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MotoGP, Marquez: "Non sarò mai veloce come 10 anni fa, compenso con l'esperienza"

"La MotoGP perfetta? Io vorrei più show e meno aerodinamica. I tifosi da casa non capiscono se giriamo un secondo più lenti o più veloci, vogliono lo spettacolo ed anche io"

MotoGP: Marquez:

Marc Marquez sa di avere a Portimao una grande opportunità. Il tracciato portoghese è sempre piaciuto allo spagnolo e la pole e il podio nella Sprint Race della scorsa stagione ne sono solo la conferma, visto che li ha ottenuti con una Honda oggettivamente in debito di ossigeno.

Adesso ha a disposizione la moto che qui nel 2023 dominò con Bagnaia sia il Gran Premio che la Sprint, quindi dopo aver prese le misure alla Ducati a Lusail, in tanti nel paddock sono pronti a scommettere che Marc voglia alzare l’asticella in Portogallo. Il quinto ed il quarto posti in Qatar infatti hanno rappresentato un buon punto di partenza per la sua stagione, ma conoscendo la sua attitudine da killer, è probabile che Portimao possa diventare lo scenario perfetto per vederlo in modalità di attacco già dal primo turno di libere di domani.

Cosa ti aspetti a Portimao di diverso rispetto a Lusail?
"Naturalmente le cose sono diverse, perché entreremo in pista per essere veloci da subito e questo rende questo weekend diverso rispetto al Qatar ed anche ai test in Malesia, perché lì ero stato un po’ in difficoltà. Vediamo se a Portimao sarà in grado di essere subito in top ten, magari entrando in Q2 che è il mio obiettivo. Ma tolto questo, direi che questa pista è completamente diversa rispetto a quelle su cui ho girato fino ad ora con la Ducati".

Acosta è il tuo erede?
"Penso che Acosta sarà uno dei piloti del futuro ed anche del presente della MotoGP. In Qatar ha dimostrato di avere il talento che serve, quando hai tanto talento sei veloce con qualsiasi moto. Penso che presto imparerà anche a gestire meglio le gomme in condizioni gara. Ha corso davvero bene, quando l’ho seguito in gara mi sono reso conto di quanto sia veloce nelle curve molto ampie. Succede spesso ai piloti che arrivano dalla Moto2".

Ti vedi nel team Ducati Factory nel 2024?
"La mia situazione è diversa rispetto al passato, perché di solito sapevo già molto presto dove avrei corso la stagione successiva. Adesso non ci penso, voglio solo restare concentrato su me stesso, voglio divertirmi in pista. Poi so che se mi diverto e sono veloce, posso avere la possibilità di scegliere una squadra. Ma fino ad ora non voglio parlarne, voglio solo pensare a quello che farò in pista qui, darò il 100% sempre. So che nello sport conta il presente, non il passato. Il presente è quello di oggi e devo lavorarci perché ci sono almeno quattro piloti più veloci di me. Penso che avrò bisogno di altre 4 o 5 gare per arrivare dove voglio, mi sto adattando abbastanza bene come stile, sto capendo la mia moto adesso".

Ed avere una Ducati Factory in Gresini? Magari avresti meno pressione. 
"Non risponderò perché lo ho già fatto. La pressione è la stessa. Perché un pilota è felice se sale sul podio, e anche la squadra lo è, è questo il nostro obiettivo. Il podio è meglio di fare una top five, vincere è meglio che fare podio e basta. Il fatto che nella squadra ci sia un’atmosfera più giocosa, non vuol dire che ci sia meno pressione o che non ci siano ambizioni. Sono le stesse di una squadra Factory. Ma è vero che ci sono meno persone nella squadra e questo rende l’atmosfera più familiare. Ma quando ero in Repsol Honda l’atmosfera era corretta. La cultura è diversa tra giapponesi e italiano. Ogni atmosfera è buona se i risultati sono buoni".

Secondo te in cosa la Ducati GP24 è migliore rispetto alla 23?
"Non so, per me la GP24 non è meglio della mia. Io ho quello che ho, mi sento bene sulla GP23. Magari la 24 sarà migliore in alcuni aspetti, ma io adesso non ho ancora toccato il vero limite della mia moto, ci sto lavorando e solo dopo potrò capire la differenza".

Cosa pensi della nuova generazione di piloti che vengono dalla Moto2?
"I piloti giovani guidano in modo diverso. Io usavo il gomito, loro usano la spalla! Piegano tanto con il proprio corpo, ma devi sempre capire quale sia il tuo stile. Per esempio Aleix Espargaró è velocissimo ed utilizza un old style quando è in sella. Alla fine devi adattarti alla moto, per fare il massimo. Ma è vero che quando arrivi dalla Moto2 alla MotoGP all’inizio sei velocissimo, poi inizi a perdere questa caratteristica ma inizi a gestire meglio le gomme. Quando sono arrivato qui ho imparato tanto da Valentino, Lorenzo, Pedrosa. Ora imparo dai giovani che arrivano con uno stile diverso".

Qualche volta ti senti vecchio rispetto ai tuoi rivali?
"Mi sento con più esperienza! Ne parlo spesso con le persone che sono attorno a me. Adesso le cose sono diverse, io nel 2013 lottai con Valentino, Pedro Acosta ha lottato con me. Penso che sia normale, fa parte dello sport. Ognuno ha il suo periodo, poi arrivano piloti sempre più giovani di te che cercano di farti fuori. E' normale. Ho più esperienza, ma quando ero più giovane forse ero meno consapevole di quello che facevo e spesso mi andava bene. Adesso sono più conservativo, a sfrutto la mia esperienza. Non sarò mai veloce come dieci anni fa, perché quando sei giovane hai un extra. Ma puoi sfruttare l’esperienza in più ed è fondamentale. In Qatar ero calmo, tranquillo e vorrei continuare in quel modo. Voglio imparare dai migliori piloti Ducati".​​​​​​

Tra poco si decidono i regolamenti dal 2027. Tu come vorresti che fosse la MotoGP perfetta?​
"Dipende da cosa intendi per una moto perfetta. Se vuoi una MotoGP pensata per lo show oppue se vuoi una moto che sia perfetta e basta. Io preferisco che si vada verso lo show. Se togliamo l’aerodinamica ed altri device, penso che lo show sarebbe più bello, perché oggi è difficile superare. Se invece vuoi la moto perfetta, basta insistere con l’aerodinamica ed altre cose, ma le persone a casa non realizzano se vai più forte o più piano di un secondo. Io vorrei una moto con meno aerodinamica, sono sicuro che per lo show sarebbe meglio".

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