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Ducati Multistrada 1200: scopriamo i Riding Mode

Primo capitolo del viaggio nell'universo multipurpose di Borgo Panigale

Moto - News: Ducati Multistrada 1200: scopriamo i Riding Mode

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E' veramente difficile descrivere in un solo articolo tutto quello che i tecnici di Borgo Panigale hanno messo a punto per la Ducati Multistrada 1200. Noi stessi, dopo averla provata a Lanzarote, ci siamo resi conto che un solo articolo non era sufficiente per descrivere a fondo le particolarità dei Riding Mode, la comodità della chiave Hands Free, l'efficacia del DES (Ducati Electronic Supension) e molti altri dettagli.

Dello stesso "problema", evidentemente, se ne devono essere accorti anche in Ducati, scegliendo di aprire sul minisito dedicato alla nuova tuttofare una sezione denominata Tutorial, in cui i responsabili marketing e di progetto descrivono attraverso degli specifici video le potenzialità dei nuovi sistemi.

RIDING MODE
Cogliamo dunque la palla al balzo per andare a fondo a nostra volta nella scoperta della bicilindrica di Borgo Panigale, partendo proprio dai Riding Mode. Elemento nodale nella strategia di trasformazione della passista emiliana, il Riding Mode concentra all'interno di quattro impostazioni predefinite le anime che hanno dato vita al concept del nuovo progetto: Sport, Touring, Urban ed Enduro.

Quattro volti di una moto nata per mettere d'accordo tutti ma senza scendere troppo a compromessi, perchè alla fin fine la Multistrada 1200 custodisce nel motore Testastretta 11° un inconfondibile DNA racing Ducati. Volti personalizzabili, perchè ogni riding mode può essere singolarmente personalizzato per adattarsi alle esigenze del pilota, che trovano nell'allestimento "1200 S" la vera quadratura del cerchio: alla rimodulazione della mappa motore, di quella dell'acceleratore elettronico e di quella del controllo della trazione DTC, infatti, la versione più lussuosa propone anche differenti tarature di sospensioni, grazie al pacchetto forcella ed ammortizzatore a controllo elettronico messo a punto da Ohlins.

WSBK EXPERIENCE
Un reparto sospensioni, quello della S, che nella sua parte meccanica deriva senza mezzi termini dalle corse: sviluppato da Haga e Corser sulla Yamaha R1 WSBK 2008, il progetto non venne poi trasferito sul prodotto di serie dalla casa dei tre diapason per ragioni che ancora oggi aleggiano nel mistero lasciando, di fatto, la possibilità ad altri di utilizzare una forcella (da 48 mm nel caso della Ducati) ed un ammortizzatore a doppio tubo TTX davvero eccezionali nel funzionamento.

Perchè se è vero che Ohlins rappresenta il meglio del meglio per quanto concerne le sospensioni da moto, è anche vero che questa iniezione d'elettronica è in grado di spingere oltre il normale concetto di sospensioni regolabili, permettendo di rivedere in tempo reale ed in movimento le regolazioni. Un fattore, quest'ultimo non presente sulla Multistrada 1200 standard, anche se rimane la possibilità di agire manualmente sulla forcella Marzocchi da 50 mm e sull'ammortizzatore Sachs con regolazione remota del precarico molla.

IL TOP NELLA CONFIGURAZIONE S
Insomma, il suo massimo la nuova tuttofare lo raggiunge nella configurazione S. Non che la standard non rispetti i parametri progettuali, ma la trasformazione della S via "Riding Mode" è certamente più completa. Riding Mode selezionabili agendo sul pulsante di ritorno delle frecce di direzione con una pressione prolungata: sul display verranno visualizzate le varie opzioni e dopo aver evidenziato quella che più interessa agendo click per click sullo stesso pulsante, basterà confermarla chiudendo il gas per pochi istanti.

