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Le 11 moto più assurde... Ispirate alle supercar

Non è affatto raro vedere la commistione tra quattro e due ruote e alcuni concept di moto lo dimostrano

Moto - News: Le 11 moto più assurde... Ispirate alle supercar

Tra esercizi di stile e vere e propri prototipi arrivati alla produzione, abbiamo assistito all'influenza del design automobilistico in quello motociclistico. Ecco alcuni esempi clamorosi.

L'AUTO SALE IN SELLA

Tutto sommato non è così sorprendente vedere una moto con il marchio di un'auto, dal momento che alcuni costruttori di auto sono anche noti nel settore motociclistico e viceversa. Prendiamo per esempio BMW, Honda,Peugeot e Suzuki: il loro logo appare nelle calandre delle auto e nei serbatoi delle moto. Ovviamente con tratti estetici differenti, perché per esempio è difficile vedere una moto con il doppio rene, ma comunque distintivi che permettono di riconoscere il family feeling del brand in ogni modello. Ci sono poi alcuni esempi di moto che non trovano una corrispondenza nel settore automobilistico ma in passato, anche recente, ci sono stati diversi esempi, alcuni dei quali rimasti allo stato di prototipo e altri, rari, che sono arrivati alla produzione, seppur limitata a qualche esemplare.

Aston Martin Brough Superior AMB 001

Il primo modello che ci viene in mente è anche il più recente: la Aston Martin AMB 001 è la prima moto del costruttore inglese, realizzata in collaborazione con un altro storico nome del motociclismo britannico, Brough Superior. È una moto dal design moderno e dalle linee morbide e fluide ma aggressive. Presentata a Eicma 2019, monta un motore bicilindrico da 997 cc che eroga una potenza massima di 180 CV. La Aston Martin AMB 001 è stata finalizzata con una serie di test in pista prima di essere prodotta in una serie limitata di 100 esemplari, per chi può permettersi di spendere circa 110 mila euro. Un prezzo giustificato anche dall'utilizzo di materiali pregiati, come il carbonio aerospaziale e titanio.

Ferrari V4

Il marchio automobilistico ha ispirato diversi designer e tra questi il turco Amir Glinik nel 2008 ha presentato il suo lavoro. La sua Ferrari V4 si contraddistingue per la monoscocca dalle linee sportive e arrotondate. Nel suo progetto, Glinik aveva previsto il motore V12 della Ferrari Enzo. A Maranello però non hanno visto di buon occhio questo lavoro, che è rimasto solo un esercizio di stile.

Porsche 618

Un lavoro del 2017 realizzato dal designer spagnolo Miguel Angel Bahri. In questo caso bisogna scrivere “Porsche” tra virgolette perché non è un prodotto del costruttore tedesco. Bahri si è ispirato alla produzione e alla tradizione di Porsche: evidenti i richiami a modelli come 911 Turbo, 918 e alle racer 917 e 919, iconici modelli per molti cultori dell’automobile sportiva. Anche nel suo caso le linee sono all'avanguardia e rotonde, con soluzioni per la sospensione anteriore che riprendono lo schema delle Bimota Tesi, grazie pure ad uno sviluppo parallelo portato avanti con la Vyrus del preparatore riminese Ascanio Rodorigo. La "Porsche" 618 è certamente una provocazione che Bahri lancia all’azienda automobilistica tedesca, anche per merito del motore elettrico da ben 160 CV. Nello spazio lasciato libero dal serbatoio è stato ricavato un vano porta casco.

Lotus C-01

Nel 2013 Lotus ha voluto cimentarsi nelle due ruote creando anche una divisione per sviluppare i suoi modelli e si è affidata a Daniel Simon, designer del Gruppo Volkswagen e Bugatti, disegnatore dei veicoli del film Tron Legacy ai quali ha preso esplicita ispirazione. Il risultato è la Lotus C-01, con un'ampia carenatura in fibra di carbonio che cela il motore bicilindrico della KTM RC8R da 1.195 cc, che eroga una potenza di circa 200 CV. Nonostante la vociferata poca soddisfazione del management Lotus, la C-01 ès stata prodotta in 100 esemplari al prezzo di 100 mila euro. Nel 2016 un esemplare è andato all'asta a Monterey per un incredibile valore tra i 350 e i 490 mila euro.

Alfa Romeo Spirito

Tornando ai marchi italiani, ricordiamo la Alfa Romeo Spirito, lavoro datato 2015 di un altro designer turco, Mehmet Doruk Erdem. La sua opera fonde i due mondi a quattro e due ruote in un esercizio di stile che va oltre la realtà e sconfina nel mondo dei fumetti. La ciclistica è completamente avvolta da una carrozzeria rossa che culmina, o inizia a seconda dei punti di vista, con una calandra dove campeggia il tradizionale scudetto Alfa Romeo. La Alfa Romeo Spirito è rimasta un esercizio di stile, difficile veder realizzato un veicolo a metà strada tra la moto di Bat Man e lo streamliner Bonneville.

