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MotoGP, Ducati e Yamaha a caccia di premi di consolazione, Marquez permettendo

A Buriram Marc potrà già chiudere i giochi per il Mondiale, ma per Dovizioso, Rossi e gli altri piloti le ultime gare saranno molto importanti

MotoGP: Ducati e Yamaha a caccia di premi di consolazione, Marquez permettendo

Dopo il passaggio di Marquez, alla lotteria della MotoGP sono rimasti solo premi consolazione. Il bersaglio grosso praticamente Marc lo ha già colpito, resta solo da vedere se potrà passare alla cassa già in Thailandia, o dovrà aspettare il Giappone, come negli ultimi anni. Per diventare matematicamente campione, lo spagnolo deve guadagnare appena 2 punti su Dovizioso. Senza perdersi in troppi calcoli, se vincesse a Buriram, chiuderebbe la partita con 4 gare di vantaggio. Considerato che lo ha già fatto 8 volte quest’anno (e che a Buriram salì sul gradino più alto del podio dodici mesi fa), l’eventualità non è così peregrina. E i giapponesi si faranno una ragione se per una volta non potranno festeggiare sulla pista di casa.

È chiaro che, per i rivali, l’obiettivo principe è rovinare la festa al cannibale di Cervera. Come detto si tratta di un premio di consolazione, ma se i piloti ragionassero in questi termine, sarebbero potuti rimanere a casa già da qualche gara a questa parte. Semmai, la parte finale del campionato sarà l’ultima occasione dell’anno per togliersi qualche soddisfazione.

Ducati, fra sfortuna e rimpianti

Il bilancio di Borgo Panigale è di nuovo in rosso. Se 3 anni fa il 2° posto venne accolto quasi come una mezza vittoria, ora suona come una cocente sconfitta. Certo, se il Dovi non fosse stato buttato a terra a Barcellona e Silverstone, sarebbe più vicino a Marquez, ma non abbastanza per impensierirlo. A questo punto, Andrea può solo pensare di finire la stagione nel migliore dei modi, usandola come un lunghissimo trampolino di lancio per il 2020.

Costringere Marquez a spostare le celebrazioni di due settimane non cambierebbe molto la situazione, ma darebbe morale e speranza. Due cose che nel corso di quest’anno, a volte, sono sembrate perdute. Fra bisticci interni e qualche sfuriata, lo spogliatoio si è un po’ disunito. Nulla di troppo grave, non fosse che Marc sa sfruttare ogni minima mancanza altrui. Volenti o nolenti, Dovizioso e Ducati sono sulla carta (e lo dice la classifica) i primi avversari dello spagnolo anche in vista del prossimo anno, quindi i GP che rimangono potrebbero servire loro per ricordarselo. Finire bene, non fa mai male.

C’è poi anche da recuperare Petrucci, che ultimamente sembra il sosia di quel pilota che al Mugello aveva infilato Marquez e Dovi con un sorpasso capolavoro. Escluso che Danilo si sia dimenticato come si guida la Desmosedici nel giro di qualche mese, il punto sembra quello di ritrovare una fiducia perduta. A inizio anno, il motto dell’accoppiata italiana era stato l’unione fa la forza, ma da qualche mese il ternano non è più riuscito ad affacciarsi nelle posizioni che contano.

Petrucci è il primo a dire che serve un reset, ma il bottone per il riavvio del sistema proprio non si trova. Il contratto per la prossima stagione è da tempo dal notaio, ma neppure questo sembra dare tranquillità. A parte il 3° posto in campionato, Danilo ha poco da perdere. A questo punto, deve rimboccarsi le maniche e sfruttare ogni occasione. Chi si ferma, è perduto.

Yamaha e le speranze nel futuro

Chi guarda con interesse al rush finale sono anche i piloti della Yamaha, per motivi diversi fra loro.

C’è Maverick Vinales, l’unico ad avere vinto con la M1 quest’anno, e specialista di altissimi alti e bassissimi bassi. Lo spagnolo deve trovare costanza, perché la sua velocità non è in discussione. Inoltre, dovrebbe pensare un po’ di più all'anno che verrà, iniziando a gettare le basi di quel 2020 che è atteso come l’anno del riscatto. Certamente un’altra vittoria farebbe bene (e in piste come Phillip Island o Sepang non è neppure impossibile) ma come fondamenta per il futuro.

C’è Valentino Rossi, che è già proiettato al 2020, quello che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere il suo ultimo anno in MotoGP. Non è un caso che il Dottore si sia preso sulle spalle lo sviluppo della prossima M1, montando dal primo momento tutte le novità arrivate da Iwata. Però, se Maverick non può pensare solo al presente, neanche Valentino può permettersi di concentrarsi solo sul futuro. Le ultime gare lo hanno visto troppo distante dal podio e deve diminuire la distanza. Stare al passo dei giovani non è semplice, ma non ha altri obiettivi.

C’è Fabio Quartararo, che a una vittoria per chiudere in bellezza la stagione di debutto fra i grandi ci pensa. Eccome. Il francese ha già fatto più di quanto gli si chiedesse e ci si aspettasse, ma la ciliegina è d’obbligo su una torta già così golosa. El Diablo è il nuovo che avanza, come si dice, e lo fa a suon di pole position e podi. Sul campo si è guadagnato una moto ufficiale per il prossimo anno, ma difficilmente si accontenterà. Gli altri piloti sono avvertiti.

C’è Franco Morbidelli, che un po’ ha deluso. Il brasiliano di Tavullia è metodico nel lavoro e sta costruendo passo passo la sua fiducia nella M1. Non avrebbe neppure grande fretta, se non si fosse trovato a dividere il box con un certo Quartararo. Il confronto fra i due è impari al momento. Ecco, qualche bella gara prima della fine dell’anno sarebbe un bel segnale. Ancora una volta, per il futuro.

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