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Moto e scooter usati: l'esportazione si fa più complicata

Una circolare del Pra modifica le pratiche in caso di esportazione del veicolo: è guerra alle truffe

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Proprio mentre c’è bufera sul Pubblico Registro Automobilistico (si parla di accorpamento fra Pra/Aci e Motorizzazione, per evitare un’inutile duplicazione di costi e risorse), ecco una circolare del Pra che fa sorgere diversi dubbi: riguarda le radiazioni per definitiva esportazione all’estero e le radiazioni per esportazione di veicoli sottoposti a ipoteca. Tutto nasce da una denuncia dell’Assodem, l’associazione di categoria degli autodemolitori che opera all’interno di Fise Unire/Confindustria: solo lo scorso anno, oltre 700.000 veicoli hanno varcato il confine. Dietro alla crescita del fenomeno si celerebbero vari profili di illegalità. Qualche esempio? La reimmatricolazione con targa estera: molte auto di lusso continuano di fatto a circolare sul territorio nazionale, evitando però il pagamento del superbollo. Delle auto radiate per esportazione in alcuni casi si perde qualsiasi controllo: spesso queste non vengono più immatricolate nel paese estero, alimentando mercati illeciti di ricambi e approvvigionando centri di raccolta non autorizzati.


Secondo l’articolo 103 del Codice della Strada, la richiesta di esportazione definitiva del veicolo all’estero può essere presentata prima che il veicolo sia trasferito e immatricolato all’estero o in un momento successivo, quando cioè il veicolo è già stato trasferito e immatricolato (con nuove targhe straniere) nel Paese straniero. A inoltrare l’istanza può essere anche un soggetto proprietario, ma non intestatario del veicolo. Ma la cancellazione del mezzo dal registro, senza la contestuale iscrizione in un Pra estero, fa entrare il veicolo in una sorta di limbo. Da quel momento si interrompe l'obbligo del pagamento della tassa automobilistica. Un’altra delle criticità riguarda l’illecito smaltimento dei cosiddetti “end life vehicle”: il 35% dei veicoli radiati per esportazioni non rientrerebbero nella mobilità del Paese di destinazione, ma finirebbero per essere demoliti all’estero. E per finite, c’è il saccheggio dei pezzi dai veicoli radiati per esportazione direttamente in Italia.


Il parere del ministero


Il primo dubbio riguarda il parere del Ministero della Giustizia. È vero che il dicastero ha espresso parere favorevole all’adozione di misure finalizzate a contrastare in modo più efficace il fenomeno. Ma non c’è nessun obbligo per il Pra. D’altronde, la commissione Giustizia aveva stroncato l’articolo 8 del decreto Destinazione Italia, poi fotocopiato nel disegno legge Rca Zanonato. E allora: quando un parere è importante? O sempre, o mai. Comunque, dal 14 luglio, alle formalità di radiazione per esportazione dovrà essere sempre allegata la fotocopia della carta di circolazione estera o l’attestazione di avvenuta reimmatricolazione all’estero. La fotocopia, in caso di esportazione in Paesi extra Ue, deve essere accompagnata da traduzione “certificata”. È stato inserito un controllo bloccante nelle procedure STA e Copernico che impedisce la presentazione con esito positivo delle formalità di radiazione per esportazione in assenza dell’indicazione della data di reimmatricolazione estera o dell’avvenuta esportazione risultante dal documento di trasporto o dalla bolla doganale. La radiazione per esportazione si presta a un utilizzo fraudolento per coloro che, proprietari di veicoli sottoposti a vincoli (ipoteche, sequestro, pignoramento, fermo) tentano in qualche modo di sottrarre il bene alle rivendicazioni dei creditori. Per i casi di veicoli con ipoteche iscritte non ancora scadute costituirà titolo per procedere alla radiazione l’atto di assenso alla cancellazione dell’ipoteca reso nelle forme di rito.


Parecchi problemi sul tappeto


In questo modo, pare che la vendita dell’usato all’estero sia stata molto sacrificata sull’altare della guerra alle truffe. Proprio quel mercato dell’usato che dà respiro al nuovo in Italia. C’è anche il rischio di chiudere i rubinetti dei soldi dall’estero: compratori stranieri che acquistano il nostro usato. Adesso, è tutto molto più complesso e delicato. Senza dimenticare che l’Italia non ha ancora affrontato veramente il problema dei caroselli fiscali: veicoli di importazione parallela con evasione Iva.

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