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Le 5 moto che hanno fatto la storia degli anni '80

Con l'avvento delle case giapponesi il mercato "esplose" con proposte che ancora oggi fanno la gioia di molti appassionati

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Se c'è stata un'epoca in cui il mercato delle due ruote ha conosciuto uno dei momenti più fulgidi e tecnicamente interessanti, è sicuramente il decennio degli anni '80. Un periodo nel quale le varie Case, soprattutto giapponesi, ed Italiane, hanno messo in campo tante novità, ma in special modo tanta voglia di sperimentare ed innovare. In quel periodo esplosero le sportive, le maxi tourer dotate di comfort e particolari degne delle migliori berline a 4 ruote, le piccole 125 "made in Italy", che arrivarono a picchi tecnici e prestazionali ancora oggi sbalorditivi. Un decennio magico, irripetibile, e che oggi vogliamo ricordare con le 5 migliori realizzazioni (non in ordine di preferenza), che secondo noi, meglio rappresentano gli anni '80 "a due ruote".


Honda VFR 750 F


Nacque come una sportiva, ma presto si è evoluta ed apprezzata ancora di più come sport tourer. Forse la prima nel suo genere, grazie ad un motore V4 da 105 CV. Potente certo, ma anche tanto godibile nella guida in relax. Dotata di sella confortevole e buona protezione aerodinamica, la 750 di Tokyo nata in quel periodo aprì una strada, poi seguita da molte sue concorrenti. Messa in commercio nel 1986 e, nonostante qualche pecca sul fronte consumi, la VFR è ancora oggi oggetto di ricordo (e desiderio) per tanti motociclisti.


BMW K1


Era il concetto di moto sportiva dell'epoca secondo Monaco. Oggi ci si esalta per la S1000RR, ma 30 anni fà, era la K1 la proposta più sportiva che BMW aveva in catalogo. Di fatto una sport tourer dall'immagine imponente, dotata della migliore tecnologia bavarese al periodo disponibile. Motore a sogliola 4 cilindri ad iniezione elettronica, potenza massima di 100 CV e carenatura integrale. In quegli anni non brillò purtroppo come grande successo commerciale, ma oggi è una delle BMW del periodo più cercate, per fascino e componentistica all'avanguardia.


Ducati Paso 750


Uno dei capolavori dell'indimenticato Massimo Tamburini. Definire la Paso 750 innovativa è forse riduttivo. Di fatto era la prima nata dall'unione Ducati – Cagiva, con il nome dato in onore del pilota italiano Renzo Pasolini, morto in un tragico incidente al Gran Premio di Monza del 1973. La moto fece il suo debutto al "Salone di Milano" del 1985, ma arrivò sul mercato solo l'anno successivo. Dotata di motore Desmo da 72 CV alimentato da carburatori Weber doppio corpo, spiccava per le doti di sportività abbinate ad un carattere che la rendeva idonea anche nei trasferimenti a medio raggio. Una carrozzeria "total body" con la particolarità degli specchietti integrati, ne faceva una magia per design, ammirato ancora oggi.


Aprilia AF1 Project 108


Le 125 italiane stavano vivendo il periodo più glorioso. Le proposte delle varie case sbalordiva per contenuti tecnici e potenze degne delle moto da GP. L'Aprilia, diede una svolta al suo catalogo 125 proponendo la AF1 Project 108, dal nome che deriva dal brevetto del monobraccio (di proprietà ELF) applicato al posteriore. Telaio perimetrale a doppia culla, motore 2 tempi da 25 CV, la AF1 tagliava di netto con le 125 sportive del periodo, dando vita al filone delle race replica di Noale negli anni a venire.


Yamaha FZR 1000


E' stata da molti considerata come “moto del decennio”. Conosciuta come Genesis, venne lanciata nel 1987, e si distingue per una bella linea abbinata a prestazioni notevoli per l'epoca: dotata motore a quattro cilindri raffreddato a liquido, e distribuzione a 5 valvole per cilindro, la FZR soprattutto nella seconda versione, introdusse il concetto di valvola allo scarico su un 4 tempi: la EX-UP. Una soluzione che migliorò ulteriormente le già notevoli prestazioni del motore, permettendo un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 2,9 secondi e una velocità di punta di 270 km/h.

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