Tu sei qui

Al Mugello con le rain e le BELVE BMW: ci ha salvato l'elettronica!

VIDEO - Cosa c'è di meglio che provare tutta la gamma Hypersport di BMW con pioggia battente ed al Mugello? La paura era parecchia, ma le tre belve tedesche, ovvero la M1000RR, la M1000R e la S1000RR ti mettono a tuo agio e ti fanno sorridere lo stesso

Iscriviti al nostro canale YouTube

Sei lì a guardare ogni dieci minuti le previsioni meteo e loro (maledette) continuano a dirti la stessa cosa: “sorry, pioverà. Di brutto”. E’ così che ho passato le giornate precedenti al test organizzato da BMW al Mugello per farmi provare la gamma Hypersport 2023. La M1000R, la S1000RR e poi lei, il gioiello della corona. Sua maestà M1000RR. Ognuna di queste moto ha più di 200 cv, un DNA spiccatamente racing e tutto vorresti tranne guidarle sul bagnato proprio sulla stessa pista su cui hanno girato qualche giorno prima le Porsche del GT Cup. Non bastava infatti la pioggia, ci voleva pure la patina di gomma lasciata dalle auto per rendere il tutto più stuzzicante. 

Penso di darmi malato. Penso di nascondermi nei bagni del circuito mentre infilo la tuta. Le penso davvero tutte, perché ho onestamente una paura fottuta. Ho già guidato con le rain in pista, ma almeno conoscevo la moto e sapevo più o meno cosa aspettarmi. Ma loro, le moto, sono già tutte belle pronte in pitlane, calzate da Metzeler con le rain di cui sopra. Ok, tiro un bel respiro e mi butto.  

BMW M1000R - Naked da sogno, gomiti larghi alla Ben Spies

La prima su cui sono destinato a salire è la M1000R. Ti siedi e senti la posizione decisamente diversa in sella rispetto alla moto da cui discende. Gomiti larghissimi, ti senti Ben Spies. Entro in pista e penso già alla scusa che mi inventerò quando tornerò ai box dopo un solo dannato giro. Ma davanti a me c’è Massimo Roccoli che mi fa strada, mi indica dove mettere le gomme e lentamente sento i muscoli rilassarsi. Non mi sento più teso come una corda di violino, perché tutto sommato la M1000R è meno selvaggia di quanto mi aspettassi. Anzi, è proprio facile e ti porta a spingere un pelo alla volta di più. L’asfalto è davvero scivoloso, si è creata una poltiglia in traiettoria grazie a quei simpaticoni con le Porsche. Ma le gomme non mollano e ad ogni apertura del gas il display diventa un perfetto esempio di come immaginavo l’albero di Natale prima di farlo a casa. 

Le luci si accendono e ti fanno capire quanto stia lavorando l’elettronica, ma questa presenza è discreta. Sai bene che sta facendo il suo sporco lavoro benissimo e dunque inizi ad alzare il ritmo. Arriva il rettilineo e l’idea di rientrare subito ai box si allontana. Ma si, proviamo un altro giro. All’inizio ero portato a dare del lei alla M1000R, alle gomme, alla pista. Ma già al secondo giro mi sento più tranquillo, rassicurato. Certo, so bene che stenderla è un attimo. Basta pizzicare un cordolo in uscita o esagerare pinzando in ingresso ed eccoloooo. Arriva il primo lungo della giornata alla Bucine! Piego la moto pregando san Metzeler di fare il miracolo. Ma qui non si tratta di magia, quanto piuttosto di scienza. Le gomme tengono, l’avantreno della M non si chiude, posso lanciarmi per il terzo giro e ancora non mi sono lanciato nella chiaia. 

Ha delle ali belle grosse, perché non spalancare di brutto il gas sul rettilineo e vedere quanto lavorano bene? Lo faccio ed ecco che l’anima da killer della M1000R si materializza sotto forma di un gancio in pieno volto. L’accelerazione è devastante, ma l’avantreno non accenna a mollare la presa. Protezione aerodinamica zero, ma se ti schiacci bene sul serbatoio è difficile capire quanto stai andando forte, perché la moto è su un binario. Fine dei giochi, si rientra ai box. 

BMW S1000RR - Evoluzione della specie

Adesso si passa al livello successivo, cioè la S1000RR. Ne ho avuta una in prova di durata nel 2020, ma di passi in avanti ne sono stati fatti molti. Non si tratta di una rivoluzione, ma di un grande lavoro di affinamento che secondo me è teso soprattutto a rendere possibile andare fortissimo una schiera quanto più vasta possibile di appassionati fortunati che decidono di metterne una nel box. Adesso la protezione aerodinamica c’è, e sul rettilineo ti spari l’accelerazione senza stancarti per la pressione dell’aria. É più veloce in inserimento della M1000R, ma riesce ad essere forse anche più amichevole. 

