tutti in contrasto, quindi si entra in discorsi un po’ particolari".

Domanda di fuoco: chi vince il mondiale?
"Impossibile saperlo in questo momento, io sono convinto anche che da Jerez parta il vero campionato. Perché le tipologie di pista su cui si è corso fino a questo momento non sono veritiere o lo sono solo fino ad un certo punto. Jerez sarà la prima pista piccola e lenta dove il loro feeling cambierà completamente, da lì poi cominciano certe piste che ci faranno capire davvero chi saprà essere più costante, perché sono in tanti a poter vincere delle gare, ed anche il mondiale. Più case sono competitive, lo vedo totalmente aperto".

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