Koenigsegg

Questo lavor del 2017 è frutto delle capacità del designer russo Maksim Burov, proposto a Koenigsegg. Non risulta che il produttore svedese abbia concretizzato l'idea di Burov, aggiungendo una supermoto alle sue supercar. Senza tanto impegno è evidente come l'aspetto del modello pensato da dal designer russo sia molto simile a quello della Lotus C-01.

Kickboxer

Tutto nasce da una domanda, alla quale dare una risposta. Nel 2009 Ian McElroy si chiesto cosa potesse fare di un motore boxer 2,5 litri da 305 CV e 407 Nm di una Subaru WRX. La sua risposta si è concretizzata in questo concept chiamato Kickboxer, che mette in evidenza il propulsore tra due bracci oscillanti sia all'avantreno che al retrotreno. Un'estetica post atomica che se non fosse per la mancanza della carena, potremmo definirla come l'antesignana di tutti i prototipi di moto con marchi automobilistici. Come vedremo anche nei prossimi concept.

Audi RR

Da quando nel 2012 Ducati è entrata a far parte del numeroso portafoglio del gruppo Volkswagen, sotto l'egida Audi, le più diverse fantasia attorno a una moto con i quattro anelli si sono scatenate. Tra queste è spuntata l'idea del designer Damien Vizcarra, che ha creato la sua personale immaginazione di una moto Audi sviluppata attorno a un motore elettrico. Gli aspetti tecnologici non mancano come per esempio le telecamere al posto degli specchietti retrovisori e la trasmissione magnetica. A quel tempo però l'associazione Ducati ed elettrico però non trovava molto consenso e oltre al concept non si è andati oltre. Siamo sicuri che a Borgo Panigale stanno lavorando a una propulsione in grado di rispondere alle imposizioni dell'UE, Italdesign ha dato la sua proposta, ma l'azienda bolognese ha fatto sapere che le sue priorità vanno in un'altra direzione.

Ariel Ace R

Storico costruttore di moto nato nel 1870, di proprietà di BSA negli anni '50, Ariel è diventato un marchio celebre grazie però alle sue auto, prima di sparire negli anni 70. Dopo mezzo secolo nel 2014 si è rilanciato sviluppando un suo nuovo modello chiamato Ace, realizzato anche nella versione R con motore V4 da 201 CV derivato dalla Honda VFR1200F abbinato al cambio quickshift. Salta subito all'occhio il telaio a traliccio in tubi di alluminio con un passaggio alto, che sovrasta il motore salendo fino a creare la forma del serbatoio, lasciando solo poco spazio al vero e proprio contenitore per il carburante in carbonio. Tante le parti in questo materiale ma tutto l'equipaggiamento è pregiato, tanto che il prezzo della Ariel Ace, prodotta in soli 10 esemplari, è di circa 58.500 euro.

Design Lamborghini 90

Il toro di Lamborghini è apparso recentemente sulla Ducati Diavel 1260  ma quella dell'anno scorso è stata un'operazione di marketing dal momento che entrambi i brand fanno parte del gruppo Volkswagen. Ma non è la prima volta che il nome Lamborghini viene affiancato a una moto: nel 1986 la casa modenese era in mano ai giovanissimi fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, che decisero anche di provare a costruire una moto. Il lavoro venne commissionato alla francese Box Design, con l'idea di produrre 25 esemplari.
La Design 90 era caratterizzata da una imponente carenatura in plastica gialla, forme tipiche per il periodo e dal motore a 4 cilindri in linea da 130 cavalli. Proposta a un prezzo due volte superiore a quello della concorrenza, non è sbagliato classificare la moto Lamborghini come un fallimento. Ne vennero prodotti solo 6 esemplari, uno dei quali non venne venduto nemmeno ad un'asta. Così i fratelli decisero di tornare al core business delle quattro ruote.

Opel Raketen Motorrad

I prototipo non sono una prerogativa dell'era moderna o degli anni '50. nonostante sia più nota per le sue auto, Opel ha anche sviluppato una gamma di moto all'inizio del secolo scorso. Tra questi anche la Raketen Motorrad, construita nel1928 e derivata della Neander SS 500, il cui motore da 22 CV era sostenuto da sei razzi che acceleravano da 120 km/h a 200 km/h. La macchina non fu mai omologata perché troppo pericolosa.

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