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Honda CB 750 Four: i 50 anni del mito

Esordì al Salone di Tokyo del 1968 la naked rivoluzionaria che pose fine al dominio dei cilindri britannici in Europa

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Se il mondo delle moto dovesse avere uno spartiacque, la data sarebbe probabilmente quella d’esordio della Honda CB 750 Four, che venne svelata al Salone di Tokyo del 1968 per arrivare nelle concessionarie europee nel 1969. Una moto che segnò un distacco tecnologico e temporale rispetto alle concorrenti e che sembrava arrivare dritta dal futuro.


Il motore


Quello che oggi viene considerato un propulsore di media cilindrata, 50 anni fa regalava l’epiteto di “maxi moto” ai veicoli che lo avevano incastonato nel telaio. La rivoluzione portata in atto dalla Honda con la CB 750 Four era, in gran parte, racchiusa nel motore: un 4 cilindri a 4 tempi con distribuzione in testa a catena e due valvole per cilindro. Nei 736 cc della CB 750 Four le novità erano tre: l’uso del 4 cilindri su una produzione di massa, finora mai sperimentato da un grande marchio, l’abbinamento 4 cilindri 4 tempi, e l’adozione della distribuzione in testa a catena al posto di quella ad aste e bilancieri, più popolare all’epoca. I 4 carburatori Keihin da 28 mm aiutavano il motore a raggiungere una potenza di 69 CV a 8.000 giri e una velocità massima di oltre 200 km/h, con il tachimetro a segnare i 160 prima dei 400 metri in caso di partenza da fermo. Divenne ben presto una moto considerata come “sofisticata”, ma per niente bisognosa di attenzioni particolari.


La ciclistica


Anche nel reparto frenante la CB 750 Four può vantare un piccolo record: è stata questa moto a portare in dotazione per prima il disco all’anteriore, con un diametro di 290 mm, abbinato a un mozzo a tamburo da 178 mm al posteriore. Anche le sospensioni erano d’avanguardia, con una forcella teleidraulica e una coppia di ammortizzatori regolabili in tre posizioni. I cerchi, da 19” e 18”, uniti all’ergonomia comoda dettata da sella e manubrio le davano tutte le caratteristiche da Gran Turismo e il peso, 224 kg a secco, la rendevano una moto per tutti. 


La tecnologia


Non sazia di novità, la CB 750 Four fu la prima con avviamento elettrico di serie, frecce e una strumentazione completa di tachimetro, contagiri e spie di servizio. Dopo la versione K0, prodotta fino al 1970, altre versioni si susseguirono, fino al 1978, e proprio dalla CB 750 Four nacque la sorellina CB 500 Four, un altro successo annunciato per la casa dell’Ala, che contribuì a ridefinire gli standard del mercato motociclistico dell’epoca, fino ai giorni nostri.


Non c’è da stupirsi insomma se gli storici delle due ruote la ricordano come la moto che segnò il tramonto delle inglesi.

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