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Caschi jet: Altroconsumo ne prova 15 e ne boccia 8

Un test in laboratorio per stabilire "buoni" e "cattivi"

Moto - News: Caschi jet: Altroconsumo ne prova 15 e ne boccia 8

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L'ultimo test di Altroconsumo sui caschi da moto ha preso in considerazione 15 modelli di tipo jet. Ebbene, a seguito di un test in laboratorio l’ente per la tutela dei consumatori ne ha "bocciati" 8 in quanto non garantirebbero la sicurezza richiesta dalle normative attuali.

I risultati sono stati segnalati con una lettera al Ministero dei Trasporti, con la richiesta di un intervento immediato per garantire la sicurezza dei cittadini. Ai produttori dei modelli "bocciati" è stato richiesto l’impegno al ritiro immediato dal mercato.

Ovviamente le aziende interessate non hanno appreso la notizia favorevolmente e tra queste c’è chi ha contestato sia la metodologia del test, sia l’autorevolezza del laboratorio che lo ha condotto per conto di Altroconsumo.

Dal canto suo Altroconsumo dichiara che le prove sono le stesse necessarie a ricevere l'omologazione e che sono state eseguite in un laboratorio certificato. I 15 caschi jet scelti sono alcuni tra i più diffusi sul mercato, utilizzati in particolare da chi usa motorini e scooter, quindi spesso dai giovanissimi.

Immediata la reazione di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ed ACEC (Associazione Costruttori Europei Caschi) che sull'inchiesta di Altroconsumo hanno reso noto di aver già formalmente richiesto informazioni in merito al laboratorio presso il quale sono stati realizzati i suddetti test nonché riscontri oggettivi dei dati pubblicati. Confindustria ANCMA e ACEC hanno inoltre fatto richiesta di poter ripetere i test alla presenza di un rappresentante delle Aziende coinvolte.

"Tale richiesta - spiegano le due associazioni - trova giustificazione nel fatto che già nel 2009 Altroconsumo aveva, con le medesime modalità, esaminato i caschi moto di tipo integrale e pubblicato i risultati ottenuti, nonostante le perplessità già allora avanzate, creando notevoli danni commerciali alle Aziende coinvolte salvo, successivamente, dover prendere atto che quegli stessi caschi, nuovamente testati dalle Autorità competenti, erano conformi alla normativa di sicurezza vigente. In un momento di crisi generalizzata, che ha colpito pesantemente anche il settore dei caschi moto, screditare pubblicamente prodotti senza dare la possibilità di verifica in contraddittorio, non solo non dà alcun vantaggio alla generalità dei consumatori, ma penalizza ingiustamente le Aziende ed i lavoratori che producono i caschi stessi. Confindustria ANCMA ed ACEC hanno a cuore la qualità e la sicurezza dei prodotti offerti ai consumatori, ma ritengono un censurabile esercizio di giornalismo scandalistico pubblicare risultati di test senza che si sappia né da "chi" né "come" tali caschi siano stati testati, rifiutando altresì di fornire prova della oggettività dei risultati alle Aziende che legittimamente lo avevano richiesto. Confindustria ANCMA ed ACEC auspicano che Altroconsumo, in un'ottica di reciproca autonomia e con mutuo rispetto anche nei confronti dell'operato delle Autorità, nell'interesse di una corretta informazione, non continui a rifiutare il confronto come sino ad oggi avvenuto".

Altroconsumo ha a sua volta risposto che prende atto dell’ ampio dibattito suscitato dal test ma che è certo della validità delle prove effettuate e dei risultati ottenuti, perché eseguite in un laboratorio certificato e autorizzato a eseguire prove di omologazione dei caschi. Inoltre prima della pubblicazione erano stati inviati preventivamente ai produttori i risultati delle prove che, ribadiscono, hanno l’unico interesse di salvaguardare la sicurezza dei consumatori.

L'inchiesta di Altroconsumo ha spinto Duraleu, uno dei marchi il cui casco è stato "bocciato", a chiedere in via d'urgenza una rettifica ad Altroconsumo poiché i caschi in questione sono stati prodotti da un’altra azienda e quindi solo commercializzati con il marchio Duraleu".

"Il produttore e titolare della omologazione, che produce anche per altri brand - spiega poi Paolo Caselli, presidente della Duraleu - è la Irony Helmets srl di Torrervecchia Pia in provincia di Pavia dal quale abbiamo acquistato i caschi in questione. Il produttore, da noi interpellato, ci comunica che le modalità operative di esecuzione dei test adottate da Altroconsumo sono totalmente errate in quanto sono stati testati caschi della taglia L/58 ( gamma delle taglie dichiarate nel certificato di omologazione) con l'impiego di una falsatesta errata durante i test. La normativa prevede che venga utilizzata la falsatesta con circonferenza 57 cm anziché la falsatesta 60 cm impiegata da Altroconsumo che andrebbe così a falsare tutti i test. L'utlizzo di una falsatesta errata incide sia sulle prove d'urto, sia sulle coperture che sullo scalzamento. Nonostante ciò, per la salvaguardia dell'immagine e della serietà del marchio Duraleu esistente dal 1950, la nostra azienda ha provveduto a richiamare tutti i caschi presenti sul mercato riconducibili alle caratteristiche di quelli testati fino all'avvenuto chiarimento tra Altroconsumo, produttore Irony Helmets e Ministero dei Trasporti".

Sul piede di guerra anche Shark e l’importatore italiano Ber Racing che, tramite Guillaume Origoni, Shark RSJ product manager fa sapere che "non deve esserci alcun dubbio sulla sicurezza dei nostri caschi in generale e su quella del modello jet in fibra RSJ in particolare. In caso contrario, infatti, L’Azienda avrebbe fatto fronte alle sue responsabilità, come del resto fa da 20 anni. Shark ribadisce inoltre con decisione che realizza i propri modelli di caschi in modo che possano raggiungere obbiettivi di sicurezza che sono indubbiamente superiori al livello minimo richiesto per una semplice omologazione. Shark vuole inoltre aggiungere che il modello "incriminato" dai test di Altroconsumo è stato omologato da un laboratorio con competenza europea e che proprio in questi giorni, su richiesta di Shark, i tecnici e gli ingegneri di questo laboratorio stanno effettuando dei prelievi su campioni casuali dallo stock di magazzino dell’importatore italiano Ber Racing Italy."

A testimonianza della bontà dei loro prodotti l’azienda francese e l’importatore italiano nel pomeriggio di oggi lunedì 1 febbraio permetteranno agli addetti ai lavori di assistere a dei crash-test singoli realizzati in diretta nei Laboratori Omega di Tortona, Alessandria, per dimostrare quanto affermano. Il filmato dei crash-test sarà messo a disposizione del pubblico via Web nei prossimi giorni.

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