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Dakar 2012: Joan Pedrero, il "porta borraccia" di Coma

Quest'anno lo spagnolo vuole il podio

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Facciamo un ulteriore passo verso la Dakar 2012. Quest'oggi tocca a Joan Pedrero, compagno di squadra di Marc Coma, ovviamente anch'egli su KTM. Pilota dell'MRW Red Bull AMV, quest'anno è alla sua seconda partecipazione a questo importante Rally con questa squadra, e la quarta in generale. L'anno scorso fece un buon esordio, visto che chiuse quinto, e per il 2012 il suo obbiettivo è quello di salire sul podio.

Lo spagnolo è il "porta borraccia" di Coma, ovvero ha il compito non solo di prendere parte alla gara, ma di aiutare il compagno ove possibile. Una sorta di "ombra", o se preferite angelo custode, che offre supporto al pilota che quest'anno cercherà di agguantare il suo quarto successo. Vediamo insieme cosa ha risposto Joan alle domande.

L'inizio della gara è sempre più vicino. Ti senti pronto?
"Sì sono pronto, certo sento la pressione, ma fortunatamente il giorno della partenza per l'Argentina si avvicina sempre di più. Ci stiamo preparando alla gara allenandoci, studiando la navigazione e verificando ogni piccolo dettaglio. Mancano solo pochi giorni!".
Questa è la tua quarta Dakar, la seconda con l'MRW Red Bull AMV. Senti molta differenza tra la preparazione che avevi all'inizio e quella che hai ora?
"E' completamente differente. Prima gareggiavo come privato e ora sono in un team ufficiale. Tutto è più curato, anche grazie ad un fisiologo, un nutrizionista, un personal trainer, facciamo diversi test ufficiali... sono veramente felice di essere in un team vincente".

In quali parti credi di aver migliorato ed in quali parti pensi di dove migliorare ancora?
"Professionalmente sono migliorato tantissimo, abbiamo un team che ci segue e che mi guida, questo rende le cose più facili. Come pilota ho incrementato la velocità, sono molto più costante e ho imparato a finire le gare. Le Dakar sono molto lunghe, e devi sapere quando diminuire il ritmo al momento giusto, e quando spingere se ne hai bisogno. Ho imparato a navigare e un passo alla volta sto migliorando in tutto".

Cosa fai quanto "assistente"?
"Principalmente offro supporto a Marc Coma in qualsiasi circostanza, come cambiare una ruota o altro. Noi dobbiamo gareggiare insieme, vicini ed al 100%, e devo essere con lui in qualsiasi momento abbia un problema".

Il vantaggio è che puoi imparare molto da un Campione del Mondo ed un "vincitore di Dakar". Che cosa hai imparato, dunque, da Marc Coma?
"Ho imparato moltissimo, anche piccoli dettagli, come ad esempio mettere importanti indicazioni sul roadbook. Imparo ogni giorno dei dettagli, particolari che mi aiutano ad andare meglio in gara. Hai una guida ed impari moltissimo ogni giorno, quando invece sei un pilota privato le cose vanno in maniera completamente differente".

Qual è il tuo obbiettivo per questa gara?
"Su tutto, che Marc vinca la Dakar, questo è il mio lavoro. Vedere che non ci siano problemi e se tutto fila liscio, il mio risultato viene di conseguenza. Se lui ha un problema io ne avrò uno doppio, ma vediamo come andrà. Penso che faremo una buona gara; Marc può vincere anche quest'anno. L'anno scorso ho chiuso quinto e penso che per questa edizione posso essere davanti".

Ti sei allenato in Marocco, che condizioni hai trovato?
"I test in Marocco sono molto speciali perché a parte il fatto che trovo delle situazioni simili a quelle che troverò in Sudamerica, è veramente divertente. L'atmosfera è molto buona e sono molto contento di come va la moto e del mio team".

In questi tipi di test, qual è il tuo ritmo?
"I test sono sempre fatti con testa, con un ritmo inferiore a quello di gara, proprio per evitare eventuali danni. La Dakar è molto vicina e bisogna esser cauti ed evitare qualsiasi tipo di problema".

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