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Suzuki Inazuma 250 - TEST

Un "lampo" di genio! Una moto vera, a 3.990 euro

Moto - Test: Suzuki Inazuma 250 - TEST

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In giapponese Inazuma significa lampo, il preludio di un temporale che porterà pioggia, acqua, e dunque, fertilità. Un nome che in Suzuki sperano soddisfi le aspettative di vendite. Il concetto è molto semplice: costi di gestione contenuti e consumi ridotti, senza dimenticare la facilità di guida. Vista in Italia per la prima volta a Motodays 2012, la Suzuki Inazuma 250 è una moto che nasce per il neofita e il "motociclista di ritorno", ma strizza l’occhio anche all’utenza femminile e a chi cerca un mezzo economico, magari da sostituire allo scooter. La concorrenza per lei, fondamentalmente non c’è: la Yamaha YBR 250 è monocilindrica, ha un prezzo più alto ed ha il freno posteriore a tamburo, o ancora, la Sym Wolf SB250Ni, è anch’essa monocilindrica, e non bicilindrica come il "Lampo" di Hamamatsu. Sarà importata in Europa in 3.000 pezzi, di cui 1.000 per il solo mercato italiano in due versioni: Standard a 3.990 euro f.c. e Plus a 4.290 euro f.c. (ci sono cavalletto centrale e bauletto da 26 l nel prezzo d'acquisto). Arriverà a fine ottobre.

DESIGN… B-KING’ STILE
Vorrei ma… posso! La piccola Suzuki ha un design di chiara ispirazione Suzuki B-King 1300, quel gran mostro di naked che ha impressionato tutti per la sua potenza ed il suo design estremo. Quello stile, per quanto estremo, portò una ventata di novità nel mondo a due ruote; ecco perché i designer giapponesi si sono ispirati a quest’ultima. Le linee sono slanciate verso l’alto nella parte anteriore e verso il basso al posteriore. Nella visione laterale poi, colpisce la cura del motore, elemento importante nell’estetica di una naked. Da questo poi, partono due scarichi laterali, con i collettori cromati. Le fiancatine laterali poi, sono di colore alluminio. Sul fanale anteriore vi è un piccolo cupolino che nasconde una strumentazione più che completa. Quest’ultima, contenuta, ha addirittura un display LCD con indicatori a LED posizionato sulla destra, dove troviamo il tachimetro, il conta chilometri totale e parziale doppio, l’indicatore del carburante, l’odometro, l’indicatore della marcia inserita, gli intervalli di manutenzione programmata e l’orologio. Le spie di servizio sono a LED e vi è un indicatore che segnala quando cambiare marcia (ha tre setting: standard - spia spenta -, normale e eco). Vi sono poi dei semi-manubri montati su supporto forgiato, e degli specchietti retrovisori realizzati proprio per questa moto. Sotto al piccolo serbatoio da 13,3 litri, troviamo dei convogliatori laterali che integrano gli indicatori di direzione. La linea del codino si completa con una sella spaziosa, mentre la luce posteriore sfrutta una combinazione a doppia lente trasparente. La colorazione prevista è il solo nero perlato.

MOTORE DA 25 CV

Il motore della Inazuma è un bicilindrico fronte-marcia da 248 cc raffreddato a liquido, bialbero e con cambio a sei rapporti. Per offrire una coppia fluida ai bassi e medi regimi, si è optato per le seguenti misure di alesaggio per corsa: 53,5 mm x 55,2 mm. La potenza massima è di 24,48 CV a 8.000 giri/min mentre la coppia massima è di 22 Nm a 6.000 giri/min. La manutenzione è prevista ogni 5.000 Km. La centralina elettronica "ECM" controlla e stabilisce, sulla base delle informazioni provenienti dai vari sensori incluso il sensore O2, i tempi e i volumi ottimali d’iniezione. Questo garantisce a qualsiasi regime del motore un erogazione costante, un regime di minimo regolare e grazie ad una combustione ottimale una riduzione dei consumi e delle emissioni. 30,4 Km con un litro, sono i consumi dichiarati WMTC. L’albero con contralbero poi, previene le vibrazioni e riduce il rumore.

TELAIO "FACILE"
Il telaio è a doppia culla in acciaio ed è stato progettato per la facilità d’utilizzo e la massima maneggevolezza. L’altezza della sella da terra è di 780 mm, mentre il peso è di 172 Kg che diventano 182 in ordine di marcia. Le sospensioni vedono una forcella telescopica all’anteriore mentre al posteriore vi è un monoammortizzatore regolabile nel precarico molla. A "frenare" la piccola jap, due dischi: uno all’anteriore da 290 mm (pinza a due pistoncini paralleli) e uno al posteriore da 240 mm. La moto è equipaggiata con un pneumatico anteriore da 110/80R17 e un posteriore da 140/70R17. Vi sono poi diversi particolari in lega d’alluminio, quali le pedane poggia piedi, la leva del cambio e del freno ed il maniglione passeggero.

