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MotoGP, Marini: “Lo shakedown un vantaggio? Lo fosse sarei secondo come Acosta”

“Stiamo migliorando, ma siamo ancora al 60% della prestazione. Abbiamo ancora tante cose da provare e dobbiamo trovare la direzione”, Mir: “Non siamo dove vorremmo essere”

MotoGP: Marini: “Lo shakedown un vantaggio? Lo fosse sarei secondo come Acosta”

È stato Luca Marini il primo pilota a commentare la sua giornata al termine del Day 1 dei test a Sepang. Il nuovo pilota Honda ha infatti terminato con un’ora la sua sessione, chiudendo al 17° posto della classifica dei tempi, senza aver montato la gomma morbida nel finale.

Se lo Shakedown fosse un grosso vantaggio forse adesso sarei al secondo posto come Acosta - ha esordito Luca, al termine del suo quarto giorno di collaudi sul tracciato malese - È sicuramente qualcosa di cui avevamo bisogno in questo momento, perché abbiamo tante cose da provare e dobbiamo trovare la direzione. Non è facile per noi in questo momento, ma stiamo lavorando bene e molto duramente. Sono molto soddisfatto di queste prime giornate di test. Il feeling con la moto migliora molto a ogni uscita, mi sto godendo ogni momento con la squadra ed è molto bello poter lavorare anche con i tecnici giapponesi”. 

Tanto è il lavoro da svolgere nel box della Casa di Tokyo, dove la priorità è quella di trovare la giusta direzione per lo sviluppo della RC213V.

“Abbiamo così tante novità che dobbiamo avere sotto controllo tutti gli aspetti della moto e provare a essere perfetti in ogni situazione, perché abbiamo leggermente migliorato l’aerodinamica, il motore e l’elettronica, ma dobbiamo continuare a lavorare in questo modo perché a mio parere siamo ancora al 60% della performance della moto ha commentato il marchigiano, a cui non dispiace fare un lavoro di selezione delle parti: “Per me non è un lavoro complicato, anzi, lo trovo molto divertente, perché si tratta di essere il più veloce possibile in pista e di dare dei feedback più precisi possibile agli ingegneri, anche perché abbiamo tutti lo stesso obiettivo che è quello di tornare a vincere e tornare a essere competitivi in ogni situazione. Per me la direzione era chiara sin dal principio, la stiamo seguendo, e penso sia giusto continuare così, anche se adesso che la moto comincia a funzionare diventa tutto un po’ più difficile perché girando da soli sembra andare bene, ma guardando i tempi siamo a un secondo. Dobbiamo mettere tutto insieme, girare con gli altri e capire quali sono i nostri punti deboli”.

Una delle decisioni da prendere per il futuro riguarda la scelta tra i due motori portati a Sepang dalla Honda, ma i piloti della Casa giapponese sembrano già tutti allineati sulla questione.

“Ho un’idea chiara del motore che preferisco. L’aggiornamento che hanno portato qui ha funzionato meglio rispetto a quello che avevamo provato a Valencia, il che è molto positivo anche perché tutti i piloti hanno dato lo stesso feedback e anche Stefan ha la stessa preferenza, quindi sarà più semplice lavorare nella stessa direzione per cercare di trovare un buon pacchetto che si adatti allo stile di guida di tutti. Alla fine si tratta di un buon progetto, dobbiamo soltanto andare avanti”, ha affermato Marini, spiegando i vantaggi del motore che preferisce: “È più veloce, ti dà un po’ più controllo e ha anche ha un po’ più di potenza, quindi fatichiamo con il grip perché c’è più coppia adesso. Dobbiamo essere più cauti con l’acceleratore, perché adesso la potenza c’è”. 

La tendenza della Honda a impennare in uscita di curva sembra essere uno dei lati negativi del nuovo motore, ma il 26enne non ne fa un dramma.