La confidenza è ormai aumentata al punto da sognare di mettere un ginocchio a terra, sentire quel rumore della saponetta che stride sull’asfalto. Le gomme tengono, ma la paura è ancora tantissima. Certo, la S1000RR sembra invitarti a nozze, ti sprona ad esagerare perché ti ricambia con una sincerità a tratti disarmante. Tra le tre moto di questa prova, è quella con cui sono entrato meglio in sintonia, quella che mi ha fatto sorridere di più e che soprattutto non mi ha fatto venire voglia di scappare. Vorrei fare più giri, ma la stanchezza inizia a farsi sentire. Girare al Mugello è già molto faticoso di suo, ma se lo fai con le rain e moto da più di 200 cv finisci per essere più teso del dovuto, ti si irrigidiscono le braccia presto. Forse è meglio fermarsi, perché ne manca una e si preannuncia la più tosta della giornata. 

BMW M1000RR - Sua Maestà SBK!

Ed eccola lì ad aspettarmi in pitlane. Sua Maestà M1000RR. Dicono che i tedeschi siano razionali, che non siano entusiasti e che non abbiano passione. Poi guardi lei e capisci che mai luogo comune fu più errato. Carbonio a profusione, rifiniture da vera SBK ed un rombo da farti tremare le otturazioni. Il display TFT è enorme, il cupolino alto e quelle ali si fanno notare tantissimo anche mentre sei in sella, cambiando la tua percezione sulle forme di una moto. Le due sorelle giù provate mi hanno rassicurato, ma qui la paura inizia a farsi viva di nuovo. D’altra parte è probabilmente una delle moto più incazzate del pianeta, costa quanto un monolocale,  inizia a piovere forte e siamo pur sempre al Mugello. Cosa potrà mai andare storto?

Lorenzo Lanzi mi accompagna in pista e mi dice di stare tranquillo, che questa è la più facile delle tre. Voglio credergli ed entro in pista seguendolo. Lorenzino è sempre uno spettacolo da vedere in pista, stile pulitissimo. Certo, andiamo ad un ritmo che per lui sarebbe da bradipo, ma anche andando relativamente piano, lo stile è stile. Copio le sue traiettorie e sento delle differenze marcate sulla M1000RR. La prima è la velocità dell’anteriore, che è a tratti imbarazzante. Si comporta come una 250 GP, aggredisce la corda ignorando le condizioni dell’asfalto. Ma il bello arriva quando puoi aprire il gas e stenderti dietro quel capolino così generoso. 

Ecco che avviene la magia, ecco che ti sembra di stare entrando nell’iperspazio. Attorno a te tutto scorre a velocità folle, ma tu sei accucciato dietro il cupolino e le enormi ali della M1000RR fanno il resto. Si forma una sorta di guscio aerodinamico attorno a te, ti senti quasi isolato rispetto a ciò che avviene attorno a te. Stai letteralmente perforando il rettilineo verso la San Donato, ma ti senti sicuro come quando guardi la serie Netflix sul divano di casa. E’ quasi come se il mondo fosse ovattato, senti il rombo del furioso 4 in linea, ma ti senti al sicuro. Arriva la staccata e la moto è letteralmente aggrappata all’asfalto. Ogni singola frazione di grip disponibile è sfruttata al massimo, non ci sono sprechi, non ci sono sensazioni spaventose. Ti dimentichi di essere in sella ad una regina tra le SBK e vuoi solo spingere di più. 

Ormai siamo al terzo turno, le insidie del Mugello bagnato sono state quasi del tutto cancellate dalle rassicuranti sensazioni che queste tre belve BMW hanno saputo regalarmi. Arriva la Bucine dell’ultimo passaggio, Lanzi è sempre davanti a me. Piega abbastanza da mettere il ginocchio a terra e lo vedo sfiorare appena il nastro d’asfalto prima di tirare su la M e lanciarsi sul rettilineo. Ci provo anche io, vedo l’asfalto sempre più vicino e poi sento quello sgrat che sognavo. Ho davvero messo il ginocchio a terra sulla M1000RR al Mugello con la pioggia? Ok, un giorno potrò raccontarlo ai miei nipoti!

Adesso la giornata è finita e tocca riportare le BMW ai box e mettere assieme le idee per raccontarvi le sensazioni che mi hanno saputo regalare. C’è una gran voglia di provarle tutte sull’asciutto, di vedere quanto sia elevato il limite. La mia idea è che possano essere tre moto drammaticamente divertenti in ogni contesto. Immagino di portare la M1000R sulla mia strada da pieghe preferita, sogno di affrontare una sparata da 300 km con la S1000RR affrontando percorsi diversi fra loro ed ovviamente ho una voglia matta di tornare in pista in sella alla M1000RR, per capire cosa possa fare davvero questa magnifica fiera nel suo habitat naturale e senza la maledetta pioggia.

E i tedeschi sarebbero quelli razionali e senza passione?

Articoli che potrebbero interessarti