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MotoGP, Beirer: “Non vorremo mai 24 gare come in F1, abbiamo già raggiunto il limite”

“La squadra era al limite nelle ultime gare della scorsa stagione. La dimensione ottimale sarebbe di 18 eventi non di 22, ma non cambierei il format dei weekend: la Sprint va disputata in tutti gli appuntamenti”

MotoGP: Beirer: “Non vorremo mai 24 gare come in F1, abbiamo già raggiunto il limite”

Dall’introduzione nella passata stagione delle gare Sprint in tutti gli eventi della MotoGP, team e piloti hanno sottolineato a più riprese il grosso sforzo sostenuto a livello fisico e mentale per fronteggiare un calendario che si fa sempre più lungo e corposo di anno in anno. Senza la cancellazione del GP dell’Argentina e le incognite che ancora circondano gli appuntamenti in Kazakistan e India, sarebbero infatti dovuti essere ben 22 gli appuntamenti di questo 2024. La stagione più lunga di sempre nelle intenzioni degli organizzatori del campionato. 

Una situazione che si sta facendo sempre più insostenibile per tutte le parti coinvolte, come ha sottolineato Pit Beirer, tornando a riaccendere i riflettori sul numero massimo di eventi che andrebbero disputati in un anno. Preferirei che non superassimo la barriera delle 20 gare e che alleggerissimo la pressione rinunciando a una o due corse. Ma a mio parere il format di gara dei fine settimana non dovrebbe cambiare, ha affermato il direttore motorsport della KTM a Motorsport-Total.com

L’ex pilota tedesco non vede di buon occhio l’idea di adottare la strategia della Formula 1 di correre le Sprint Race soltanto in alcuni eventi, ma chiede a gran voce l’introduzione di un tetto massimo di appuntamenti a stagione, per andare incontro alle esigenze dei dipendenti.

“Non sono un fan delle Sprint in alcune gare e non in altre. Penso che le Sprint si debbano svolgere ogni fine settimana, ma non dovrebbero esserci più di 20 eventi - ha spiegato - La dimensione ottimale che vorremmo come costruttore sarebbe di 18 gare e non di 22. In nessun caso vogliamo quello che sta vivendo la Formula 1 con 24 gare. Sarebbe troppo. Non perché non ci piacciano le corse, ma perché entra in gioco il fattore umano”.

Gestire un calendario che si protrae da marzo a novembre, con impegni serrati e lunghe trasferte in giro per il Mondo, è tutt’altro che una passeggiata. Soprattutto se si cerca di coniugare il lavoro con le responsabilità familiari.

“Da scapolo è interessante fare il giro del Mondo, ma quando si hanno una relazione stabile e dei figli, è bello avere mamma o papà a casa per un fine settimana. Questo è emerso chiaramente nelle ultime gare all’estero della scorsa stagione. La squadra era al limite - ha ammesso Beirer - Ci sono state una o due persone che si sono dimesse con le lacrime agli occhi, perché a loro piaceva molto far parte della squadra, ma non riuscivano più a destreggiarsi tra famiglia e carriera. Questo è l’unico motivo per cui diciamo che il limite è stato raggiunto”.

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