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Maxi-enduro: 5 consigli di guida in fuoristrada

Sono le moto più vendute del momento e permettono divertenti divagazioni offroad. Ma sappiamo sfruttarne il potenziale?

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Le maxi-enduro (lo dicono i numeri) sono le moto più vendute sul mercato italiano. Piacciono per il look, certo, ma anche per l'equilibrio, la versatilità, il comfort di viaggio, e perché danno la sensazione di poter arrivare ovunque. Ed è vero: anche quando finisce l'asfalto e inizia lo sterrato, moto come BMW R 1200 GS, Ducati Multistrada 1200 Enduro, Honda Africa Twin, KTM 1290 Super Adventure o Triumph Tiger 1200 se la cavano alla grande. A patto di saperle guidare in condizioni di aderenza precaria, sul fango o sulla sabbia. Ecco quindi cinque regole per mettersi alla prova. Consigli che, sia chiaro, non hanno la pretesa di essere la “Bibbia del fuoristradista” (per questo ci sono le scuole ufficiali di enduro, che consiglio caldamente a tutti di frequentare almeno una volta nella vita) ma una preziosa infarinatura per evitare guai e cominciare a divertirsi anche dove l'asfalto non c'è.


1 Guidare in piedi


Stare in piedi sulle pedane non è un vezzo estetico: serve ad abbassare il baricentro della moto, perché la maggior parte del peso del pilota viene scaricato sulle pedane anziché sulla sella. Così, si può bilanciare velocemente il corpo a seconda del tipo di percorso che stiamo affrontando, cambiare direzione più facilmente – caricando una pedana o l'altra – e scaricare la schiena dai colpi che potrebbe prendere su strade accidentate. Le gambe dovrebbero essere lievemente flesse, con ginocchia, polpacci e piedi che serrano telaio e zona della sella a filo serbatoio. Per farlo, le punte dei piedi devono stare contro il motore: in questo modo si è anche più protetti da eventuali ostacoli bassi. Le braccia devono essere morbide, con i gomiti il più lontano possibile dal busto: in questo modo, potete reagire più facilmente in caso di botte al manubrio.


2 Acceleratore, cambio, frizione e freni


Prima regola: in accelerazione, portare il corpo in avanti. Si evita di aggrapparsi al manubrio, e perdere (potenzialmente) il controllo della moto. Ciò detto, ricordate anche di tenere il gas sempre costante, o comunque in progressione/regressione ben controllata. In altre parole, evitate aperture e chiusure brusche, per non provocare reazioni difficilmente controllabili sulla moto. Su percorsi non pianeggianti e tormentati, tenete marce basse e motore allegro, cercando di non togliere gas e, se si deve rallentare, “pelare” la frizione. Cioè, tirare con delicatezza la leva fino al punto di stacco, in modo che la frizione slitti leggermente, per una trazione più dolce ed efficace. Capitolo freni: oltre ad agire sempre dolcemente su leva e pedale, bisogna ricordarsi di spostarsi indietro con il corpo durante la frenata, abbassando così il baricentro e rendendo la moto più controllabile. Si dovrebbe iniziare a frenare con il freno posteriore, poi agire sull'anteriore: se avete pneumatici tassellati potete osare di più, ma sempre ricordando che sullo sterrato le ruote possono bloccare con grande facilità. Per fortuna molte maxi-enduro moderne hanno l'ABS anteriore non disinseribile e tarato per l'uso off: una manna.


3 In salita, discesa e curva


Se il terreno è particolarmente difficile, l'unico modo per affrontare una salita è con grande decisione: marcia bassa – prima o seconda – motore allegro e corpo reattivo, pronto ad assecondare i movimenti della moto. Soprattutto, mai chiudere il gas, piuttosto pelare la frizione: potreste cadere rovinosamente. Il corpo deve stare molto avanti, con il busto fin sopra al serbatoio. Mai aggrapparsi al manubrio (è il segnale che qualcosa non va) e tenere la velocità richiesta dalla salita che si sta affrontando, cioè l'andatura che permette di conservare un buon abbrivio senza strafare. In discesa il corpo va indietro, in relazione al grado di pendenza da affrontare: il sedere può arrivare anche alla fine della sella. Bisogna tenere una velocità ragionevole, perché se si frena troppo – sempre su entrambi gli assi e dolcemente – la moto non riesce a scorrere. Marce alte, motore che gira piano e pelare la frizione. Quest'ultimo trucco va adottato anche nell'avvicinamento ad una curva, per rallentare. In piano e in salita leggera, gas costante fino a centro curva. Poi, si fa derapare leggermente il posteriore per chiudere la traiettoria, aumentando l'apertura del gas. Facile a dirsi, meno a farsi: ci vuole pratica. Pronti, naturalmente, a controbilanciare con il corpo. Fra l'altro le maxi più dotate hanno modalità di guida in cui il controllo di trazione aiuta a derapare ma vi riprende per i capelli se esagerate, salvandovi da una caduta certa. Nelle curve, in piedi, il sedere si sporge dal lato opposto in cui bisogna andare: volendo, ci si può sedere molto avanti e tenere la gamba interna pronta a dare appoggio con una pedata.


4 Fango e sabbia


Se non si ha una certa dimestichezza, con una maxi il fango può essere quasi inaffrontabile. Bisogna infatti tenere sempre pulita la ruota posteriore, che deve girare fortissimo per liberarsi dal fango. Ergo, bisogna accelerare sempre con decisione. Molto difficile anche la discesa, che impone di agire pochissimo sul freno anteriore – un salsiccione di terra bagnata, che non dà più direzionalità – e alternare pressioni sul pedale a accelerate forti, nell'intento di pulire la gomma. Ciò significa tenere velocità alte, che possono spaventare chi è agli esordi. Insomma, se non è proprio necessario, evitate i tratti troppo fangosi. Diverso il discorso della sabbia, che più di qualcuno si va anche a cercare per divertirsi. La regola aurea è corpo leggermente arretrato, marce basse, regime alto e una velocità buona: così, l'avantreno non affonda e lo si lascia libero di muoversi. Dimenticate i freni, a rallentare ci pensa la sabbia. Mettetevi comunque in testa di fare molta fatica (moltissima se andate in Africa d'estate o d'autunno, quando la sabbia è particolarmente arida e sostiene poco).


5 E se cado?


In fuoristrada le cadute sono praticamente all'ordine del giorno: meglio quindi vestirsi bene, con tutte le protezioni del caso, e sapere come riuscire a risollevare una “muccona” arenata, magari in salita o discesa oppure in un punto particolarmente “impestato”. Ecco la tecnica: prima inserita, manubrio girato dalla parte opposta rispetto al lato su cui è adagiata la moto e... tirarla su. Con la forza delle gambe, attenzione, altrimenti il colpo della strega è assicurato. Se la moto è carica, con valigie laterali e quant'altro, la cosa inevitabilmente si complica. In ogni caso, se non siete soli, meglio farsi aiutare dai compagni di avventura: l'enduro è anche gioco di squadra! 

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