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Honda NSR 125F | Perché Comprarla Classic

Sportiva e divertente, la 125 giapponese non rincorreva record prestazionali ma preferiva facilità e piacere di guida su strada. Anche per questo oggi è una icona, con design “senza tempo” e ancora appagante da usare

Honda NSR 125F | Perché Comprarla Classic

Di Leslie Scazzola

Le 125 sportive a due tempi le portiamo tutti nel cuore, sia quanti di noi a 16anni hanno avuto la fortuna di possederne una sia quelli che ammiravano e sognavano le “belve” degli amici e dei compagni di scuola. Quando però parli della Honda NSR 125F allora non nomini solo “una” moto, bensì tratti di una vera e propria icona del settore. La piccola due tempi della Casa dell’Ala era unica nello stile, perché completamente nuda quando le rivali dell’epoca sfoggiavano carenature sempre più sportive, ma anche unica nella filosofia, che alle prestazioni estreme - e alla conseguente spigolosità del carattere - delle concorrenti anteponeva un buon comfort e soprattutto una elevata sfruttabilità nell’uso quotidiano.

Pregi e difetti

Realizzata nella fabbrica Honda Italia ad Atessa, in provincia di Chieti, la NSR 125F fu presentata al Salone di Milano nel Novembre 1987 con la sigla JC20 e commercializzata a partire dalla primavera 1988. Sul mercato italiano costava 4.200.000 lire e fu subito un grande successo commerciale, amplificato dalla versione “R” carenata che debuttò l’anno successivo. La NSR-F diventò immediatamente l’oggetto del desiderio di moltissimi giovani appassionati grazie sua duttilità e alla raffinatezza tecnica ed estetica, caratteristiche capaci di coniugare differenti esigenze di impiego senza imporre sacrifici.  
L’originalità delle linee e la sua impostazione stradale non furono però le uniche qualità di questa moto, che portava invece in dote anche soluzioni tecnologiche di grande livello: il telaio, ad esempio, è uno splendido elemento pressofuso in alluminio con le parti che lo compongono imbullonate tra loro tramite una tecnologia chiamata Alcast, senza saldature strutturali. Sempre in tema di ciclistica, il cerchio anteriore è da 17” pollici e su di esso lavora un grande disco freno da 316 mm con pinza a quattro pistoncini. Il cerchio posteriore è invece da 18” con disco da 220 mm e pinza a due pistoncini. A livello di sospensioni la scelta Honda ricadde su soluzioni abbastanza classiche, con una forcella a steli tradizionali da 35 mm e un monoammortizzatore posteriore con regolazione del precarico molla.

La filosofia NSR-F non scimmiotta più o meno palesemente le moto da corsa: vuole essere semplicemente un’altra cosa, il punto di incontro tra performance e comfort, creando una vera nicchia a sé stante all’interno della categoria. Il colpo d’occhio non si fa mancare niente, a cominciare dagli elementi strutturali verniciati in oro a contrasto con il grintoso nero lucido del propulsore. Le sovrastrutture minimaliste vedono protagonisti fianchetti laterali e copertura del serbatoio realizzati in pezzo unico, con un pratico sportellino sulla parte superiore per raggiungere il bocchettone del recipiente del combustibile sottostante le sovrastrutture. La mancanza di qualsiasi appendice aerodinamica mette in risalto la grintosa strumentazione con sfondo bianco e il proiettore rettangolare. L’insieme risulta decisamente elegante, ottimamente rifinito e accoppiato anche nei punti meno in vista, restituendo una immagine elegante e raffinata. L’unica perplessità riguarda l’accessibilità alla meccanica, considerato che il chirurgico incastonamento di ogni elemento rende necessario smontare molte parti per affrontare alcuni interventi di manutenzione.

Con la NSR 125F Honda è stata capace di creare una moto davvero adatta a tutti i piloti grazie alla seduta comoda e bassa da terra, ai manubri leggermente rialzati e alle pedane poggiapiedi che non vincolano a posizioni affaticanti gli arti inferiori. Una ergonomia pressoché perfetta, che regala grandissima confidenza fin dal primo contatto. Anche il passeggero non può certo lamentarsi, visto lo sbalzo contenuto tra la sua porzione di sella e quella del pilota ma anche il comodo appiglio posteriore a lui dedicato. A testimonianza della grande ecletticità della NSR-F bisogna ricordare che prima dell’avvento nel 1989 della versione R carenata questa moto corse con successo anche nel campionato italiano Sport Production. Nell’anno del suo debutto in pista, infatti, venne portata al successo dal pilota Silvano Levantini, il quale a fine stagione conquistò il secondo posto nella categoria. 

