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MotoGP, Michele Pirro: "In Qatar sarà guerriglia aperta contro la Ducati"

VIDEO - Alla vigilia del GP del Qatar, abbiamo incontrato Michele Pirro per parlare delle sue aspettative per questo primo appuntamento della stagione. Dalle differenze tra la GP23 e la GP24, alle aspettative su Marquez, ad una Ducati pronta a lottare contro tutte le case rivali

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A due giorni dall'avvio del campionato 2024, Michele Pirro è sicuramente uno degli uomini che ha la prospettiva più ampia e dettagliata sullo sviluppo in casa Ducati. Presente ai test in Qatar ha potuto così osservare i risultati degli sforzi invernali da parte di Borgo Panigale ed anche carpire i valori in pista, non solo tra i piloti Ducati ma anche dei loro avversari. L'abbiamo incontrato al circuito di Vallelunga in cui il collaudatore Ducati è ora alle prese coi test in vista del campionato italiano cui parteciperà, ed è stata così l'occasione per una chiacchierata tesa tra aspettative e impressioni all'alba del GP del Qatar.

Manca poco al primo appuntamento della MotoGP in Qatar, per ora sembra che Morbidelli abbia ricevuto l'ok a correre e non necessiterà di una sostituzione. Come vedi questo inizio di campionato?
"Siamo qui a Vallelunga per due giorni di test sulla nuova moto in vista dell'inizio del campionato italiano, gli ultimi due giorni della stagione non mi hanno lasciato un buon ricordo - ricorda scherzando Michele Pirro - Per quanto riguarda la MotoGP dispiace sempre quando un pilota si fa male e bisogna sostituirlo, c'è sempre rispetto tra piloti. Credo che Franco proverà in Qatar, ha l'ok dai medici ma è una situazione particolare perchè è chiaro che con un infortunio alla testa nessuno vuole assumersi quel tipo di responsabilità. Speriamo si riprenda subito, ma sarà un inizio in salita dopo aver perso cinque giorni di test che nella MotoGP odierna è deleterio per un pilota. Salire in sella a 24 ore dalla prima gara non è il massimo, dovrà prendere le misure velocemente".

Sei stato ai test e hai visto da vicino i valori in pista. Cosa possiamo aspettarci dai rivali della Ducati?
"Ci sarà più guerriglia per cercare di contrastare la Ducati. E' un qualcosa che notai già lo scorso anno quando i giapponesi si presentarono ai test con tantissime persone. C'è voglia di contrastare la Ducati, che da sportivo fa piacere perchè siamo diventati un riferimento, ci abbiamo messo degli anni per arrivare a questo livello. La concorrenza però non manca, la KTM ha fatto degli step ulteriori, ed anche la Yamaha sta lavorando sul motore ed abbiamo visto delle velocità importanti sia in Malesia che in Qatar, un qualcosa che non si era mai visto dalla Yamaha, l'innesto di Bartolini porterà il suo knowhow da loro. Honda riparte da zero ma hanno tante concessioni quindi hanno possibilità di recupero. E' un campionato con tanti spunti quindi, e ovviamente ci sarà l'incognita Marquez che torna su una moto competitiva. Mi aspetto un suo ritorno al livello del passato e sarà sicuramente della partita".

In quanto collaudatore, sei l'unico che può veramente raccontarci la differenza tra la GP23 e la GP24.
"E' meno di quello che la gente si immagina - prosegue - ci sono ovviamente diverse migliorie di una moto nuova, che non è poco. Negli anni una moto nuova spesso portava problemi, ma ci siamo concentrati nel lavoro anche grazie all'esperienza maturata negli anni e siamo arrivati ai primi due test già ad un ottimo livello. Già a Valencia ci eravamo resi conto che la moto era sulla direzione giusta. Però dico sempre l'esempio di Fabio di Giannantonio, che nonostante avesse la GP22 lo scorso anno con la propria confidenza a fine stagione è riuscito a vincere una gara e tornare protagonista. Quindi la GP24 è sicuramente uno step avanti, ma la differenza poi la fanno i dettagli e la fiducia del pilota sulla moto. Con la moto dello scorso anno Fabio ha fatto bene nei test, Bezzecchi ha avuto qualche difficoltà, aspettiamo il feedback di Morbidelli ma sarà un campionato interessante. Ciò che mi dispiace è che sono venuto via dal Qatar e dalla Malesia con la consapevolezza che quest'anno fare delle wildcard sarà improponibile. Sicuramente non nei primi sei messi, ma al di là delle prestazioni delle moto abbiamo anche tanti piloti competitivi".

Sarai comunque presente in Qatar nel caso ci fosse bisogno o come coach per la prima gara?
"Al momento rimarrò qui a Vallelunga ma ovviamente potrei essere chiamato all'ultimo minuto. Sarò invece sicuramente a Portimao perchè da lì sarò vicino a Jerez, sede dei prossimi test. Sarà un mondiale interessante in cui bisognerà cercare di sbagliare il meno possibile,  perchè come Bastianini ha dimostrato lo scorso anno, essere a mezzo servizio non basta più per essere competitivo,  con cinque decimi di gap sei diciottesimo e sparisci".

C'è chi dice che Marc Marquez si è nascosto, ai test inseguiva Pecco a tre decimi.
"Sicuramente a Valencia non si è nascosto, era sempre veloce e subito ed è una pista in cui si sa esprimere al meglio. Da Marquez ci si può aspettare di tutto, ma l'ho visto molto consapevole della sfida. Tanti pensano che darà un secondo a tutti, ma vi assicuro vedendoli da dentro che tutti vanno veramente forte quindi anche lui sa che ha avversari forti. Lo vedo nei primi cinque e non si tirerà indietro perchè è un animale da gara. Ha provato a vedere i limiti della Ducati, lo abbiamo visto da quella prima scivolata in Qatar, e penso sia un segnale positivo. Smettendo di cadere recuperi feeling sulla moto".

Sabato scorso c'è stato anche l'avvio del campionato di F1 nel Bahrain. Anche lì i piloti si sono lamentati del numero di gare eccessive.
"Non essendo più giovanissimo ora vedo le cose in prospettiva. Da pilota pensi che tante gare siano molto faticose da affrontare, ma è anche vero che il Motorsport ha sofferto negli ultimi anni, e le gare sono necessarie per far riappassionare il pubblico. Poi si potrà pensare a rivedere alcuni aspetti, e credo che questo sia il pensiero di organizzazioni come la Dorna o in F1, con l'obiettivo di toccare più paesi per tastare il riscontro del pubblico. Ammetto però che vedo i piloti molto sotto stress e la MotoGP è veramente tosta, non solo per loro ma anche per le squadre e le famiglie. Il nostro sport però si sostiene anche grazie ai tifosi a all'interesse dei media, quindi serve buon senso ed un pizzico di sacrificio in attesa che le condizioni migliorino".

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