Un'operazione che ricorda quanto proposto da Aprilia con Dorsoduro e Shiver - anche se in quei casi si usa il pulsante dell'avviamento - ma che a differenza delle noalesi non agisce sulla sola taratura dell'acceleratore elettronico, ma interviene anche sulle mappature del propulsore. Ma andiamo con ordine:

SPORT
In questa modalità la Multistrada 1200 è a tutti gli effetti la moto che ogni ducatista DOC sogna. Dura, incattivita, controllata da un DTC a livello 4/8 (quello che in Ducati consigliano di usare anche sulle 1198S e sulle Streetfighter S), la maxi di Borgo Panigale trasmette molte delle sensazioni legate ai prodotti più sportivi. Di fatto è l'impostazione nella quale più emerge il DNA racing, con la quale il Responsabile dei collaudi Pirelli Salvo Pennisi ci ha confessato di aver ottenuto tempi sul giro in pista del tutto in linea a quelli di alcune SBK di poche stagioni fa. Andare forte è più semplice di quanto si possa pensare, ma utilizzarla per viaggiare su strada, alla lunga, può essere stancante.

TOURING
Pur mantenendo i 150 CV e la rinnovata schiena del Testastretta 11° (non starebbe male nemmeno sulla Streetfighter...), la mappa Touring propone un comando del gas decisamente più morbido ed in grado di smussare alcuni spigoli tipicamente Ducati ai bassi e medi regimi. Il RbW filtra in modo egregio anche gli scossoni tipici dei bicilindrici di grossa cilindrata negli apri e chiudi del gas, aprendo e chiudendo le farfalle di disegno ovale con maggior progressività. Anche l'assetto, nella S naturalmente, si ammorbidisce, offrendo al pilota una moto leggermente meno precisa sul veloce ma decisamente più confortevole. Utilissima, in particolar modo in questa configurazione, la possibilità di indicare il carico di bordo: da soli, da soli con bagagli, in coppia ed in coppia con bagagli, sono altri quattro parametri che si aggiungono alla raffinata reimpostazione delle sospensioni. In questo caso il DTC si alza di un gradino, raggiungendo i 5/8, ma a meno che non si esageri davvero troppo con la manopola destra in uscita di curva o non si percorra un tratto a scarsa aderenza, sulle strade di Lanzarote non ne abbiamo mai notato il funzionamento.

URBAN
Da qui in poi il Testastretta 11° lavora con una mappatura a 100 CV. Il comando del gas filtra ancor più gli apri e chiudi e viene modificata la relazione tra l'apertura del gas e quella della farfalla. A differenza dei primi due riding mode, infatti, in Urban si ha un comando molto meno diretto, ideale dunque per far fronte con più possibilità di controllo alle svariate condizioni di marcia che si possono presentare. Si alza a 6/8 anche l'intervento del DTC e le sospensioni si ammorbidiscono ulteriormente (nella S): la Multi così settata è molto morbida, facile, intuitiva ma soprattutto sicura, grazie anche alla presenza di un ABS che è solamente un lontano parente di quello già poco invasivo proposto sulla ST4S ABS. Con questa modalità si può circolare in città con un confort decisamente superiore a quello di un normale scooter, con una discreta agilità grazie all'ampio raggio di sterzo. Certo qualche problema, i più bassi, lo possono riscontrare nell'altezza della sella, ma questo è un aspetto che dev'essere valutato quando si sceglie di acquistare una moto come questa e non mentre ci si ritrova a lottare nel traffico.

ENDURO
Ultima modalità, per certi versi simile all'URBAN, è quella riservata al puro off-road. A differenza dello step precedente il controllo della trazione scende da 6/8 a 2/8 mentre le sospensioni arrivano a assicurare il massimo dell'escursione (+20 mm al posteriore) oltre la massima capacità di copiare il terreno a velocità contenute. Così come il DTC, più di manica larga per consentire alla moto di non ritrovarsi ammutolita anche a fronte delle normali perdite d'aderenza che si riscontrano nei percorsi extra-asfalto, per lo stesso motivo è possibile disattivare l'ABS. In questo frangente, nonostante la ruota da 17", la Multistrada 1200 gode di un buon bilanciamento generale, di una volumetria del serbatoio che permette anche di alzarsi sulle pedane mantenendo un buon controllo e di un set di pneumatici che dopo aver dimostrato grande potenziale su asfalto vanno oltre quanto ci si potrebbe attendere in off-road. E' davvero incredibile quanto si può andar forte nello sconnesso con questa modalità e siamo certi che l'unico vero limite, la luce a terra che porta a spanciare in alcune condizioni, non rappresenterà un problema per il 99% dell'utenza di questa moto.

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