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SBK, Zambenedetti: “Iannone mi ha stupito, ha lo stile di Bautista sulla Ducati V4”

“Il suo talento e le qualità della Panigale lo hanno aiutato a essere subito a questo livello. Dovrà però darsi del tempo per ritrovare gli automatismi e lavorare sulla ‘lingua’ con cui parlare con la squadra”

SBK: Zambenedetti: “Iannone mi ha stupito, ha lo stile di Bautista sulla Ducati V4”

Dopo quattro anni di stop, Andrea Iannone tornerà a competere in un campionato del Mondo, schierandosi sulla griglia di partenza della Superbike con la Ducati V4R del team Go Eleven. Tra i piloti più attesi al via di questa stagione, The Maniac non ha tradito le aspettative e si è attestato subito tra i grandi protagonisti dei test precampionato, mettendosi particolarmente in luce nel passo gara mostrato a Jerez. 

Il ritorno in sella del pilota di Vasto è stato proprio uno dei temi di cui abbiamo parlato con il direttore tecnico della Ducati, Marco Zambenedetti, che in una chiacchierata con il nostro Riccardo Guglielmetti ci ha spiegato come ha visto Iannone nelle sue prime uscite con la Panigale V4 e quali noie gli hanno impedito di confermare in Portogallo il gran ritmo mostrato in Andalusia.

“A Portimao abbiamo avuto dei problemi con alcune componenti con Petrucci, Lowes e Iannone, e con delle evoluzioni su cui stavamo lavorando e che non sono arrivate. Quindi, abbiamo dovuto cercare di intervenire con la configurazione della moto per cercare di sistemare le differenze rispetto a prima - ha chiarito l’ingegnere - Sono problemi che possono capitare ed è meglio che ci siano successi durante i test che in gara”.

Come ti spieghi il fatto che Iannone è stato subito veloce, pur arrivando da quattro anni di stop? È merito della Ducati, o dell’esperienza di Andrea in MotoGP?
“Direi entrambe le cose. Iannone ha detto che la moto è ben centrata e ti permette di essere già a un certo livello, ma il suo talento e il suo passato in MotoGP l’hanno evidentemente aiutato molto. Detto questo, sono rimasto piacevolmente sorpreso da Andrea, perché mi aspettavo che sarebbe stato veloce ma non da subito. Adattarsi alle gomme e portarle al limite non è facile, l’abbiamo visto anche con Petrucci, ma fortunatamente per lui è stato tutto un po’ più semplice. Credo che Andrea dovrà darsi ancora un po’ di tempo per recuperare alcuni automatismi per la gara, perché girare da solo è diverso che girare con gli altri e doversi inventare un sorpasso, anche se il pilota dentro di lui avrebbe sicuramente già voglia di farlo”.

C’è qualcuno che ti ricorda a livello di stile di guida?
“Alvaro Bautista. I piloti che vengono dalla MotoGP hanno acquisito una tecnica di guida che permette loro di sapersi adattare alle varie esigenza, come fare percorrenza o uno stop&go con pick-up veloce, e questo aspetto si riscontra anche nello stile di guida, quando vai ad analizzare i dati”.

Ritieni che ci siano degli aspetti in cui deve ancora migliorare, come ad esempio sfruttare al meglio le gomme fresche?
“Diciamo che, al di là dei tempi, Andrea ha ancora del margine sia di guida sia nella messa a punto della moto. Deve ancora lavorare con la squadra su quella che io chiamo la ‘lingua con cui ci si deve parlare’, perché ogni pilota ha una propria traduzione dei dati nel suo vocabolario ed è importante che l’elettronico, il capotecnico e tutti gli altri membri del team intuiscano di cosa ha bisogno quando riporta una dato problema. Ha sicuramente del margine e questo fa ben sperare, visto che la velocità è già buona. Non è ancora al suo meglio, ma ha semplicemente bisogno di girare con la sua squadra”.

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