Il monocilindrico due tempi NSR 125 potrebbe essere considerato uno spartiacque nel segmento delle 125 a due tempi. Come detto, le case costruttrici si contendevano il favore del pubblico più giovane grazie ad una costante ricerca delle massime prestazioni: Honda con la NSR giocò un ruolo differente, e pur con la ragguardevole potenza di 30 CV a 10.250 giri non ambiva a nessun record assoluto, bensì alla migliore sfruttabilità. Questa moto però ha portato al debutto la valvola parzializzatrice di scarico a comando elettronico, denominata RC, che aveva il compito di variare il flusso dei gas di scarico al fine di incrementare il riempimento del propulsore ai bassi regimi, così da assicurare nel contempo un’ottima trattabilità nell’uso rilassato e buone capacità di allungo quando si spremevano a fondo le marce. Rispetto alle unità pneumatiche utilizzate dalla concorrenza questa soluzione elettronica portava con sé un vantaggio in termini di linearità di intervento, quindi una erogazione meno spigolosa, cosa che rendeva la guida più piacevole e meno impegnativa. Inutile dire che la soluzione fece scuola nella categoria, diventando praticamente un punto fermo. Il motore è ovviamente dotato di raffreddamento a liquido, miscelatore separato e avviamento elettrico, ed è alimentato da un carburatore dell’Orto da 28 mm di diametro.

Abbiamo già parlato del feeling istantaneo che questa moto sa regalarti, ma forse non l’abbiamo rimarcato abbastanza. Merito delle misure compatte ma comunque accoglienti, del peso contenuto in appena 123 kg o di una amalgama perfetta di più caratteristiche, ci sali su e ti sembra di essere a casa tanto è comoda, immediata e scattante. Ed è proprio così, anzi, molto di più: la posizione di guida rilassante propone una seduta che ti fa sentire davvero inserito nella moto, quasi un unico elemento con essa, tanto che una volta rilasciata la frizione ci si sente subito pronti ad affrontare ogni situazione con eccezionale naturalezza. Curva letteralmente col pensiero, tanto che sembra basti guardare nella direzione che si vuole intraprendere perché la moto imposti la traiettoria, con tutta la sicurezza derivante da un impianto frenante pronto, ben modulabile e discretamente efficace. Volendo muovere un appunto, il tono idraulico tendente al morbido del mono posteriore non sembra in grado di garantire la migliore trazione sulle buche, e questo si manifesta soprattutto passando sugli avvallamenti in piena accelerazione, ma il tutto resta circoscritto entro limiti di sicurezza molto ampi. E a proposito di sicurezza, colpisce come la posizione non troppo rialzata delle pedane assicuri comunque una elevata luce a terra anche prendendosi qualche confidenza in più, evidentemente merito anche della larghezza contenuta della moto.

Detto della maneggevolezza bisogna sottolineare che la NSR è però anche stabile, e lo si capisce non appena la lancetta del tachimetro comincia a salire: la rapidità di esecuzione dei comandi alle basse velocità lascia il posto infatti ad una elevata direzionalità, condizione che consente al pilota di concentrarsi unicamente sulle migliori traiettorie senza doversi preoccupare di reazioni scomposte o eccessiva reattività. Qualche ondeggiamento nei tratti più veloci e quando si osa un po’ di più, ma comunque è sempre tutto bene sotto controllo. Il carattere di questa moto è amichevole e sincero, privo di quegli estremi che inevitabilmente caratterizzavano altre realizzazioni della categoria con maggiore vocazione pistaiola. Con la NSR ci fai davvero di tutto, dal tratto misto stretto più impegnativo alla scappata in centro città, fino – perché no - al turismo a medio raggio, pur tenendo a mente che – ad oggi – le 125 non possono affrontare l’asfalto delle autostrade e nemmeno quello delle tangenziali.

Il motore è quanto di meglio si possa pretendere se non si hanno velleità ultrasportive. Pastoso, lineare e pieno anche ai regimi inferiori, il monocilindrico Honda riprende con vigore anche sotto-coppia, rendendo facile e divertente anche gli spostamenti quotidiani nel traffico. Non c’è bisogno di tirare il collo al monocilindrico per avere una buona spinta, anche se, all’occorrenza, la verve non manca di certo. Passati i 7.000 giri circa la coppia si irrobustisce in modo avvertibile, con la lancetta del contagiri che schizza verso la zona rossa e un netto cambio di sottofondo musicale dallo scarico. L’allungo utile finisce rapidamente, poco oltre gli 11.000 giri, però l’arco di erogazione resta interessante per un’unità due tempi sportiva, cosa che contribuisce a restituire un buon feeling al pilota.
Il cambio è ancora un riferimento per precisione e fluidità nel passaggio di marcia, sia in salita che in scalata. La corsa del pedale invece è lunga, superiore alla media. Ottima la tenuta della frizione multidisco in bagno d’olio, solida e per nulla incline a gonfiarsi nemmeno dopo parecchi strapazzamenti. Difetti particolari la NSR non ne ha mai evidenziati, anzi, negli anni si è dimostrata pressoché indistruttibile: qualche vibrazione su manubrio e pedane avvertibile quando si viaggia a velocità costanti, ma davvero stiamo cercando il pelo nell’uovo.

Quanto costa

Pur non essendo stata la più veloce e non avendo stabilito nessun record prestazionale, la NSR 125F è il simbolo di una intera generazione di moto, e oggi è molto ricercata dagli amatori. Una moto bella, perfettamente originale, conservata oppure restaurata può arrivare a valere più di 3.000 euro. Si scende di poco se non si trova un esemplare perfetto, ma bisogna affrettarsi: sul mercato ce ne sono poche e chi ce l’ha spesso se la tiene ben stretta.

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