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Triumph Street Scrambler 2017 - TEST

Facile e scanzonata ma anche divertente ed efficace… abbiamo provato l’inglesina che punta dritta al titolo di reginetta del segmento scrambler

Moto - Test: Triumph Street Scrambler 2017 - TEST

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Tra le ultime 900 due cilindri di casa Triumph è sicuramente lei la più intraprendente e pronta a tutto. La nuova Street Scrambler, che affianca in listino le cugine Street Twin e Street Cup (oltre alle Benneville T100), arriva sul mercato pronta a sfidare la migliore concorrenza all’interno di un segmento sempre più affollato e di gran moda. E lo fa sfoderando doti dinamiche, efficacia e piacere di guida tali da riuscire a stamparti un bel sorrisone sotto al casco anche in una gelida (gelidissima) giornata di test sulle belle strade dell’Andalusia. Vediamo insieme com’è andata.


Personalità 


Minimal ma tutt’altro che “cheap”. Anzi, ti avvicini e apprezzi subito l’elevata cura dei particolari e l’ineccepibile qualità costruttiva che contraddistinguono da sempre il marchio inglese. La prima cosa che apprezzo, dal punto di vista estetico, è la capacità di esprimere in un colpo solo semplicità, eleganza e solidità. Modaiola, come solo una “modernclassic” sa essere - faro tondo, strumentazione essenziale, sella trapuntata, cerchi a raggi, doppio ammortizzatore posteriore - eppure vera, concreta, credibile nel suo essere “moto” nell’accezione migliore del termine. Il tutto, dominato dall’elemento estetico che ne caratterizza profondamente la linea rendendola riconoscibile tra mille: il lungo doppio scarico laterale che corre alto sul lato destro conferendole badilate di personalità.


La tecnica: affari di famiglia...


Anche questa Street Scrambler sfrutta in gran parte la base tecnica che ha esordito lo scorso anno sulla Street Twin, cui si aggiungono soluzioni e particolari necessari ad esaltarne l’anima scrambler, sia da un punto di vista estetico che funzionale. I cerchi sono a raggi (più adatti all’off-road) mentre il manubrio, a sezione conica, è alto e largo come si conviene al segmento d’appartenenza... esattamente come la ruota anteriore che cresce da 18 a 19’’ (quella dietro è da 17’’). Sempre in ottica scrambler, sia traction Control che ABS sono disinseribili all’occorrenza. Anche il telaio a doppia culla in tubi d’acciaio è stato in parte rivisto rispetto alle due “parenti” stradali per assecondare la diversa destinazione d’uso, mentre la protezione paramotore in basso e lo scarico in posizione rialzata permettono di affrontare gli sterrati più serenamente. Per quanto riguarda le sospensioni - una forcella da 41mm e un doppio ammortizzatore regolabile nel precarico, entrambi Kayaba con escursione di 120mm - sono caratterizzate da una maggiore lunghezza testa-perno per un assetto più alto (sempre rispetto a Street Twin e Street Cup), oltre ad avere un setting differente dedicato. L'impianto frenante si avvale un disco singolo sia davanti che dietro morsi da pinze flottanti Nissin a due pistoncini, mentre il peso complessivo della moto si attesta sui 205 kg a secco.


Due cilindri di gusto


A spingere la Street Scrambler è sempre il piacevolissimo bicilindrico in parallelo High Torque (bella rivelazione dello scorso anno) da 900 cc, capace di 55 Cv di potenza e 80 Nm di coppia massima ad appena 2.850 giri/min. In pratica, il classico uovo di Colombo: la differenza, su moto di questo genere, la fa infatti soprattutto la coppia ai bassi regimi, con la sensazione di guidare una moto di ben altra potenza. Non manca poi una completa dotazione elettronica: ride-by-wire, i già citati traction control e ABS (disinseribili), frizione antisaltellamento servoassistita e una pratica presa USB nel vano sottosella.


A tutto TEST


Scelgo la colorazione verde, che è quella che mi piace di più, salgo in sella e tutto è proprio lì dove me lo aspetto. Manubrio largo il giusto, comandi ben posizionati, busto dritto e piedi che toccano saldamente a terra, grazie anche ad un’apprezzabile “snellezza” nella zona di raccordo sella-serbatoio. Mi piacciono queste moto “facili” che danno subito del tu… perché nella vita di tutti i giorni si fanno usare sempre con piacere, senza impegno; e poi - scanzonate - su qualunque percorso, persino quello da casa alla posta, ti fanno sentire un po’ come se fossi in vacanza. Ma se questa Street Scramber si riducesse solo a questo, difficilmente si giustificherebbe l'elevato grado di soddisfazione che ho provato a fine test.


Sempre a suo agio...


