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Motocross: termina la gara in un lago di sangue, "siamo piloti, non calciatori"

Il pilota Jeremy Van Horebeek ha stupito tutti nella gara del mondiale Motocross a Lommel, correndo con un sopracciglio spaccato e una maschera di sangue

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Jeremy Van Horebeek ha recentemente vinto la sua prima gara nel campionato MXGP ed è senza dubbio la più grande sorpresa di questa stagione. Il pilota portacolori del team Yamaha ufficiale è un ragazzo che mette il cuore in quello che fa e l'ennesima dimostrazione è arrivata lo scorso weekend, quando ha compiuto una piccola impresa.


Durante gara1, Jeremy è atterrato male dopo un salto e ha sbattuto la testa sul traversino del manubrio. Nonostante la protezione di casco e googles la botta è stata davvero forte e si è spaccato l'arcata sopraccigliare, grondando sangue per tutta la durata della gara. Non si è però dato per vinto e ha concluso la prima tappa, correndo poi la seconda con 5 punti di sutura sopra l'occhio e tanto dolore. Purtroppo non ha vinto, ma la sua rimane una delle più belle vicende di sport dell'ultimo periodo.


A dare ancora più spessore all'impresa, arrivano le sue parole che rimettono in campo un discorso sempre dibattuto fra appassionati di moto e appassionati di calcio. Jeremy dichiara in un'intervista riportata dal Corriere dello Sport: "Mi sono fracassato la faccia sul manubrio. Il mio occhio sanguinava molto e non mi sentivo bene. Non ero sicuro di farcela nella seconda manche ma siamo piloti, non calciatori, così sono andato". In queste parole un po' polemiche, c'è anche un po' di verità oggettiva. Voi avete mai visto un motociclista simulare per ottenere vantaggi?


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