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Young Timer, la beffa della "semplificazione" in Lombardia

Chiamata semplificazione, all'atto pratico si traduce in costi e burocrazia aggiuntiva, ma soprattutto nel pagamento di un'annualità aggiuntiva della tassa di possesso

Moto - News: Young Timer, la beffa della

Negli scorsi mesi avevamo creduto anche noi alla "favola" che ci avevano provato a raccontare (qui il nostro articolo) definendo semplificazione ciò che in realtà nascondeva un balzello piuttosto costoso per gli appassionati. Se da un lato non è più infatti necessario essere in possesso del CRS (Certificato di Rilevanza storica rilasciato da ASI ed FMI), per ottenere i benefici fiscali (esenzione dalla tassa di possesso) per le cosiddette Youngtimer (auto e moto con un'età compresa tra 20 e 29 anni), così come avviene automaticamente al compimento dei 30 anni, dall'altro di fatto ci sono dei costi aggiuntivi, non di poco conto. Ricordiamo che oltre ai due regitri più noti (FMI ed ASI), è valida anche l'iscrizione ad altri registri (quello Storico FIAT, LANCIA ed ALFA ROMEO, oltre ad ACI Storico).

YOUNGTIMER, LA NORMA NAZIONALE

Facciamo però un passo indietro, per fare chiarezza sul tema. Il riferimento a livello nazionale è l'art.1, comma 1048 della legge 145 del 2018, il cui testo riportiamo di seguito:

"All'articolo 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342, dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti: « 1-bis. Gli autoveicoli e motoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianita' di immatricolazione compresa tra i venti e i ventinove anni, se in possesso del certificato di rilevanza storica di cui all'articolo 4 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 17 dicembre 2009, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010, rilasciato dagli enti di cui al comma 4 dell'articolo 60 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e qualora tale riconoscimento di storicita' sia riportato sulla carta di circolazione, sono assoggettati al pagamento della tassa automobilistica con una riduzione pari al 50 per cento. 1-ter. L'onere derivante dal comma 1-bis e' valutato in 2,05 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2019 ».

Alcune Regioni però hanno adottato misure in parte differenti, come appunto la Lombardia, che se da un lato applicava (come avveniva per tutt'Italia in precedenza) l'esenzione totale e non al 50% della tassa automobilistica, dall'altro richiedeva la comunicazione del rilascio del CRS, che poteva però avvenire in modalità molto semplici, ad esempio con l'invio di una mail ordinaria, quindi senza alcun costo ed in modo pressochè immediato. L'effetto dell'iscrizione ASI o FMI (del rilascio da parte di questi enti del CRS, per essere più precisi), si traduceva in modo retroattivo all'1 gennaio dell'anno in corso, nell'esenzione. Ora la presunta semplificazione, si traduce come tale solo nell'uniformare la norma regionale a quella nazionale, viene si mantenuta l'esenzione totale, ma ci sono due effetti decisamente poco piacevoli.

L'ANNOTAZIONE DEL CRS COSTA DAI 30 AI 70 EURO ALMENO

Il primo effetto riguarda l'annotazione a libretto del CRS. Se prima non era necessaria e bastava una comunicazione alla Regione Lombardia anche a mezzo mail (ad una casella molto utile non solo per questo, che è ora stata chiusa), dal 2022 l'esenzione viene automaticamente riconosciuta dalla Regione Lombardia, che acquisisce il dato dalla Motorizzazione, ma per l'utente è ora necessario comunicare la registrazione alla Motorizzazione, appunto. I costi sono di circa 30 euro se vi armate di tanta pazienza e lo fate in prima persona, di circa 70 euro (o più) avvalendosi di una agenzia di pratiche auto. L'unica reale semplificazione è quella che gli effetti dell'annotazione sono ora validi per sempre, anche se l'auto o la moto dovessero cambiare proprietario.  

OLTRE AL DANNO LA BEFFA

L'annotazione può avvenire solo dopo il giorno del compimento del 20° anno dalla cotruzione (o immatricolazione) del mezzo ed ha effetto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data dell’annotazione. In poche parole, se prima l'esenzione era immediata ed addirittura retroattiva ad inizio anno, ora si paga una annualità in più di tassa di possesso. Quello che sembra assurdo, anche se il testo della norma è purtroppo piuttosto chiaro, è che così facendo si paga 21 volte la tassa (la prima la si paga all'atto della prima immatricolazione), anzichè 20, come logica imporrebbe, visto che si parla di fiscalità per mezzi da 20 a 29 anni di anzianità.

 

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