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MotoGP, Problema asfalto a Mandalika, Uncini: "ancora un paio di giorni per la soluzione"

"Si staccano pietre dall'asfalto e abbiamo paura a fare il GP in queste condizioni. Stiamo parlando con il responsabile, Mark Hughes, per fare il GP in sicurezza e tranquillità”

MotoGP: Problema asfalto a Mandalika, Uncini:

Il secondo dei test invernali, sulla pista di Mandalika, in Indonesia, ha evidenziato grossi problemi dello stato della pista.

Come ricorderete il primo dei tre giorni i piloti sono stati ‘convinti’ ad effettuare 20 giri ognuno per pulire il tracciato che era molto sporco, anche perché tutta l’area, da quella stessa dell’impianto, alle strade circostanti è in costruzioni e quindi c’è tantissima polvere nell’aria.

In quella occasione il più vocale dei piloti è stato Aleix Espargarò che oltre a confermare lo stato della pista ha parlato di pericolosità elevata.

“Non sono stato d’accordo nel farci effettuare quei giri obbligatori - ci ha detto il pilota dell’Aprilia - perché comunque girare in quelle condizioni è stato pericoloso. Anche a fine test, comunque, con la pista gommata, la traccia pulita è limitata ad una traiettoria: è impossibile sorpassare, perché se si va fuori è come finire sull’asfalto bagnato. Ovviamente la pista potrà essere pulita, c’è un mese di tempo”.

La MotoGP, comunque, ha evidenziato un altro problema che non si era presentato durante la prova della Superbike, lo scorso inverno: il rapido degrado dell’asfalto che si sgretola letteralmente sotto la spinta di moto da quasi 300 cv.

“A me è capitato di prendere un sasso sul braccio sinistro - ha detto mostrando il livido Pecco Bagnaia - ma quando si segue un altro pilota si viene ripetutamente colpiti, e al di là del rischio e del male una pietra lanciata a quella velocità può bucarti il radiatore”.

Questo è accaduto a quasi tutti i piloti in pista: Quartararo è stato colpito alla gola mentre seguiva Morbidelli, Bezzecchi sulla visiera del casco.

Immaginate una gara di MotoGP, con tutti i piloti in pista e sarà immediatamente evidente che, come nel caso di gara bagnata, la migliore posizione da occupare è solo quella in testa alla gara!

Anche Jack Miller è stato piuttosto loquace ed ha parlato di una situazione disastrosa e della necessità di riassaltare dalla curva 1 alla 7. Ovviamente sembra del tutto improbabile che da qui ad un mese ciò sarà possibile, quindi sembra che la situazione che si presenterà alla MotoGP sia la ripetizione di quanto già accaduto in Texas quando i piloti hanno accettato di gareggiare con l’impegno da parte del circuito di effettuare i lavori necessari in tempo per il 2023.

Sembra invece scartata l’idea di un riposizionamento del Gran Premio in calendario, che magari il Circo auspicherebbe, legandolo, ad una delle doppiette di fine anno, anche se ciò comporterebbe troppi Gran Premi di seguito. Una idea irrealizzabile.

“Abbiamo completato il test senza problemi - ha spiegato il responsabile della sicurezza, l’ex iridato Franco Uncini - ma abbiamo paura a fare il Gran Premio in queste condizioni. Stiamo parlando con i responsabili e abbiamo fatto loro capire e dimostrato quali sono i problemi. Quindi stiamo cercando la soluzione per fare il GP in sicurezza e tranquillità”.

Dei lavori dovrebbe occuparsene Mark Hughes, l’architetto che ha seguito l’impianto, mentre Jarno Zaffelli, l'ingegnere che ha risolto i problemi di affioramento di acqua di Sepang, presente ad ambedue i test, era in loco solo per iniziativa personale.

“Abbiamo bisogno ancora di un paio di giorni. E’ vero che ci sono sassi dell’asfalto che si degrada, ma la situazione non è irrecuperabile, e ci sono parti più danneggiate di altre. Le problematiche più evidenti si presentano dalla curva 1 alla 5 ed anche all’ultima curva. Fra pochissimo comunque saremo in grado di darvi la soluzione”.

 

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