LA PROVA

Mettiamo subito le mani avanti: il costo basso della Inazuma, non può certo farci pretendere chissà cosa, anzi! La moto è la prima che Suzuki realizza in Cina, su standard giapponesi, e si vede. Da vicino la moto è ben realizzata, particolari come le pedane in alluminio e addirittura la leva del freno anteriore regolabile su quattro posizioni sono particolari da cilindrate maggiori. Le plastiche sono ben accostate e abbastanza solide, ad eccezione di quella del codone, leggermente più "fragile" se stretta tra le mani. La strumentazione è più che completa, non manca veramente nulla e anche qui troviamo particolari che su moto di cubatura più grossa mancano, come il conta marcia o il segnalatore di cambiata.

In sella l’ospitalità ed il comfort sono pregevoli. Questa è ampia e morbida, gambe e braccia sono piegate il giusto ed i comandi, sia al manubrio che alle pedane sono proprio dove li si desiderano. Sistemati gli specchi retrovisori, ampi e che offrono un’ottima visibilità, avviamo il motore. Questo è silenziosissimo e gira in modo molto regolare. La leva della frizione è praticamente "di burro", morbida e adatta anche a mani piccole o con poca forza. Ingranata la prima, basta appena lasciare la leva e la piccola Inazuma fa subito strada. Il cambio è preciso e ben spaziato (qualche collega ha preso la folle tra la terza e la seconda marcia, probabilmente dovuto allo scarso rodaggio N.d.R.), anche se quando ci si ferma al semaforo con un rapporto alto, si fa un po’ fatica a trovare la folle.

Il piccolo bicilindrico è proprio come il nome della moto, non tanto un lampo, quanto… "elettrico". Questo prende giri con una regolarità priva di picchi di coppia. Se si desidera un po’ di verve in più, bisogna salire sopra i 7.500 giri/min, ma già 1.000 giri in meno il propulsore fa strada. Inutile pizzicare il limitatore posto a 11.250 giri/min circa, meglio cambiare a massimo 10.500 giri/min. Ai bassi il motore non rifiuta mai l’apertura del gas, nemmeno se lo si spalanca e addirittura in sesta a 2.000 giri/min, non rifiuta, anzi, lentamente prende giri. La velocità massima? Su strada chiusa al traffico abbiamo toccato i 143 Km/h indicati, sdraiati sul serbatoio ed a 120/125 Km/h indicati, si arriva abbastanza velocemente. Le vibrazioni sono assenti e solo quando si è prossimi alla zona rossa si fanno sentire, ma sono "dolci" e non infastidiscono per nulla. Agli alti poi, gli scarichi, "nel loro piccolo", si fanno sentire, mentre sotto i 7.500 giri/min la piccola jap è silenziosissima.

Buona la ciclistica. Nel traffico ci si infila come con uno scooter, con lo sterzo "a battuta" ed il piccolo bicilindrico che aiuta anche ai più bassi regimi, con una regolarità di risposta incredibile. Alle "alte velocità", la moto risponde bene ed è precisa, garantendo, nonostante delle sospensioni un po’ troppo cedevoli, le traiettorie impostate dal pilota. Basta non esagerare… ma la Inazuma, non è fatta per essere strapazzata da motociclisti esperti. La si vorrebbe un po’ più agile nei destra sinistra, ma i tecnici si sono concentrati più sulla stabilità, che infatti offre sicurezza. Ottima la frenata: il posteriore fa quello che gli si chiede ed aiuta sia a rallentare che a "chiudere" la curva se si entra troppo veloci, mentre l’anteriore fa della modulabilità la sua migliore dote. Per avere potenza bisogna strizzare la leva destra, ma è giusto che sia così. E’ una moto realizzata per neofiti e la frenata deve essere "spugnosa", anche perché la forcella affonda tanto e non è certo il caso di mettere in crisi il pneumatico anteriore. Buche, pavè, tombini, la ciclistica digerisce tutto, grazie anche all’imbottitura molto morbida della sella.

Insomma la Suzuki Inazuma convince, sia per il prezzo che per il divertimento di guida. Ci sono particolari di moto di categoria superiore come la leva del freno regolabile, una strumentazione completa, ed è apprezzabile lo sforzo di renderla bella (magari con un paraspruzzi anteriore più snello...) e curata, come i collettori cromati. Certo, manca l’ABS, tecnologia che sì, non è stata applicata per contenere i costi, ma che personalmente a mio figlio o ad un neofita, consiglierei di installare se ci fosse, mettendo da parte ulteriori 350/400 euro per un sistema che anche con il "lampo" andrebbe d’accordo, una sorta di… salvavita! Suzuki ha poi creato una formula ad hoc: 48 rate, con le prime 24 da soli 40 euro. Sarà possibile provarla a EICMA 2012. Meno di 4.000 euro, per accedere al mondo del motociclismo, quello vero!

ABBIGLIAMENTO TEST
In questo test abbiamo utilizzato:
Casco Shark S700S
Giacca Lithium e Guanti RS One VX HP Ixon
Pantaloni Promo Jeans Vegas
Alpinestars Tech Touring gtx

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