Tu sei qui

Yamaha Bolt by Roland Sands

La versione americana della XV950R, rivista dallo specialista californiano. “Sapore” di dirt track!

Moto - News: Yamaha Bolt by Roland Sands

Share


Negli USA è conosciuta come Yamaha Bolt, in Italia, invece, ha il nome di Yamaha XV950/R 2014, moto presentata non più tardi di poco più che un mese fa. Inutile dire che l’attacco alla Harley-Davidson Sportster 883 è più che diretto! Ma perchè non mettere le mani... sul "bullone", e farne subito subito una special? La Casa dei Tre Diapason, che da diversi mesi collabora soprattutto con un preparatore in particolare, gli ha fornito immediatamente la moto, e quello che vedete da queste immagini è ciò che ne è venuto fuori, un mezzo che si ispira alla filosofia della specialità dirt track e che fa il verso alla meravigliosa Harley-Davidson XR 750 che tanto ha spopolato e spopola nella specialità. Il nome del tuner? Chi, se non Roland Sands, preparatore che ha già messo le mani su un motociclo di Iwata, lo Yamaha TMAX 530, con lo Yamaha TMAX Hyper Modified Capitolo III.

Poche balle, questa moto così stravolta, è semplicemente stupenda! Il mago del tuning californiano ha lasciato solo telaio, motore, serbatoio, freni e la forcella anteriore, tutto il resto è stato sapientemente rivisto. Nella parte anteriore è stato rimosso il fanale ed al suo posto troviamo una tabella portanumero rigorosamente bianca e recante il numero "52", ripetuto poi sulle fiancatine sottosella. Via i cerchi da 19" all’anteriore e 16" al posteriore a 12 razze, in favore di una coppia di cerchi da 16" anodizzati oro a raggi, sui quali sono stati montati dei pneumatici Dunlop K 180 da Dirt Track, mentre l’impianto frenante resta il medesimo (abbiamo però dei tubi in treccia). Il color oro è poi ripreso dalle sospensioni posteriori, visto che si tratta di due "gialloni", gli Ohlins! Il motore è stato "toccato" solo per quanto concerne il filtro aria, e nei coperchi dei carter. Sopra questo, troviamo il serbatoio, color bianco perla con tre striscie verdi di diverse tinte, separate a loro volta da delle sottilissime linee oro. Il tutto è ripreso sul codone, rigorosamente monoposto e privo della sella (questa c’è ma è senza imbottitura). Uno scarico "2 in 1" completo, ed in titanio con il fondello a "fetta di salame" in carbonio, e dei faretti supplementari montati davanti alle pedane, completano il quadro. Non mancano poi altri particolari curatissimi e di colore nero, come il manubrio da enduro a sezione variabile, le leve di colore opaco, le manopole in lega d’alluminio, le pedane riviste, ed una piastra in alluminio forata sita nella parte anteriore della culla del telaio, a protezione dei "sassi".

Articoli che potrebbero interessarti