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SBK, Rea: “Amo la Yamaha, ma ad oggi non l’ho mai guidata come vorrei”

“Abbiamo capito quale fosse il problema dell’Australia ed è stato risolto, la R1 però non la sento ancora mia. È vero che nei test invernali sono stato veloce e il carattere della Yamaha mi piace, ma quel che conta è essere davvero veloci e per ora non lo sono”

SBK: Rea: “Amo la Yamaha, ma ad oggi non l’ho mai guidata come vorrei”

La prima giornata di test a Barcellona ha restituito in parte il sorriso a Johnny Rea. Al termine del giovedì il Cannibale compare in quinta posizione senza aver messo la SCQ. Per l’occasione il portacolori Yamaha ha parlato delle difficoltà emerse in occasione della tappa di Phillip Island, dove non ha raccolto nemmeno un punto, chiudendo Gara 2 con una brutta caduta.

Con grande serenità Rea ha voluto chiarire il tutto.   

“Fin dal primo giro ho ritrovato le sensazioni dei test – ha esordito – penso sia stato un giovedì positivo anche se dispiace molto per l’inizio del Mondiale. Durante queste ultime settimane abbiamo cercato di capire cosa fosse successo in Australia, infatti abbiamo analizzato con attenzione tutti i dati, facendo tutte le dovute verifiche del caso. La motivazione delle nostre difficoltà a Phillip Island è dovuta a dettagli, condizionati poi dalla caduta al martedì. Nel corso del weekend siamo stati poi costretti a dover rincorrere nonostante siamo poi riusciti a compiere dei passi avanti”.  

A Barcellona Rea volta quindi pagina.
“Quest’oggi sono ripartito da zero e abbiamo lavorato su diversi aspetti della moto tra cui l’anteriore con l’obiettivo di avere una frenata migliore. Personalmente penso che i problemi dell’Australia siano risolti. Dobbiamo inoltre considerare che quello alla fine è un contesto particolare, inoltre c’era tantissimo grip. Ora però siamo qua e dobbiamo ripartire”.

Johnny cerca poi di fare un rapido bilancio della sua moto.
“Amo il carattere della Yamaha, anche se ad oggi non l’ho mai guidata come vorrei io. Questa per me è una nuova avventura e attorno a  me ho un gruppo di lavoro nuovo, di conseguenza ci dobbiamo conoscere e trovare quel giusto amalgama che serve. Tutte le persone che lavorano sono straordinarie, perché ci mettono grande impegno e conoscenza”.

A tal proposito il nordirlandese fa leva sull’aspetto mentale.
“Di sicuro non bisogna entrare in panico, perché non servirebbe a nulla. Lo scorso anno ero distrutto ad inizio stagione, perché non sapevo quale strada seguire. Poi però siamo riusciti a ripartire e fare passi avanti. Nel corso dell’inverno con la R1 sono stato veloce da subito,  ma il fatto è che non sono davvero veloce come vorrei e per esserlo tutti i tasselli devono incastrarsi”.

Chi al momento sta facendo la differenza è Locatelli.
“Locatelli ha grande fiducia con la moto e in Australia ha mostrato grande competitività. Noi dobbiamo fare un passo alla volta senza andare in panico. Come ho detto quello di Phillip Island e un contesto particolare, ma dispiace comunque per questo inizio. Voglio però ringraziare tutte le persone del centro medico e della clinica mobile che mi hanno prestato soccorso dopo l’infortunio di martedì nei test”.

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