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Moto, danni da buca a Roma: la battaglia del risarcimento

Le voragini nella capitale non danno diritto, in automatico, all’indennizzo

Moto - News: Moto, danni da buca a Roma: la battaglia del risarcimento

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Un bel paradosso: più Roma viene devastata dalle buche, più è difficile ottenere un risarcimento per i motociclisti che ci finiscono dentro e che subiscono danni al mezzo e magari lesioni fisiche. Problema che vale per qualsiasi Comune. Infatti, l’amministrazione di qualunque città, davanti al giudice, si difenderà sostenendo una teoria molto semplice: siccome tu, motociclista, non potevi non sapere che Roma è infestata di crateri, allora dovevi procedere con la massima prudenza, molto lentamente, abbondantemente al disotto del limite di velocità. Ecco perché nel titolo parliamo di battaglia del risarcimento.


Le 6 mosse per avere il denaro


1) Appena avvenuto l’incidente (la moto danneggiata dalla buca), chiamate i Vigili. Non Polizia Stradale né Carabinieri. A Roma sono competenti i Vigili, così come in qualsiasi altra città è competente la Polizia Municipale o, come dir si voglia, Polizia Locale. Se siete anche feriti in maniera piuttosto seria, chiamate pure i soccorsi.


2) Vi occorrono due documenti. Uno: il verbale di sinistro dei Vigili, in cui viene evidenziato l’accaduto. Due: il referto di pronto soccorso, se siete feriti. Entrambi i documenti vanno custoditi gelosamente.


3) Meglio ancora se ci sono uno o più testimoni neutrali: sarebbe opportuno che il teste non fosse un eventuale passeggero in sella con voi. L’ideale è un altro motociclista che ha assistito alla scena e che, molto sensibile sul tema strade disastrate, sarà ben felice di dare una mano a un altro motociclista. Ma vanno bene anche passanti, pedoni, negozianti. C’è una qualsiasi telecamera che ha ripreso la scena? Chiedete al gestore degli occhi elettronici se è possibile avere il filmato al momento del vostro sinistro. Rammentate che, secondo l’articolo 2051 del Codice Civile, ognuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. C’è una presunzione di responsabilità: il soggetto che ha in custodia la cosa ha l’obbligo di vigilare in modo che essa non arrechi danni ad altri.


4) Chiedete il risarcimento dei danni al Comune, in base al costo della riparazione del mezzo che si desume dalla fatture degli artigiani (carrozziere, meccanico e altri). Per le lesioni fisiche, bisogna aspettare la guarigione per capire l’entità del guaio. Servono il referto del pronto soccorso per le diagnosi e per la certificazione del tipo di lesioni subite, più le eventuali valutazioni del medico legale. Riunite tutto e inviate all’amministrazione una raccomandata con avviso di ricevimento.


5) L’amministrazione vi dice di no o non vi risponde? Vi serve un atto di citazione da presentare al Comune, tramite un avvocato. Davanti al giudice dovrete dimostrare che stavate procedendo con la massima prudenza, davvero lentamente, e che la buca era invisibile: un’insidia e un trabocchetto. Occhio: è necessario una situazione caratterizzata dal doppio requisito della non riconoscibilità oggettiva del pericolo e della non prevedibilità del pericolo stesso, non facilmente evitabile con l’adozione della ordinaria diligenza. Sarà una guerra legale senza esclusione di colpi: questo vale per qualsiasi Comune.


6) In causa, può darsi che si arrivi a una soluzione di mezzo: il Comune vi deve 5.000 euro? Vi offrirà 3.000 euro per chiudere subito la vertenza. Starà a voi capire se è il caso di avere meno soldi e subito, oppure più soldi andando molto in là nel tempo, col rischio di un appello da parte del Comune e magari di finire in Cassazione.

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