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Colonnine in autostrada: ecco quante saranno entro la fine del 2022

Arrivano le promesse dell'a.d. di Aspi Tomasi. Presentati alla Camera gli obiettivi della società per le auto elettriche (e non solo), così da assicurare più copertura di colonnine di ricarica in autostrada

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Ci siamo, poiché si apprestano ad entrare nel vivo i piani di Autostrade per l’Italia (Aspi) per dotare finalmente la Penisola di un'adeguata rete di ricarica per le auto elettriche lungo la grande viabilità. L’ultimo aggiornamento sui piani di Aspi per le colonnine arriva direttamente dall'amministratore delegato, Roberto Tomasi, nel corso di un'audizione della società davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera.

50 aree previste

Attualmente – spiega l'a.d. – abbiamo circa una ventina di progetti in corso per le ricariche elettriche delle auto nelle aree di servizio e chiuderemo l’anno con 50 aree di servizio infrastrutturate per la ricarica”. Andando oltre il 2022, Tomasi prevede che “per giugno 2023 avremo 100 aree di servizio con ricariche ‘fast charge’, che consentono di ricaricare la macchina in 15-20 minuti”. Le colonnine “saranno posizionate a 50 km l’una dall’altra”, come richiedono le best pratice europee.

Le parole del top manager fanno seguito agli importanti annunci dei mesi scorsi. Per esempio quello di Giorgio Moroni, numero uno della controllata Free to X, che ha promesso in tempi rapidi un’Italia coperta a sufficienza per consentire un viaggio in tranquillità in auto elettrica da Nord a Sud. Poi c’era stato il faro acceso sul tema autostrade dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, che aveva parlato di “un’iniziativa per capire come si stanno attrezzando i concessionari autostradali”. L'argomento, del resto, è dirimente per lo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro Paese, e sulla questione non sono mancate anche parole decisamente risolute. 

Ma Tomasi non parla solo di colonnine, perché dichiara che il piano industriale di Aspi “prevede 14,5 miliardi di euro, più 7 miliardi di attività di manutenzione per un volume complessivo di 21,5 miliardi che saranno realizzati nei prossimi 10 anni. La concessione – continua – ha una data di scadenza al 2038”. Prima di chiudere, l’a.d. aggiunge: “Stiamo efficientando le infrastrutture in gestione e lavorando per poter assicurare al Paese una rete completamente ammodernata. Il primo passo di questo percorso è stato il turnaround delle attività di sorveglianza delle infrastrutture, oggi gestite da un consorzio di società esterne di rilievo internazionale, che ci ha permesso di traguardare oltre 19.000 ispezioni in un anno tra ponti, viadotti e gallerie”.

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