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MotoGP, Michelin risponde a Espargarò: "i dati non mentono, nessun difetto delle gomme"

Il responsabile Piero Taramasso: "Aleix è partito con una temperatura degli pneumatici di 10° inferiore a quella degli altri piloti, è normale non avesse grip. Abbiamo 20 pagine di analisi per dimostrarlo"

MotoGP: Michelin risponde a Espargarò:

Ieri Aleix Espargarò ha puntato il dito contro Michelin per il suo deludente risultato nella gara di domenica in Qatar. “Andando sullo schieramento mi sono rese conto che non c’era grip, sembrava di guidare sul ghiaccio. Bisogna migliorare sul fronte gomme, perché un paio di volte a stagione capitano episodi del genere”. Il commento del pilota dell’Aprilia non è piaciuto al gommista francese che ha risposto con i fatti alle sue parole.

A spiegare quello che è successo è il responsabile di Michelin Piero Taramasso: “ieri ci siamo confrontati con Aprilia e con tutto il suo staff tecnico. Dopo i commenti di Aleix in Qatar, ci hanno dato tutti i loro dati e grazie a questo abbiamo potuto fare un’analisi precisa. Una persona dedicata ha lavorato 3 giorni per stilare un report di 20 pagine e i numeri non mentono: non puoi interpretarli. Non c’è stato nessun problema relativo alle gomme.

Cosa è successo?
Espargarò è partito con una temperatura delle gomme che era almeno 10° più bassa di quella di tutti gli altri piloti. La proceduta di ripartenza dopo il problema di Raul Fernandez non ha aiutato, ci sono dei team che hanno gestito meglio e altri peggio quella situazione. Fatto sta che Aleix aveva 10° in meno degli altri, è una differenza enorme ed è normale che non avesse grip: uno pneumatico non può funzionare con quelle temperature. Durante la gara, comunque, il suo giro migliore è stato solo 2 decimi più lento del più veloce e la differenza dal suo migliore della Sprint è stata di 6 decimi, come tutti gli altri piloti”

Escludi quindi difetti alla gomma di Espargarò?
Per noi la situazione è chiara, è stato solamente quello il problema. Dai dati, il livello di grip della gomma sui due lati, gli sforzi dello pneumatico, tutto era regolare. Quando c’è un problema a una gomma, non puoi girare a 2 decimi dal più veloce”.

I problemi di qualità sono definitivamente risolti?
Dal 2016 a oggi ci sono stati dei casi in cui le gomme hanno avuto dei difetti. Per esempio, mi ricordo nel 2018 con Bagnaia, avevamo notato un difetto e l’avevamo corretto. Non dico che siamo contenti quando c’è un problema, ma quando accade andiamo a fondo per trovarlo e risolverlo. Per questo motivo facciamo analisi molto precise. Abbiamo i dati di tutti i piloti e, per quanto riguarda il Qatar, abbiamo notato che fra fra la Sprint del sabato e la gara della domenica molte Case hanno fatto un passo in avanti sul setting per ridurre il consumo delle gomme ed è il motivo per cui sono stati più performanti”.

Parlando del GP del Qatar, come ti spieghi i tempi record che abbiamo visto in tutte le sessioni?
È stata una combinazione di vari fattori. Da una parte le moto sono migliorate, dall’altra abbiamo introdotto delle nuove mescole. Le avevamo progettato perché fossero più costanti, ma sono anche più performanti. Forse non ce n’era bisogno, ma ai piloti non è dispiaciuto (ride). Inoltre, le condizioni della pista erano ottime: l’asfalto nuovo ha iniziato a pulirsi, gli oli e il catrame va via, quindi la pista era in un momento top. Inoltre alcuni team hanno lavorato benissimo per anticipare le condizioni della pista e non è per nulla semplice in Qatar, serve la palla di cristallo. Per noi il Qatar è stato un buon inizio di stagione”.

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