Mamola: "limitiamo l'elettronica"

Leitner: "le 1000 andranno troppo forte, ma l'incidente di Sic è stata una fatalità"


La fatalità esiste, nella vita di tutti i giorni come nel mondo delle corse, una serie di coincidenze che possono trasformare un semplice errore in tragedia. È quello che è successo ieri a Marco Simoncelli sulla pista di Sepang, un’innocua scivolata, come ne capitano tante in ogni fine settimana di gara, che ha avuto conseguenza terribili. Non hanno nessuna responsabilità Edwards e Rossi, che seguivano il pilota della Honda da vicino e che si sono ritrovate improvvisamente davanti alle loro moto Marco.

Una dinamica del tutto particolare quella della caduta di Marco, che invece si scivolare verso l’esterno è stato portato dalla sua moto all’interno della curva. Lo shock per la scomparsa del Sic ha sconvolto l’intero paddock, che si è posto importanti interrogativi.

Randy Mamola, ex pilota della 500 che durante i weekend dei GP guida la Ducati biposto, punta il dito contro le attuali MotoGP. “Hanno troppa elettronica, sanno quando accelerare in ogni curva – avverte – sono sempre al limite. Dove stiamo andando? Forse è ora di fare un passo indietro. Le attuali Superbike dovrebbero diventare le MotoGP, moto che si muovono, più sincere nei comportamenti. Se Marco non avesse avuto il controllo della trazione sarebbe caduto all’esterno, mentre l’elettronica ha fatto di che il pneumatico riprendesse grip e portandolo all’interno”.

Mike Leitner, anch’egli ex pilota e attualmente direttore tecnico di Pedrosa, non è d’accordo: “la dinamica è simile a quella dell’incidente che ha provocato la morte di Tomizawa a Misano lo scorso anno” e il giapponese era in sella a una Moto2, con motore derivato dalla serie con prestazione relativamente contenute e elettronica poco sviluppata. “In quel caso si diede la colpa all’elevato numero di partecipanti della Moto2 – ricorda Leitner – ieri è successo lo stesso con 17 partenti. Si tratta di casualità”. Ma su un punto è d’accordo con Mamola: “passare ai 1000 cc è una follia, già 800 cc sono troppi per me. Le velocità massime supereranno i 350 km/h e il peso e la maggiore potenza renderanno quelle moto difficili da controllare”.

Il caso non si può fermare, né prevedere, e le gare porteranno sempre con sé il loro bagaglio di rischi finché si deciderà di continuare a correre. La sfida con la velocità affascina anche per il pericolo che le è intrinseco, che porta a superare costantemente i limiti per trovarne di nuovi. La tecnologia non fa altro che soddisfare questo desiderio, ma se non si pongono dei freni il contraltare è che porta con sé un aumento dei rischi.

Ai piloti e al pubblico non interessano prestazioni stellari” afferma Leitner, non è con la potenza o la velocità che si misura lo spettacolo in pista, ma non sempre tutto può risolversi alla sola logica.

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