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Lo "sguardo basso" della Panigale e la nuova scuola del design sportivo

C'è chi si ostina a dire che la Ducati Panigale viene copiata dagli altri, ma le cose non stanno proprio così

Moto - News: Lo "sguardo basso" della Panigale e la nuova scuola del design sportivo

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Se dopo Intermot 2016 avete girato un po' per i social e i siti del settore, sarete di sicuro incappati nei commenti sulla presunta somiglianza della nuova Honda CBR1000RR con la Ducati Panigale, più che altro nel frontale che presenta uno sviluppo simile del faro. Oltre le polemiche e i campanilismi, vogliamo fare un'analisi più approfondita dell'argomento, perchè serve a spiegare anche l'andamento che sta predendo il design motociclistico.


Nessuno ha "copiato" dalla Panigale


Prima di tutto, mettiamo le cose in chiaro: secondo noi nessuno ha copiato nessuno. Honda ha realizzato una moto profondamente diversa dalla bicilindrica italiana e lo stile complessivo ne è la prova. Anche confrontando i cupolini, non si può dire che ci siano elementi palesemente plagiati dall'estetica italiana.
L'elemento che ha scatenato la polemica è quello che definiremo "sguardo basso", ovvero il gruppo ottico posizionato nella parte inferiore del cupolino con lenti che rientrano verso la parte centrale della moto, a comporre uno sguardo accigliato e puntato verso il basso.
Pochi giorni dopo il Salone di Colonia anche Yamaha ha svelato le linee del nuovo scooter X-Max 300 2017, che a suo modo offre un'interpretazione particolare dello stesso principio estetico, ma inserito nell'ampio e particolare scudo di uno scooter da città... anche in questo caso parlereste di plagio? Probabilmente no.


È il mondo del design, bellezza!


Quello che sta succedendo non è altro che il normale corso del design, qualcosa che si vede da tanti anni nel settore delle due ruote e che non riguarda soltanto il mondo dell'automotive. Le tendenze estetiche vengono lanciate da prodotti di successo che vengono così tanto apprezzati dall'utenza da condizionare lo stile di un intero settore, ispirando la concorrenza a sfruttare caratteristiche simili per vendere di più.
Giusto per rimanere in tema superbike, ricordate quando fu presentata la 916? Nel giro di pochi anni quasi tutti i costruttori impegnati nella stessa categoria spostarono gli scarichi sotto al codone, o che dire della Ducati Diavel, che con il suo supporto targa sospeso sulla ruota posteriore e agganciato al forcellone ha ispriato parecchie altre moto, sia europee che giapponesi.
Abbiamo citato soltanto moto bolognesi perchè in questi anni il design italiano è ancora il più apprezzato al mondo, ma tutte queste ispirazioni moderne prendono spunto da concetti estetici già affrontati in passato da qualcun'altro, a prescindere dall'effettivo successo che ebbe quel prodotto.


Prima della Panigale, fu la Kawa 636


Una versione pionieristica dello sguardo basso della Panigale, in realtà, l'abbiamo visto per la prima volta più di 10 anni fa nella Kawasaki ZX-6R 636 del 2003, quella con il frontale alieno con due fari separati e molto in basso, a seguire la linea discendente del cupolino verso le carene laterali.
Se invece vogliamo citare il portatarga sulla ruota, prima della Diavel fu proposto dalla Bimota DB3 Mantra del 1995, naked esclusiva dall'estetica azzardata e molto personale, che per il suo stile ricevette sia pareri entusiasti che nette bocciature. Eppure lei anticipò la moda che fu, proprio come ha fatto la Kawa 636 e come ha fatto oggi la Panigale, ispirando una nuova generazione di designer pronti a cavalcare lo stile del momento. Dopotutto per vendere bisogna disegnare le moto come piacciono alla maggior parte della gente!

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