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Honda VFR V4 1200, nuovi dettagli

Motore derivato dal V5 MotoGP ed elettronica all'avanguardia

Moto - News: Honda VFR V4 1200, nuovi dettagli

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Nuovi dettagli sulla Honda V4 1200 di imminente presentazione giungono stavolta dalla documentazione tecnica depositata presso l'ufficio brevetti.

Se il cambio a doppia frizione ha già catturato la vostra attenzione forse i disegni che potete osservare nella gallery vi faranno aggrottare la fronte per la curiosità. Tra bancata anteriore e posteriore infatti c'è un diverso spazio tra le due coppie di cilindri, maggiore davanti, minore dietro. Lo si può notare sia dalla vista superiore sia dal disegno dell'albero a gomiti, con le teste di biella della bancata anteriore entrambe montate esternamente e quella della bancata posteriore invece interne, a ridosso del supporto di banco centrale. Si tratta di una configurazione che non può considerarsi "strana" in assoluto ma che in parte pregiudica uno dei vantaggi principali di un motore V4, ovvero l'ingombro trasversale.

Sicuramente i progettisti Honda hanno ottime ragioni per aver scelto un simile layout, legato probabilmente a questioni di equilibratura e riduzione delle vibrazioni, ma a nostro avviso il motivo potrebbe anche essere più semplice. Come anticipato qualche mese fa, il nuovo V4 1200 deriva dal V5 MotoGP da 990 cc sviluppato fino al 2006 e caratterizzato da una bancata anteriore a 3 cilindri e una posteriore a 2 cilindri... Ecco spiegato, forse, lo "spazio" tra i due cilindri anteriori del V4: ne manca uno! Un'altra particolarità di questo nuovo ipertecnologico motore sarebbe la disattivazione di alcuni cilindri a seconda della potenza richiesta e del regime motore tramite il blocco delle relative valvole e, ovviamente, dell'alimentazione. Questo almeno è quello che sembra mostrare la "mappa" che mette in relazione l'apertura farfalle e il regime motore: fino a quasi 8.000 giri funzionerebbero solo 2 cilindri quando l'apertura del gas non supera i 20° circa, e 3 cilindri per un'apertura compresa tra 20 e 36° circa di apertura, al di là di questi due parametri sarebbe invece sempre un V4 "completo".

Il motivo di una simile sofisticazione è facile intuirlo: riduzione delle emissioni inquinanti e contenimento dei consumi, due voci che già da qualche tempo assillano le menti degli ingegneri motoristi, "ossessionati" dall'obbligo di creare motori sempre più puliti, anche in vista delle future normative Euro4 ed Euro5, difficili da rispettare sfruttando l'attuale tecnologia della post-combustione nei collettori di scarico e dei catalizzatori.

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