Partiamo subito da una considerazione, ovvero, prendete la vecchia Bonnie Scrambler e… dimenticatela. Non che non fosse un mezzo interessante, anzi! Ma qui il salto in avanti sul fronte del piacere di guida è netto. Sostanziale. Non c’è storia! La nuova Street Scrambler non solo eredita dalla cugina Street Twin uno dei bicilindrici più gustosi in circolazione, ma regala divertimento e piacere insospettabili, in condizioni di guida assai diverse.
Un lungo tratto a scorrimento veloce fa emergere subito un limite fin troppo ovvio per una moto così. L'assenza di protezione aerodinamica si fa sentire piuttosto presto ma si resiste senza grossi problemi fino ai 120/130 indicati. In questa occasione è un vero piacere snocciolare, una dietro l'altra, le 5 marce a disposizione... così mi diverto a tirare un po' il collo, in velocità, al generoso propulsore inglese.
La strada si raggomitola e si cambia scenario. Sui percorsi movimentati, quando dai gas, la risposta ai medio bassi è sempre robusta e decisa… un gran gusto quando si esce dalle curve! Mentre solo in allungo - alcune volte - il limitatore interviene troppo bruscamente a tagliare l’erogazione... meglio quindi cambiare intorno ai 6.000 giri senza tirare inutilmente fino alla zona rossa. La rapidità nei cambi di direzione è più che buona, però intendiamoci... questa Street Scrambler non nasce per saettare tra una piega e l’altra. Eppure, complice la buona leva offerta dal manubrio, le geometrie azzeccate e la posizione di guida, la moto si lascia condurre con gran gusto anche nei veloci pif paf, senza che il tipico effetto giroscopico della ruota anteriore da 19’’ si faccia sentire particolarmente. L’entrata in curva è sempre solida, mai nervosa, così come la percorrenza. Poi dai gas e ti gusti la bella fiondata in uscita, sempre sorvegliato dal traction control che - molto discreto e ben tarato - entra in azione solo quando necessario. Il ritmo che si riesce a tenere con questa Triumph (tra l’altro senza particolare sforzo), va ben oltre quello che in genere ci si aspetta da una moto di questo segmento. Solo la frenata l’avrei preferita un po’ più decisa nella prima parte della corsa della leva (quando si cerca la staccata aggressiva occorre strizzarla per bene e a fondo).
Dopo la prima parte di test, uno dei quesiti che mi ero posto prima della partenza ha già trovato la sua risposta: è lecito definire questa Street Twin una moto da bar? Direi di sì… a patto di includere, però, anche il bar in cima al passo!


Terreni difficili...


Ma non finisce qui. Dove sono rimasto sul serio conquistato dal lavoro svolto dai tecnici di Hinckley, è stato affrontando alcuni chilometri di misto stretto (da seconda/terza marcia) con asfalto molto rovinato. Qui le sospensioni, e in generale la ciclistica, hanno fatto la differenza, dimostrando di saper digerire di tutto, allo stesso tempo infondendo grande fiducia senza mai dare segni di cedimento, nessuna sbavatura… e questo nonostante ritmi “very hot”, con ingressi decisi in piega e cambi di direzione veloci. Dieci e lode!
Poi un po’ di off-road (non una pietraia selvaggia, ma neanche una semplice stradella bianca) ha svelato una moto insospettabilmente efficace e divertente anche in questo contesto. Via l’elettronica (sia ABS che traction control sono disinseribili) in piedi sulle pedane e gas, sempre accompagnati da una piacevole sensazione di controllo e di sicurezza anche quando si esagera, tra nuvole di polvere e derapate del posteriore. Nota di merito per i Metzeler Tourance di primo equipaggiamento, che trovo sempre perfetti per questo tipo di situazioni (volendo anche un po’ impegnative, ma non estreme).


Prezzi e accessori


Vista la qualità messa in campo, trovo tutto sommato competitivo il prezzo, allineato alla migliore concorrenza. La Triumph Street Scrambler sarà disponibile a partire da 10.800 euro per la colorazione Back, dalla fine di febbraio. Per la versione Green e la bicolor rossa e grigia, invece, il prezzo sale rispettivamente di 125 e 250 euro.
Tantissimi anche gli accessori a disposizione nel ricco catalogo con oltre 150 parti attraverso cui personalizzare la propria moto, dall’aggressivo scarico Vance alle manopole riscaldate, passando per diversi tipi di selle, pedaline e componentistica di vario genere. Anche per la Street Scrambler è inoltre disponibile il kit di depotenziamento per i possessori di patenti A2.


Mi piace o non mi piace?


Impossibile rimanere indifferenti davanti alla personalità messa in campo da questa Street Scrambler. Un modello che punta al cuore di un vasto numero di appassionati alla ricerca di una moto sì facile, modaliola e scanzonata, da usare con soddisfazione in vacanza o in città... ma anche  devota al puro piacere di guida. Insomma, ci si mette in garage un mezzo che non serve certo a battere gli amici smanettoni nelle sparate della domenica ma capace di divertire indiscutibilmente… anche in fuoristrada. Probabilmente, tra gli ultimi modelli realizzati attorno al 2 cilindri inglese da 900 cc, il più riuscito e polivalente. Tra le cose da migliorare, per quanto mi riguarda, ci sono la frenata, non incisiva quanto si desidererebbe in alcune situazioni, e l’elevato calore sprigionato dallo scarico alto.
In conclusione, una moto che mi sento di consigliare a tutti coloro che sono affascinati dal mondo scrambler e che si candida senza mezzi termini al titolo di reginetta del segmento... la concorrenza è avvisata!


Abbigliamento tecnico utilizzato


Stivaletto OJ sound
Jeans OJ Breath
Giubbotto OJ Garage man
Guanti OJ
Casco Shark Raw

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