Tu sei qui

Aprilia Dorsoduro 900: muscoli calibrati

Agile e potente, grazie al nuovo motore e ad una più affilata ciclistica, la "motardona" di Noale si conferma uno spasso tra le curve

Moto - Test: Aprilia Dorsoduro 900: muscoli calibrati

Dorsoduro, quando un nome è di fatto una garanzia. La motard di Noale, fin dalla sua commercializzazione nel 2008, si è saputa costruire una solida fama di mezzo potente, agile e dalle spiccate doti di divertimento alla guida. Bella ciclistica abbinata, tra le prime moto (assieme alla Shiver), ad un controllo della cavalleria affidato ad un acceleratore di tipo Ride-by-Wire. Caratteristiche che nel 2008 anno consentito alla Dorsoduro di serie di classificarsi quinta alla 86esima edizione della Pikes Peak International Hillclimb.

Nel 2010 fu la volta della esuberante Dorsoduro 1200, con motore da 130 CV e coppia da 11,5 Kgm: mezzo altrettanto divertente, ma forse più impegnativo nel poter essere sfruttato a pieno e da un ampio numero di utenti.

EQUILIBRIO 900 – Con la nuova versione ed il V2 da 896 cc , l'Aprilia Dorsoduro è oggi probabilmente un miglior compromesso di quella agilità e fruibilità apprezzate sulla 750, con un plus di cavalli e -soprattutto- coppia, che la rende ancora più godibile, senza intaccare la fruibilità. Infatti per la novità 2017 a Noale dichiarano una potenza di 95 CV, leggermente maggiore alla 750, a cui si affianca un valore di coppia con un picco di 9,2 Kgm, quindi con un bell'incremento rispetto agli 8,2 kgm delle precedente, spostato ad un regime maggiore, ora a 6500 giri/min. Per saperne di più su com'è fatta la novità Aprilia Dorsoduro vi rimandiamo alla nostra analisi tecnica. Ora scopriamo come va.

GIRO DI GIOSTRA – Saliti in sella notiamo subito la posizione di guida caricata verso l'anteriore. Il manubrio è largo, le gambe sono angolate con un triangolo sella- manubrio-pedane che ti pone subito a "stretto contatto" con la Dorsoduro. La si afferra l'Aprilia, e da subito ti vien voglia di aprire il gas per sentire la spinta del suo motore e l'avantreno cabrare. La sella è alta da terra, ma stretta per facilitare la vita ai piloti più bassi. Un po' dura nella imbottitura però.

Una volta in marcia ci si inebria nel sentire il gran sound del motore che sale rapido di giri, tanto che sulle prime non si fa in tempo a salire di rapporto, arrivando in un baleno a sentire l'avviso del limitatore oltre quota 8.500 giri, soprattutto con la mappa "Sport". Con la "touring" l'erogazione è più dolce come ovvio, mentre la "rain", che offre una bella dolcezza in accelerazione, la rimandiamo a condizioni di pioggia o asfalto viscido. In generale comunque si ha sempre una bella spinta del motore, dal carattere comunque "smooth", che non mette mai in crisi l'avantreno a meno che non lo si stuzzichi. Merito di una coppia ben distribuita (già dai 3500 giri il motore è regolare), e soprattutto di un forcellone allungato che limita i repentini trasferimenti di carico.
La maneggevolezza percepita è ottima, con la "Dorso" che si muove agile e sciolta come una gazzella tra le curve, grazie anche al ridotto angolo del cannotto. Di contro, lo scotto che si paga è nel rigore direzionale nei tratti più veloci. La classica coperta troppo corta a ben vedere, una situazione che , grazie al buon lavoro delle sospensioni (soprattutto la forcella), non crea mai affanni però. Bisogna solo prendere la mano a tanta reattività favorendo, in questi casi, la guida rotonda invece di "spigolare".
Buono il cambio, preciso e facile negli innesti, così come la frizione, modulabile e morbida alla leva. La frenata è migliorata rispetto al passato, con un buon mordente ed una ancora migliore modulabilità.

PIACE: maneggevolezza, facilità di guida, erogazione fluida e corposa

NON PIACE: sella dura, feeling sui tratti veloci

Per la nostra prova in sella alla gasante Dorsoduro 900 abbiamo utilizzato il seguente abbigliamento:

AGV CORSA - BLACK

Dainese SUPER RIDER D-DRY

Dainese Strokeville

Guanti Dainese MIG C2

Dainese DYNO D1 

Dainese Wave D1 G1

Articoli che potrebbero interessarti