“Credo dipenda un po’ dal setting e poi avrò sempre più wheelie rispetto agli altri, con qualunque moto, perché sono più alto di loro - ha commentato - Abbiamo un po’ più di impennata con questo motore per via del miglioramento della coppia e poi abbiamo anche un po’ più di potenza in uscita di curva, quindi la moto tende a impennare quando c’è grip. Dobbiamo trovare un miglior compromesso dal punto di vista aerodinamico, ma non è un grosso problema secondo me”.

Il marchigiano ha bene in mente l’obiettivo da perseguire nelle restanti due giornate in Malesia: Alla fine di questo test sarebbe importante aver portato a termine tutto il piano di lavoro, provando tutte le novità e avendo ben chiaro il quadro generale della moto e da dove dobbiamo ripartire per il Qatar, perché adesso abbiamo tante cose e tanto lavoro da fare. Sarà importante anche cercare di avere un buon passo nella simulazione di gara e fare un buon time attack, per cercare di vedere qual è il nostro potenziale massimo adesso”.

Un aiuto per continuare la progressione iniziata dalla Honda a Valencia arriverà anche dal co-fondatore della Kalex, Alex Baumgärtel, appena ingaggiato dalla Casa di Tokyo. Una figura ben nota a Marini, lieto dell’ingresso in squadra del tecnico tedesco.

“Sarà diverso rispetto ai Moto2 perché adesso ricopre un altro ruolo, però sono sicuro che potrà darci dei buoni consigli - ha affermato Luca - Mi piace molto lavorare con lui, perché lo ritengo una persona intelligente e con una grande conoscenza della dinamica della moto, anche se dovrà imparare a conoscere le Michelin, che sono delle gomme abbastanza uniche. Al momento, infatti, mi limito a dargli i miei feedback e a cercare di condividere ciò che ho imparato sulle gomme Michelin con la Ducati, per capire se riuscirà a trovare qualcosa per il futuro”.

Mir: “Abbiamo tanta strada da fare per continuare a migliorare”

Che la strada della Honda sia ancora lunga e in salita ci ha tenuto a sottolinearlo anche l’altro alfiere del team Repsol, Joan Mir. Il maiorchino ha chiuso la giornata in 14esima posizione a quasi otto decimi dal riferimento siglato da Jorge Martin, lamentando un leggero passo indietro rispetto allo Shakedown.

“Non sono del tutto contento oggi, perché abbiamo provato molte cose ma mi sembra che siamo andati un po’ nella direzione opposta, nel senso che non abbiamo migliorato la base della moto che avevamo nello Shakedown - ha ammesso Joan - Non mi sono sentito a mio agio ma è soltanto la prima giornata, per questo sono un po’ più calmo. Avere queste sensazioni nell’ultimo giorno non sarebbe l’ideale, ma dobbiamo comparare i dati perché siamo migliorati un po’ nei settori 3 e 4 avvicinandoci molto alla vetta. Poi però perdiamo nei primi due settori e questa è una cosa strana, perché eravamo veloci lì. Dobbiamo capire cosa sta succedendo perché oggi siamo peggiorati un po’ in frenata e con il feeling all’anteriore e questo non aiuta nei primi due settori. D’altra parte, quello che conta però è il terzo settore, dove siamo veloci, quindi non ci resta che analizzare il tutto. Anche perché si tratta di test e siamo qui per questo. Fortunatamente domani avremo meno elementi da provare e potremo concentrarci sui dettagli, che sono ciò che ti permette di raggiungere il limite della nuova moto”.

Il due volte iridato cerca di mantenere la calma e di restare positivo, anche se l’avvicinarsi dell’avvio di stagione non lo lascia dormire sonni poi così tranquilli.

“Sinceramente, ero contento a Valencia per l’ottimo lavoro che sta facendo la Honda e lo sono ancora. Stanno lavorando sodo ed è una cosa che apprezzo molto, ma la realtà è che al momento non siamo dove vorremmo essere - ha osservato Mir - Voglio essere ottimista, ma l’anno scorso è stato molto duro per me e non voglio pensare che possiamo risolvere la situazione con un paio di test. Abbiamo tanta strada da fare per continuare a migliorare, perché al momento non siamo dove vorremmo essere ed è per questo che non riesco ad essere completamente felice”.

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