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I 10 passi più belli in moto, tra Alpi e Appennini

Abbiamo provato a stilare una Top Ten dei più divertenti e affascinanti. Siete d'accordo con la nostra selezione? Diteci la vostra...

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Una mania, quella di arrampicarsi in moto fino in cima per poi tuffarsi in picchiata sul versante opposto, che ci spinge a macinare centinaia di chilometri solo per vedere l’effetto che fa. Ma quali sono i passi più belli? Quelli che non dovrebbero mancare nel curriculum di un vero motociclista? Stilare una classifica di passi alpini e appenninici, limitata a sole 10 località, è stato davvero difficile e, per forza di cose, qualche perla preziosa è stata sacrificata. Se ce ne fosse una che non avreste mai voluto vedere esclusa, aggiungetela nei commenti, spiegando magari il perché! Ma adesso bando alle ciance, e in ordine rigorosamente sparso, ecco i 10 passi più belli da gustare in moto tra Alpi e Appennini


1. Il passo Rombo


A cavallo tra Italia e Austria. A cavallo del mito. Sì, perché mentre sali verso il Passo Rombo, a qualsiasi andatura, ti senti come il conquistatore di una terra selvaggia, patria ancestrale di miti e leggende in costante balia degli elementi. La civiltà è lontana, la vegetazione si dirada e in alcuni momenti, quando non passa nessuno, se ti fermi ad ascoltare puoi udire persino il rombo cupo delle vette che ti circondano. Un universo parallelo di colori e atmosfere che, una volta attraversato, non riesci più a dimenticare. Esattamente come indimenticabili sono le curve sui due versanti (il consiglio è di percorrerlo dall’Austria all’Italia. La strada è a pagamento ma ne vale la pena).


2. Il Grossglockner


E a pagamento è anche la strada alpina del Grossglockner (in Austria, nel cuore del Parco Nazionale degli Alti Tauri, Alpi orientali). E anche in questo caso, l’impresa vale assolutamente la spesa. Ciò che attende chi si avventura fin qua su in moto è un meraviglioso gomitolo d’asfalto che si arrampica fino al ghiacciaio più esteso d’Europa, tra paesaggi maestosi e una vista a 360°. Il consiglio è di salire da Heiligenblut (provenendo da Lienz) per poi ridiscendere fino allo Zell am See. Ma non troppo in fretta: lungo la strada, un chiosco con un fantascientifico braciere appeso al soffitto rappresenta un invito alla sosta che non si può mancare.


3. La Cisa


Lasciamo le Alpi e raggiungiamo gli Appennini. Il Passo della Cisa non ha certo bisogno di presentazioni. Meta di pellegrinaggi dueruotistici fin dalla notte dei tempi, ha spinto per anni intere generazioni di motociclisti di Parma a trovare la fidanzata a La Spezia e di motociclisti di La Spezia a trovare la fidanzata a Parma, solo per il piacere di scavallare attraverso le succulente curve che raggiungono quota 1042 metri. Una tradizione in bilico tra romanticismo e passione, che sembra perdurare ancora oggi, nonostante il deciso pressing delle forze dell’ordine… perché si sa, l’amore non lo puoi mica fermare!


4. Il passo Giau


La prima volta che raggiunsi il Giau pensai che fosse un sogno. Una cosa impossibile. Pura finzione. Che non potesse esistere un posto così. Per convincermi che era tutto vero, dovetti tornare ancora, e ancora, e ancora, per più volte. Eppure, a tutt’oggi, sono ancora convinto che sia davvero troppo bello per essere vero!
Forse addirittura il più bello di tutti.


5. Il passo del Cerreto


Un altro tassello mitologico in bilico tra Toscana ed Emilia Romagna. 30 chilometri di libidine, curve e boschi. Un piccolo consiglio: almeno una volta nella vita, se potete, lasciate perdere il week-end e salite in cima durante un giorno feriale. Provate e vedrete!


6. Lo Stelvio


Troppo banale, direte voi. Ma come si fa ad escludere lo Stelvio da una classifica del genere? Direste mai che è troppo banale tuffarsi su un piatto di lasagne della nonna, su una cacio e pepe, una amatriciana o una carbonara? Ci sono cose che appartengono al "patrimonio mondiale dell’umanità" punto e basta. E C’è un patrimonio mondiale, anche per l’umanità motociclistica, di cui il nostro Stelvio è una parte fondamentale.


7. Bocca Trabaria


Qui la butto sul personale. Era una mattina presto di inizio estate, tempo incerto, e stavo andando in moto a Misano. Lungo la strada, mi prende la voglia matta di piegare un po’ e decido di passare per Bocca Trabaria. Le prime curve, bellissime. Traffico inesistente, circonferenze perfette. Poi un improvviso banco di nubi. Ci passo in mezzo a visibilità zero. Continuo a salire, le supero, vado più in alto di loro e all’improvviso, dietro una curva, un sole caldo e meraviglioso, sopra un materasso di nuvole denso e vaporoso fin oltre l’orizzonte, mi sorride in un cielo limpido e azzurro. Tutto questo mentre non riesco a smettere di piegare e di meravigliarmi sbigottito al cospetto di tanta bellezza.
Non posso assicurarvi che capiterà la stessa cosa anche a voi ma… guidare lungo la strada di Bocca Trabaria vale comunque la pena… sempre!


8. Il passo del Penice


Panorami, pieghe e il rischio altissimo di bruciarsi tutti i punti patente in un colpo solo… ma noi siamo gente assennata, giusto? La Sp461 tra Varzi e Bobbio è sempre un gran bell’andare, un ever green delle giornate in moto a qualunque andatura la si percorra. E a proposito di Bobbio… come non rimanere ipnotizzati, ogni volta, al cospetto di quell’incredibile “ponte del diavolo”?


9. Il Col du Telegraphe


Guidare sulle Alpi francesi è sempre un’esperienza entusiasmante. In media le strade sono molto ben tenute, i panorami sono grandiosi e c’è un rispetto non indifferente, per i motociclisti, anche da parte di chi procede in auto. Poi se finite su questo tormentato passo tra Valloire e Saint-Martin-d’Arc, preparatevi a sperimentare angoli di piega sconosciuti. A disegnare il serpentone d’asfalto che l’attraversa come un boa constrictor, dev’essere stato un qualche ingegnere motociclista pazzo, fissato con le montagne russe: le curve iniziano e… non sai mai quando finiscono!


10. Il Col de L'Iseran


Attraverso lo spiraglio lasciato aperto dalla visiera, l’aria sembra ancora più rarefatta. Sei talmente in alto che ti senti quasi un po’ stordito. Però vuoi mettere? Hai raggiunto il passo carrozzabile più alto d’Europa a quota 2.770 metri sul livello del mare. E lo hai fatto salendo lungo una strada che ti ha piazzato un ghigno a 36 denti, inscalfibile, sotto al casco. E il bello sai qual è? Che subito dopo inizia la discesa…
Un imperdibile passaggio, lungo le rotte della Route des Grandes Alpes.

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