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Cosa succede nella mente di un campione della MotoGP?

Lo specialista in neuroscienze Eugenio Lizama spiega i meccanismi mentali di chi corre sempre a 300 all'ora

Moto - News: Cosa succede nella mente di un campione della MotoGP?

Cosa succede nel cervello di un pilota? Quali sono i meccanismi psicologici che agiscono sulla mente dei campioni e come viene influenzato il comportamento di chi corre costantemente sul filo dei 300 km/h? Cycle World, rivista statunitense, ha intervista il professor Eugenio Lizama, specialista in neuroscienze e sport, nonchè mental coach di diversi piloti del motomondiale.


L'approccio mentale è importante


L'intera intervista è indirizzata al rapporto fra compagni di squadra, sempre difficile quando entrambi concorrono per il campionato e per la leadership all'interno del team, ma è ancora più interessante conoscere gli aspetti alla base della mentalità del pilota professionista, perchè molti di questi possono risiedere anche nell'amatore o nel pilota da track day della domenica.
Qual è il miglior approccio a una gara?: "il miglior atteggiamento è rimanere calmi e divertirsi. Un pilota ha bisogno di gestire l'energia mentale di cui dispone, se un piltoa è nervoso o stanco, sarà più difficile gestirla con la stessa lucidità, specialmente negli ultimi giri. Una gara di 45 minuti è troppo lunga per essere gestita con naturalezza, per questo serve allenamento dei muscoli e della mente, considerando che il solo lavoro del cervello consuma dal 20 al 30% dell'ossigeno e dell'energia del cibo che ingeriamo, in pratica 1/4 della nostra energia totale."


Come gestiscono lo stress in grandi campioni?


Ma una mente sotto stress come funziona?: "Ogni persona ha una diversa resistenza allo stress, ma generamente una mente stressata esce dal tempo presente e pensa al futuro, si focalizza su quello che ancora non è accaduto, o viaggia nel passato. Questo fa perdere il controllo delle emozioni e per un pilota diventa difficile analizzare e gestire il proprio limite. Così la prestazione diventa irregolare e meno sicura, il margine di rischio aumenta assieme alla possibilità di incidente."
In questo caso come si può agire?: "È importante agire su se stessi per recuperare la competitività. In questi casi si ha una vera crescita personale, con il recupero fisico e mentale. Il risultato è un approccio più analitico e strategico delle gare e della prestazione, riuscire a gestire lo stress diventa fondamentale nel motorsport, dove il rischio è alto. Per diminuire lo stress, per esempio, si fanno molti esercizi cardio e tanto riposo 48 ore pirma dell'evento, con un'organizzazione mentale della gara e delle relazioni con i piloti e all'interno del box con la propria squadra." 


Rossi e Lorenzo sono atleti completi


Molti piloti dicono che hanno "perso confidenza" con la propria moto. Cosa significa?: "È una questione di motivazione, che può arrivare dall'esterno (soldi, celebrità, desiderio di dimostrare) o dall'interno (la pressione del ruolo, del campionato e dei record da battere). Quando un pilota perde confidenza è un momento di perdita di motivazione e per recuperarla è necessario fare un piano di recupero. Alcuni hanno bisogno di fare percorsi più complessi, altri invece più dilatati nel tempo."
E riguardo i compagni di squadra, come vede la rivalità fra Jorge Lorenzo e Valentino Rossi?: "Sono due piloti completi, entrambi a livelli tecnici, fisici e mentali altissimi. Sono persone che sanno fare la cosa giusta al momento giusto e sono capaci di raggiungere il miglior risultato con quello che anno, traendo vantaggio da ogni opportunità. Se fanno un errore, per loro è facile capire dove si è sbagliato e riconoscere di averlo fatto. Per esempio Jorge ha immediatamente ammesso che l'incidente in Argentina è accaduto per colpa sua e per la voglia di spingere più forte quando non era il momento giusto. I piloti come loro sanno riconsocere quando sono al massimo e quando no."

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