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Mercato: Moto sportive a rischio

Con un ulteriore calo del 27% le maxi stradali raggiungono minimi storici

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Spente le luci dell'Eicma è il momento di fare riflessioni sul mercato italiano (e non solo) e cominciamo dalle sportive.

Il giudizio entusiasta sulla Ducati 1199 potrebbe far dimenticare la crisi che stanno attraversando le supersportive in Italia. Basti un solo dato: nel 2000 sono state vendute 48.344 moto supersportive (su un totale di 519,590 pezzi in totale), mentre nei primi dieci mesi del 2011 ne sono state immatricolate 7.593 (su un totale di 240.796).

Da questi dati ANCMA (l'associazione dei costruttori di moto) appare evidente che a fronte di un dimezzamento delle immatricolazioni, le moto sportive sono letteralmente scomparse (-85%).

SportiveQuali le motivazioni di questo calo? Certamente più di uno a cominciare dalla circolazione stradale che non consente un utilizzo piacevole della moto sportivo, vista la... densità di auto. C'è poi - ma questo bisogna dirlo a bassa voce - la sempre maggiore presenza di autovelox che non consentono molte trasgressioni.

Innegabile poi l'evoluzione dei modelli più recenti che è rallentata rispetto al passato quando mediamente ogni due anni venivano presentate moto che rappresentavano un deciso passo avanti rispetto alla versione precedente. Oggi - e questo non va valutato negativamente - è difficile distinguere le varie versioni della Honda CBR 1000 RR o della Yamaha R1, e questo rallenta la corsa all'acquisto. Appena viene presentato un modello che si distacca dalla routine, comunque, ecco arrivare il successo: è il caso della BMW S 1000 RR che oltre ad essere un moto di grande valore tecnico ha l'indubbio plus di un Marchio di prestigio.

MV AgustaInfine, ma non ultimo, l'elemento economico. Per acquistare un maxisportiva, oggi occorrono almeno 15.000 euro una cifra che oggi non è più nelle disponibilità di molti, considerando anche che questo tipo di moto viene utilizzata generalmente solo per limitate "scorribande" e da soli.

Ma non sembra che quest'ultimo sia un elemento determinante (la passione fa fare anche... follie). Infatti, si potrebbe pensare che la crisi abbia colpito principalmente le maxi ma, invece, la maggiore flessione si è registrata nelle 600.

Nei primi dieci mesi del 2011 sono state vendute, ad esempio, 400 Kawasaki ZX-6R, 330 Yamaha R6 e 281 Suzuki GSX-R 600; nel 2000 (che non rappresenta il picco massimo dell'ultimo decennio) furono immatricolate 1965 Kawasaki, 5.825 Yamaha e 1.265 Suzuki!!

Molti motociclisti hanno, quindi, lasciato le supersportive per passare alle naked ed alle turistiche, decisamente più utilizzabili in ogni condizione e, soprattutto in due.

Ducati 1199Questo significa che il segmento delle sportive è destinato a scomparire? Certamente no, ci sono stati altri periodi nel recente passato nei quali questi modelli hanno vissuto una flessione ma forse bisognerà pensare ad un diverso utilizzo di questi mezzi, più limitato ma per questo non meno godibile, come ad esempio le sessioni di prova in pista. Anche tra le auto sembra sempre più diffusa l'abitudine di noleggiare autodromi (o acquistare turni di prove) per poter utilizzare al meglio e in sicurezza mezzi che possono sviluppare notevoli velocità, senza il rischio della circolazione stradale e senza violare regole.

Tutto ciò garantirà un futuro alle sportive? Forse sì, augurandosi che l'apertura di nuovi mercati come l'India e la Cina possa giustificare il notevole investimento per la progettazione la realizzazione di modelli dall'alto contenuto tecnologico.

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